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numero 6 - marzo 2013

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Time and Management from a Cross-Cultural Perspective

Time and Management from a Cross-Cultural Perspective

Coperta recensione.png Hede Helfrich, Eric Hölter, Igor V. Arzhenovskiy (Editors)
Time and Management from a Cross-Cultural Perspective
Hogrefe Publishing, 2013. Pp. XVIII + 210
€ 34.95 (rilegato), € 30.99 (e-book)

Questo volume affronta una tematica originale e poco esplorata nel vasto campo del management, prendendo le mosse dalle relazioni tenute al simposio internazionale Time and Management in Germany and in Russia svoltosi nel settembre del 2009, arricchite da alcuni saggi scritti appositamente per l’occasione della pubblicazione.

Il modo in cui è utilizzato il tempo negli ambienti di lavoro rappresenta un argomento di studio importante, stante la dimensione fondante della temporalità per ogni azione umana. Oltre all’uso del tempo, è però ancor più indicativo osservare il modo in cui il tempo è “vissuto” dalle persone e nei diversi contesti culturali. Ecco emergere il primo fattore rilevante, vale a dire l’influenza che le diverse culture esercitano sulla gestione del tempo di lavoro, ponendo a confronto soprattutto le realtà della Russia e della Germania, e prendendo successivamente in esame le situazioni tipiche dei contesti europei, asiatici e americani. All’interno di tale quadro emergono le differenze individuali, differenze che devono essere prese in esame a proposito delle diversità valoriali non meno che alle particolarità dei settori produttivi (ad esempio, il commercio e l’industria). La terza variabile considerata punta a fornire una risposta alla domanda che può essere riassunta come segue: esiste una modalità ideale, applicabile in ogni situazione, alla gestione del tempo? Si tratta di una variabile di rilievo soprattutto per le grandi imprese sovranazionali, lì ove le diverse unità operative sparse per il mondo costituiscono quella realtà aziendale che, si potrebbe dire, “non dorme mai”.

Nell’affrontare tali questioni i tre curatori del volume (ed autori di specifici contributi) sono stati affiancati da altri dodici colleghi i quali si sono impegnati nel delineare i risultati delle loro riflessioni e dei loro studi nelle ottiche teoriche, metodologiche ed applicative. Nell’insieme, i tredici capitoli del libro – oltre alla Prefazione (a firma di Evgeny V. Koposov) e all’Introduzione scritta da uno dei tre curatori, Hede Helfrich – sono opera di autori che provengono da sette paesi: Russia, USA, India, Cina, Paesi Bassi, Germania e Francia.

La nozione di “tempo” può essere considerata come una delle componenti del vantaggio competitivo nell’ambito della competizione internazionale sui mercati. Ecco perché l’interesse espresso su tale tema non rappresenta soltanto un interesse teorico – tanto è vero che sono già state proposte diverse linee di conduzione finalizzate a ottimizzare la gestione dei tempi di lavoro –: ma spesso la logica utilizzata è stata di tipo lineare, basata sulla razionalizzazione, e sulla metafora del “tempo come risorsa lineare”. In realtà, è la stessa idea di tempo che appare essere nascosta nelle pieghe delle diversità culturali, nei differenti contesti sociali, e nelle tante organizzazioni produttive. Così è stato notato che le culture individualiste (contrapposte a quelle collettiviste) e le modalità di gestione del potere (verticalizzato o diffuso) incidono sul modo di vivere il tempo delle persone al lavoro, in specie delle persone che sono posizionate nei ruoli manageriali. Inoltre, le differenti modalità di gestione del tempo appaiono associabili alla salute psicofisica della persona, alla soddisfazione sul lavoro e al successo dell’impresa in una configurazione che non lascia prevedere l’individuazione di “un” sistema auspicabile ed applicabile ovunque.

Molto interessanti sono i confronti tra la percezione e l’idea del tempo – e quindi dell’azione organizzativa – tra persone che provengono dal contesto culturale tedesco e da quello indiano, così com’è affascinante l’analisi sulla percezione e rappresentazione del tempo, e sulla valorizzazione dei singoli “tempi” scanditi dalla vita quotidiana, nell’ambiente culturale francese. Proprio la Francia appare paradossalmente rilassata nelle modalità di gestione del tempo di lavoro (non sembra diffusa l’idea del time is money!), mantenendo nel contempo una posizione di tutto rispetto in termini di produttività. 

Questo bel volume, in realtà, va sicuramente oltre l’esplorazione della dimensione del tempo nelle diverse culture prese in esame: molte sono le variabili considerate – umane, sociali ed organizzative – che arricchiscono il discorso sulla percezione e sulla gestione del tempo. Ad esempio, una di tali dimensioni è il polytasking, avvertito in modo significativo nel campione americano e con modalità assai più sfumate tra i soggetti indiani che vivono negli USA. Emergono, quindi, la multidimensionalità del concetto di tempo (sullo sfondo della policromia culturale), e l’impatto che l’educazione e la socializzazione imprimono sulla costruzione degli atteggiamenti individuali verso la temporalità. Emerge, infine, la dimensione del “tempo culturale e sociale”, in contrapposizione al “tempo naturale”.