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numero 20 - settembre 2014

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VII Convegno nazionale Società Italiana di Psicologia dell’Invecchiamento (S.I.P.I.)

VII Convegno nazionale Società Italiana di Psicologia dell’Invecchiamento (S.I.P.I.)

Il 23 e 24 maggio scorsi presso il Campus Luigi Einaudi di Torino si è tenuto il VII Convegno Nazionale della Società Italiana di Psicologia dell’Invecchiamento (S.I.P.I.). Evento che, riunendo studiosi, esperti e professionisti impiegati nel settore della psicologia dell’invecchiamento o in campi ad essa affini, si propone di promuovere studi e ricerche in tale settore, oltre a favorire la diffusione di informazioni, di conoscenze scientifiche e tecniche e di strumenti aggiornati. In particolare, nella sua settima edizione, esso ha visto il suo inizio con  la lectio magistralis del Prof. Chattat, introdotta dalla Prof.ssa De Beni (Presidente S.I.P.I.), riguardante l’importanza che può assumere, anche in termini di deterioramento cognitivo, la diagnosi e l’adeguato trattamento dei disturbi d’ansia. Hanno seguito numerosi interventi riguardanti: dall’invecchiamento di successo al tema del trattamento farmacologico in età avanzata, l’active aging, il ben-essere, la memoria, la cognizione, la decisone ed il problem solving, la ricerca di base nel life-span, gli strumenti di valutazione, gli interventi di training, la psicoterapia dell’invecchiamento, gli anziani rispetto all’ambiente, il MCI, i modelli e gli strumenti di cura rispetto al tema della demenza, il tema della terminalità e del fine vita, quello dell’organizzazione dei servizi, il caregivering, la transazione dal lavoro alla pensione, le dinamiche relazionali ed intergenerazionali ed, infine, l’attività fisica e lo sport in età avanzata. Degni di nota tutti gli interventi, tra cui, di particolare rilievo, le relazioni ad invito: oltre alla lectio magistralis del Prof. Chattat, quelle del Prof. Woods, rispetto alla qualità di vita delle persone con demenza, e del Prof. Fraccaroli, riguardante la fase di transizione tra lavoro e pensionamento. In sede di convegno, all’interno della sessione intitolata “Strumenti di valutazione in prospettiva life-span” sono state, poi, presentate due proposte Hogrefe: “Il programma Cross Ages/MAUT: un percorso di assessment ed intervento per la promozione dello scambio intergenerazionale in ambito lavorativo” e la “Batteria VS Abilità visuo-spaziali nell’arco di vita adulta”.
Il primo, ovvero il Programma Cross Ages/MAUT, è uno strumento che nasce dalla necessità di promuovere lo scambio e la collaborazione intergenerazionale sul posto di lavoro, attraverso il superamento di stereotipi e false credenze.
Il secondo, ovvero la Batteria VS, si sviluppa, invece, a partire dal presupposto che le competenze spaziali abbiano un impatto critico sulla qualità di vita dell’individuo, e per questo non possono essere trascurate sia in termini di ricerca, sia in termini clinici di prevenzione ed intervento (Kirasic, 1991). In particolare, per quanto riguarda la Batteria VS, in essa sono state prese in considerazione le competenze spaziali che si sono mostrate avere un ruolo cruciale nel favorire l’indipendenza della persona a prescindere dall’età, ovvero: 1) abilità visuo-spaziali di base misurate con prove oggettive ed 2) autovalutazioni spaziali – misurate con prove soggettive (Hegarty e coll., 2002, 2006).
Per questo la Batteria VS, a partire da tali presupposti teorici, comprende sia delle prove oggettive sia delle prove soggettive, così da considerare anche le abilità spaziali nella multidimensionalità e multidirezionalità che le caratterizzano secondo una prospettiva arco di vita. Prove oggettive, quali: short Embedded Figures Test – volto ad indagare l’abilità di visualizzazione spaziale –, short Mental Rotations Test – volto ad indagare l’abilità di rotazione mentale basata sull’oggetto – e short Object Perspective Task – volto ad indagare l’abilità di assumere una nuova prospettiva. Prove soggettive o strumenti di autovalutazione spaziale, quali: short Questionario di Orientamento Spaziale – volto ad indagare il senso di orientamento percepito e le strategie di orientamento spaziale –; Questionario di Ansia Spaziale – volto ad indagare il grado di ansia e la predisposizione a provare ansia in compiti spaziali – e Questionario di Atteggiamento verso i Compiti di Orientamento – volto ad indagare l’atteggiamento della persona nell’orientarsi in luoghi noti o non familiari. Sono, inoltre, state inserite all’interno della batteria delle prove aggiuntive: una volta a fornire una misurazione più ecologica delle abilità di orientamento dell’individuo nello spazio (prova di Pointing) e un indicatore degli spostamenti dell’individuo nell’ambiente (Questionario sui luoghi frequentati e i tipi di spostamento).
In sede di convegno, rispetto alla Batteria VS, oltre alla descrizione di tutte le prove e del relativo background teorico di riferimento, sono state presentate le caratteristiche psicometriche dei diversi strumenti, con particolare attenzione a consistenza interna e validità predittiva, risultate complessivamente più che soddisfacenti. Punti di forza della batteria e quindi della bontà degli strumenti sono: i) l’ampio campione su cui sono state standardizzate le prove, selezionato così da essere il più rappresentativo possibile della popolazione; ii) l’inserimento di versioni brevi delle prove oggettive, create ad hoc così da agevolarne la somministrazione nella pratica clinica; iii) l’interpretazione dei punteggi supportata da un software gratuito (scaricabile dal sito www.sipinvecchiamento.it); iv) la possibilità di schematizzare il profilo ottenuto attraverso un grafico così da consentirne una lettura più immediata; rendono la batteria unica nel suo genere.
Tali punti di forza, che caratterizzano peraltro anche gli strumenti contenuti nel Programma Cross Ages/MAUT, dimostrano, infatti, come essi si propongano quali mezzi volti ad identificare in età adulta ed adulta-avanzata eventuali difficoltà in tempi brevi, in modo agevole e secondo la prospettiva arco di vita. Consentendo, laddove possibile, la predisposizione di interventi adeguati sia sulla persona sia sull’ambiente che la circonda e favorendone, quindi, una migliore qualità di vita.

Bibliografia

  • Hegarty, M., Montello, D.R., Richardson, A.E., Ishikawa, T., e Lovelace, K. (2006). Spatial abilities at different scales: Individual differences in aptitude-test performance and spatial-layout learning. Intelligence, 34, 151-176.
  • Hegarty M., Richardson A., Montello D., Lovelace K. e SubbiahI. (2002). Development of a self-report measure of environmental spatial ability. Intelligence, 30, 425-447.
  • Kirasic, K. C. (1991).Spatial cognitionand behavior in youngand elderly adults: implications for learning new environments. Psychology & Aging, 6, 10-18.