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numero 111 - luglio 2024

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L'intervista

Intervista a Nina Kraus

Intervista a Nina Kraus

Nina Kraus, Hugh Knowles Professor di Neurobiologia, scienze della comunicazione, linguistica e otorinolaringoiatria presso la Northwestern University, è una scienziata, un'inventorice e musicista dilettante che studia la biologia dell'apprendimento uditivo. Con lei abbiamo parlato della connessione tra suono e cervello.

D. Quali sono le prove di una collaborazione tra suono e cervello diversa dalla semplice reazione del cervello ai suoni?

R. Per fare un esempio immediato, un musicista ha un maggiore sviluppo cerebrale nelle aree cerebrali associate al suono, al linguaggio e alla cognizione rispetto a un non musicista. Questi cambiamenti strutturali e funzionali sono frutto dell'impegno profondo di un musicista con il suono del proprio strumento; questi cambiamenti cerebrali non sono presenti nelle persone che si limitano ad ascoltare musica. Se il cervello si sviluppasse solo in base alla reazione al suono, anche gli appassionati di musica che la ascoltano per molte ore al giorno mostrerebbero questi cambiamenti. Ma non è così.

D. Questa connessione tra suono e cervello è qualcosa di specifico per la specie umana?

R. L'infrastruttura di base del cablaggio del cervello uditivo è presente nella maggior parte dei mammiferi. Tuttavia, il cervello umano si è evoluto in modo da essere altamente sviluppato per il linguaggio e la cognizione, il che probabilmente aggiunge strati alla connessione suono-cervello nella nostra specie.

D. In che modo il linguaggio è legato ai suoni?

R. Il linguaggio umano dipende dall'elaborazione dei suoni e la specializzazione linguistica inizia in età estremamente precoce. Un neonato di poche ore è in grado di distinguere tra la propria lingua madre e le lingue straniere, grazie all'esposizione in utero alla lingua della madre. Alla nascita i neonati sono ancora in grado di imparare qualsiasi lingua, ma l'esposizione alla lingua madre modella profondamente il loro cervello. A partire dai sei-otto mesi di età, i suoni delle lingue non native diventano più difficili da discriminare.

D. Il cervello delle persone bilingue è diverso da quello delle persone che parlano una sola lingua?

R. Assolutamente sì. Esiste un vantaggio biologico nella capacità di discernere l'intonazione, un indizio importante che ci aiuta a identificare la voce di chi parla. Questo ci aiuta sempre, ma soprattutto nei luoghi rumorosi. I bilingui hanno una maggiore attività nelle strutture linguistiche del cervello, anche nel caso di bambini che crescono in una casa in cui vengono parlate due lingue. Inoltre, tendono ad avere capacità cognitive più elevate, come la capacità di risolvere problemi e la flessibilità di pensiero. È inoltre dimostrato che chi parla più di una lingua ha una progressione più lenta della demenza senile.

D. In che modo danni o lesioni cerebrali influenzano un cervello naturalmente programmato per lavorare con il suono?

R. Una delle conseguenze non riconosciute delle lesioni cerebrali è la difficoltà di elaborazione i suoni. Ad esempio, un atleta di alto livello deve essere in sintonia con i suoni dei compagni di squadra, con gli allenatori e con i suoni dello sport stesso, come i piedi che corrono o le palle che rimbalzano. Se questo livello altamente sviluppato di elaborazione del suono viene compromesso da una commozione cerebrale, le prestazioni dell'atleta possono risentirne.  

D. Il suono e la musica possono curare il cervello?

R. La musicoterapia è molto efficace nel trattamento o nell'accelerazione del recupero di molte patologie, tra cui ictus, demenza, morbo di Parkinson, commozione cerebrale, depressione e dolore cronico. Si è dimostrata efficace anche nel migliorare le capacità sociali, linguistiche e comunicative delle persone affette da autismo. Anche le tecniche di guarigione non occidentali, come i "bagni di suono", vengono utilizzate a scopo terapeutico. Queste ultime tecniche sono state studiate meno, ma è dimostrato che possono influenzare la variabilità della frequenza cardiaca e i ritmi cerebrali e possono ridurre lo stress e alleviare il dolore.
Fare musica è una delle migliori strade per un corpo e una mente sani per tutta la vita. I benefici della musica per la salute sono generalmente poco riconosciuti.

D. Esiste un sovraccarico di suoni? Un cervello può essere esposto a troppi suoni? Ci sono effetti di questa condizione?

R. È fondamentale ascoltare i suoni giusti. Il rumore indesiderato ha numerosi effetti deleteri oltre ai danni all'udito. Anche il ronzio a bassa intensità del traffico o degli impianti di riscaldamento/raffreddamento può aumentare lo stress, innalzare la pressione sanguigna, portare a malattie cardiovascolari ed è persino collegato a un basso peso alla nascita. Uno dei motivi per cui le persone si sentono stressate, ansiose e hanno difficoltà a concentrarsi è il nostro mondo sempre più rumoroso. Evolutivamente, il suono è il nostro "senso di allarme", quindi siamo spesso in uno stato di stress di basso livello. Un rumore che non è abbastanza forte da causare la perdita dell'udito può comunque disturbare il nostro cervello e la nostra salute generale.