Recensioni
The unconscious in social and political life
The unconscious in social and political life
David Morgan (Edited by)
The unconscious in social and political life
Phoenix Publishing House, 2019, pp. XXXVII+280
£ 29.99 (paperback)
Questo eccellente lavoro curato da David Morgan si pone in diretta linea di continuità con i saggi e gli studi (teorici, empirici ed applicativi) che pongono sotto la luce della psicologia dinamica del profondo – in specie, della psicoanalisi – quanto accade nelle società e nel mondo in termini sociali, ma con un’attenzione specifica alle risonanze che tali eventi hanno nell’individuo e nei gruppi.
Ciò che sta accadendo nel nostro mondo pone a tutti una serie di interrogativi, insieme a dubbi, incertezze, sensazione di non essere per nulla padroni “in casa propria”, dato che la casa è oggi molto vasta e dai confini sfumati e certamente permeabili. Le ripercussioni di cambiamenti o eventi apparentemente lontani – dal terrorismo all’ascesa dell’ultra-destra, dal deterioramento ambientale e climatico al cinismo di molti capi e responsabili governativi, dagli scossoni impressi dalla Gran Bretagna uscendo dall’Europa alla gestione delle tre grandi potenze (USA, Russia e Cina) in cui il concetto di democrazia appare sempre più sbiadito – sono accentuati dalla sensazione dell’urgenza, della mancanza di vere risposte concertate e applicabili, da passi indietro compiuti con leggerezza (si pensi alla rinuncia a partecipare attivamente al fine di salvaguardare l’ambiente e ridurre gli inquinamenti da parte di importanti player internazionali).
Se si vuole avere un’idea profonda della crescente de-umanizzazione e della regressione degli aspetti culturali ed etici che contraddistinguono, oggi, numerosi aspetti della vita sociale e politica, con la possibilità di fare qualche previsione sul momento attuale proiettato nel futuro a breve e medio termine, la lettura di queste pagine attirerà l’attenzione non solo dei professionisti psicologi e operatori dell’area psicosociale, ma anche di responsabili organizzativi ed istituzionali, sia operanti nel pubblico che nel privato.
Il testo – il primo della serie The Political Mind dell’editore Phoenix – si apre con una Prefazione (scritta da Virginia Ungar, presidente della International Psychoanalytical Association) ed una Introduzione a firma del curatore, è composto da quattordici capitoli, ognuno frutto dell’opera consulenziale e della riflessione teorica di un autore. Tra gli autori spiccano nomi famosi come Christopher Bollas, Roger Kennedy e Jonathan Sklar – di quest’ultimo vedi Dark Times: Psychoanalytci Perspectives on Politics, History and Mourning (Phoenix, 2018) – accomunati dalla matrice psicoanalitica e in gran parte afferenti alla BPS - British Psychoanalytical Society. Infatti, il volume si compone degli interventi e delle relazioni che sono state tenute dal 2015 in avanti nel corso dei Political Mind Seminars presso la BPS e a cui sono stati invitati esponenti di spicco del pensiero critico psicosociale e socioanalitico.
Andando oltre il microcosmo della stanza di consultazione privata tipica degli analisti, questi lavorano stanno a testimoniare la ricchezza e la profondità di visione che la lente della psicologia dinamica del profondo permette di realizzare.
Prendendo in esame realtà complesse come la famiglia, il luogo di lavoro, le organizzazioni e la società nel suo complesso ci si interroga sulla dimensione dell’adultità, sugli stati della mente democratici ed autoritari, e sui danni che può creare il pregiudizio, il razzismo, il populismo sovranista ma anche il neoliberismo. Danni non solo sociali e relazionali, ma anche squisitamente mentali, inquinando l’assetto psicologico della persona e spostando l’asse del funzionamento mentale verso l’utilizzazione di pericolosi meccanismi psicologici profondi – basti pensare alla scissione che conduce a dividere il mondo in buoni e cattivi, in umani e disumani (come il nazismo ha ben dimostrato) –.
La domanda che ricorre sempre in testi come questo è “cosa fare?”, cioè come aiutare le persone a vedere ciò che a prima vista non si vede, coperto com’è dai richiami diretti a sollecitare i peggiori istinti dell’uomo, a nascondere e a rinominare ciò che sarebbe, tutto sommato, molto semplice vedere chiaramente. Come scriveva anni fa Alice Miller, chi gestisce simili perversi meccanismi non solo vuole che la persona non si accorga del gioco che si sta attivando ma tiene a creare le condizioni affinché nemmeno la domanda sia posta.
Libri come questo aiutano a tenere gli occhi bene aperti sulle dinamiche psicologiche, sociali e psicosociali che animano il mondo di oggi, e dovrebbero essere oggetto di studio e di dibattito socialmente condivisi.
Il curatore, David Morgan, è analista di training e supervisore della BPS. Direttore della Public Interest Psychology Ltd e membro del comitato dell’IPA - International Psychoanalytical Association – sulle Humanitarian Organisations, è autore di numerosi lavori di risonanza internazionale, e ha curato il volume di imminente uscita (novembre 2020) – sempre per Phoenix Publishing, collocato nella medesima collana The Political Mind – dal titolo A Deeper Cut: Further Explorations of the Unconscious in Social and Political Life.