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numero 108 - gennaio 2024

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Il PAI nella valutazione dello stress lavoro correlato. L’esperienza di Padova

Il PAI nella valutazione dello stress lavoro correlato. L’esperienza di Padova

Il Servizio di Prevenzione, Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPISAL, nel Veneto), è inserito all’interno del Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda ULSS e promuove la salute e la sicurezza negli ambienti di lavoro attraverso la prevenzione delle malattie, degli infortuni e delle disabilità avendo tra i propri compiti anche il miglioramento del benessere organizzativo, la crescita della cultura della prevenzione, il contrasto alle disuguaglianze in termini di salute.
Il Servizio programma e gestisce l’attività, mettendo in primo piano i bisogni di salute dei lavoratori e delle aziende, promuovendo azioni per ridurre le disuguaglianze in termini di salute tra i lavoratori e le discriminazioni nei luoghi di lavoro.
Inoltre favorisce la cultura della sicurezza, della partecipazione, dell’autotutela e coinvolge nelle scelte programmatiche e nella realizzazione degli interventi tutti i soggetti pubblici e privati il cui operato può avere ricadute sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Le aree specifiche di attività riguardano interventi di prevenzione in azienda, inchieste per infortuni sul lavoro e per malattie professionali, visite specialistiche di medicina del lavoro, esame dei ricorsi contro il giudizio di idoneità del medico competente, visite mediche di sorveglianza sanitaria per lavoratori ex esposti ad amianto e altri cancerogeni, pareri per nuovi insediamenti produttivi, valutazioni delle notifiche di nuove attività lavorative e di piani di lavoro amianto, informazione, formazione e assistenza ai lavoratori e alle aziende.
Una serie quindi di attività complesse agite su più fronti e coinvolgenti professionalità molto diverse tra loro: tecnici della prevenzione, medici, ingegneri, psicologi, infermieri, assistenti sanitarie, amministrativi.

Tutela e sicurezza dei lavoratori

Presso lo SPISAL dell’Az. Ulss 6 Euganea sono stati attivati gli sportelli di ascolto sul disagio lavorativo e il Centro di Riferimento per il Benessere organizzativo, dopo l‘emanazione nel 2010 nel Veneto della la Legge Regionale n. 8 “Prevenzione e contrasto dei fenomeni di mobbing e tutela della salute psico-sociale della persona sul luogo di lavoro” finalizzata a prevenire il disagio lavorativo e a disincentivare comportamenti discriminatori o vessatori correlati all’attività lavorativa.
Tale legge prevede infatti che presso gli SPISAL di ciascuna azienda ULSS siano attivati due servizi:

  1. Sportelli di assistenza ed ascolto sul mobbing, sul disagio lavorativo e sullo stress psico-sociale nei luoghi di lavoro con la funzione di fornire informazioni ed indicazioni sui diritti dei lavoratori, sui relativi strumenti di tutela, e di orientare il lavoratore indirizzandolo verso specifiche strutture di supporto presenti nelle ULSS capoluogo di provincia e cioè:
  2. i Centri di riferimento per il benessere organizzativo che, avvalendosi di competenze e professionalità multidisciplinari (psicologiche/psicoterapeutiche, mediche e psichiatriche), hanno la triplice funzione di:
    1. accertare lo stato di disagio psico-sociale o di malattia del lavoratore con eventuale indicazione del percorso terapeutico di sostegno, cura e riabilitazione;
    2. individuare eventuali misure di tutela che i datori di lavoro dovrebbero adottare in caso di rilevante disagio lavorativo;
    3. supportare gli SPISAL nelle verifiche sui luoghi di lavoro in tema di valutazione dei rischi psicosociali ai sensi dell’art. 28 del D.Lgs. 81/08.

Diagnosi di disturbo psichico cronico

A questi Centri è demandata anche la formulazione di denuncia/referto di malattia professionale nel caso di lavoratori per i quali, a seguito della valutazione psicodiagnostica ed eventuale accesso in azienda, si ponga diagnosi di disturbo psichico cronico.
L’attività di valutazione psicologica rivolta al singolo lavoratore prevede quindi due momenti o livelli diversi sia come modalità di valutazione.
È nel secondo livello di valutazione, presso il centro, che vengono utilizzati strumenti psicodiagnostici finalizzati ad oggettivare la presenza di una possibile condizione psicopatologica.
Il Personality Assessment Inventory (PAI) è uno degli strumenti che offrono la possibilità di oggettivare una condizione psicopatologica offrendo la possibilità di verificare anche la presenza di atteggiamenti simulatori, evenienza di cui sempre si deve tener conto in questo ambito di valutazione.
Le scale di validità e gli indici presenti nel test consentono al valutatore di porre particolare attenzione anche a quelle istanze, più o meno consapevoli del lavoratore, legate a possibili vantaggi secondari consentendo di rilevare possibili condizioni di accentuazione dei sintomi fino ad una vera e propria enfatizzazione (volontaria o meno) e simulazione di patologia finalizzate ad ottenere dei vantaggi secondari.
Dopo aver condotto una dettagliata anamnesi del lavoratore e aver escluso eventi stressanti extra-lavorativi contingenti (es. separazioni, lutti, procedimenti giudiziari, diagnosi medica e cambiamenti di vita in generale), l’attenzione dell’esaminatore viene posta particolarmente sull’attenta analisi delle seguenti scale che valutano i disturbi d’ansia e i Disturbi d’ansia Correlati, e le sotto-scale che valutano lo stress traumatico.

  • Scala clinica ARD (Disturbi Ansia-Correlati) che misura in generale il livello di espressione comportamentale dell’ansia.
  • Sottoscala clinica ARD-T (Stress Traumatico) che indaga le possibili reazioni ad agenti stressanti/ traumatici, come incubi, reazioni d’ansia improvvise e la percezione di essere stati danneggiati in maniera irreversibile da un evento traumatico.
  • Scala di trattamento (STR) che fornisce una stima del livello di stress del soggetto in relazione ad eventi recenti, tra i quali anche problemi lavorativi, e indaga anche la prevedibilità, l’organizzazione e la struttura dell’ambiente della persona, contemplando un’ampia gamma di caratteristiche dell’ambiente, da prevedibile ad altamente mutevole e stressante.

Il PAI, inoltre, permette di ottenere preziose indicazioni cliniche nell’ambito di una diagnosi differenziale con almeno due funzionamenti di personalità patologica: il Disturbo Borderline di Personalità (scala clinica BOR e relative sottoscale) e il Disturbo Antisociale di Personalità (scala clinica ANT e relative sottoscale).
Altre informazioni utili su tratti personologici rilevanti ai fini diagnostici possono essere individuate dalle sottoscale cliniche PAR-R (Risentimento) e ANT-E (Egocentrismo), dalle scale interpersonali DOM (Dominanza) e WRM (Calore) e dalla scala di trattamento AGG (Aggressività) declinata in ogni sua forma come rilevato dalle relative sottoscale. 
Il PAI si sta dimostrando un valido strumento di supporto anche nella fase di “oggettivazione” della sintomatologia riferita dai lavoratori che lamentano quadri sintomatologici legati a condizioni lavorative stressanti o a eventi traumatici quali, ad es. infortuni e le aggressioni nel luogo di lavoro.

Malattia professionale

Una delle attività più delicate è la verifica della presenza di una malattia professionale legata ad una di queste condizioni psichiche.
La malattia professionale è un evento dannoso che agisce sulla capacità lavorativa della persona e trae origine da cause connesse allo svolgimento della prestazione lavorativa.
Una malattia professionale si instaura progressivamente e per gradi sull'organismo del soggetto e deve risultare in diretta correlazione con l'esercizio di determinate attività nelle quali trovare la propria origine, differenziandosi dall’infortunio, che si presenta con modalità e tempi brevissimi.
Nello specifico, l’equipe che prende in esame la valutazione dei lavoratori aventi una condizione di stress-lavoro correlata, si occupa della valutazione del presunto nesso di causa tra le costrittività organizzative eventualmente presenti e le corrispondenti possibili condizioni psicopatologiche che ne conseguono.
Un ulteriore vantaggio nell’utilizzo del PAI in questo contesto, è la possibilità di avere una descrizione più dettagliata e definita della condizione psicopatologica. Questa possibilità, a nostro avviso, è data dal fatto che il test prevede riposte diversificate o, meglio, graduate, secondo una scala Likert a 4 alternative. Ciò permette al lavoratore di rispondere in modo più accurato alle frasi presenti nel questionario.
La chiara “esplosione” di ciascuna scala clinica in tre o più sottoscale consente inoltre di meglio inquadrare la tipologia ed il livello di gravità di una specifica condizione clinica.
La scelta del PAI per la valutazione delle malattie professionali legate ad una condizione di stress lavoro-correlato è motivata dal fatto che permette di individuare in modo più chiaro e puntuale la presenza di una condizione quale il Disturbo dell’Adattamento ed il Disturbo Post Traumatico da Stress.
Queste due patologie sono infatti attualmente le uniche due condizioni psicopatologiche tabellate per il riconoscimento del danno da parte dell’INAIL.
La psicologia del lavoro attuata all’interno dei servizi pubblici di prevenzione si dovrebbe avvalere sempre più di strumenti psicodiagnostici raffinati essendo la componente stress lavoro correlata e le malattie di natura psichica ad essa conseguenti, in progressiva crescita all’interno dei contesti produttivi, con grave danno economico e di immagine per l’organizzazione e importanti conseguenze di tipo fisico, morale ed esistenziale per ogni singolo lavoratore.

Scritto in collaborazione con: dott.ssa Giulia Pittarello, dott.ssa Anna Lombardo e dott.ssa Chiara Gemo – Psicologhe e Psicoterapeute.