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numero 85 - marzo 2021

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Social Responsiveness Scale, Second Edition (SRS-2)

Social Responsiveness Scale, Second Edition (SRS-2)

La Social Responsiveness Scale, Second Edition (SRS-2) è uno strumento versatile che soddisfa diverse esigenze per una misura efficace della sintomatologia dei disturbi dello spettro dell’autismo (ASD). Può essere utilizzata nelle scuole, nelle cliniche, negli ospedali e in altre strutture per valutare i punti di forza e le debolezze nel comportamento sociale reciproco.
L'SRS-2 è una scala composta da 65 item, nata con finalità sia cliniche sia di ricerca, che indaga la presenza di sintomi e comportamenti, frequentemente, associati all’autismo e ai ASD. Questa seconda edizione è composta da quattro differenti forme e può essere utilizzata per range di età che vanno dai 2 anni e 6 mesi fino all’età adulta.
La prima e la secondo forma, rispettivamente Prescolare (2 anni e 6 mesi-4 anni e 6 mesi) e Scuola (età 4-18 anni) possono essere compilate da genitori e/o insegnanti, mentre le forme per gli adulti (dai 19 anni in avanti) possono essere compilati da genitori, coniugi, altri parenti, o amici [Adulti (Other-Report)] o dallo stesso adulto [Adulti (Self-Report)] a partire dai 19 anni.
Per ogni forma è previsto uno specifico protocollo di registrazione autoscoring, che prevede, oltre i 65 item, le indicazioni per analizzare le sottoscale e una sezione per la compilazione del profilo finale. Ogni protocollo fornisce i risultati in termini di punti T e un breve quadro riassuntivo che sarà utile durante i colloqui di restituzione con le varie figure coinvolte che saranno informate in merito ai risultati. Ogni versione è pensata per il gruppo d’età di riferimento, per entrambi i sessi degli individui, e per qualsiasi tipo di informatore previsto da ogni singola versione. 
L’SRS-2 può essere completata e analizzata in un tempo ridotto, rispettivamente di 15-20 minuti e 5-10 minuti, rendendola uno strumento di agile utilizzo sia in ambito clinico sia di ricerca. Inoltre, può essere compilata da chi ha familiarità con il bambino o adulto in questione, siano questi i genitori, gli insegnanti ma anche i caregiver in generale. La struttura dell’SRS-2 e il linguaggio utilizzato sono, appositamente, chiari e facilmente comprensibili anche per coloro che non sono esperti di ASD.
L’interpretazione e l’applicazione dei risultati, d’altro canto, richiedono un professionista o una supervisione da parte di un professionista con formazione e esperienza nello sviluppo tipico e atipico dei bambini, in psicologia o nel campo dell’istruzione. 

Struttura

Questa edizione della scala è stata formulata tenendo conto dei cambiamenti significativi, in termini clinici e teorici, che sono stati introdotti dal DSM-5 e per tale motivo, oltre al punteggio SRS-2 totale, possono essere calcolati punteggi relativi alle macroaree sintomatologiche presenti nel DSM-5: Interazione e comunicazione sociale (SCI) e Comportamenti e interessi ristretti e ripetitivi (RRB). Inoltre, sono state create delle sottoscale di trattamento che individuano cinque sottoaree sintomatologiche, sia in termini di punti di debolezza sia di punti di forza, utili per impostare l’intervento. 

Le sottoscale[1] sono:

  • Consapevolezza sociale (AWR): capacità di cogliere gli indizi sociali (questa categoria rappresenta gli aspetti sensoriali del comportamento sociale reciproco);
  • Cognizione sociale (COG): capacità di interpretare gli indizi sociali una volta che sono stati colti (questa categoria rappresenta gli aspetti cognitivo-interpretativi del comportamento sociale reciproco);
  • Comunicazione sociale (COM): include la comunicazione sociale espressiva (questa categoria rappresenta gli aspetti "motori" del comportamento sociale reciproco);
  • Motivazione sociale (MOT): è la misura in cui il soggetto osservato è generalmente motivato a impegnarsi nel comportamento sociale-interpersonale (elementi di ansia sociale, inibizione e orientamento empatico sono inclusi tra gli item di questa scala);
  • Interessi limitati e comportamento ripetitivo (RBB): include comportamenti stereotipati o interessi altamente limitati, caratteristici dell’autismo.

L’Autore suggerisce, in ogni caso, che l’impiego di queste sottoscale debba essere limitato a specifiche tipologie di ricerca o a indagini cliniche specifiche per misurare la variazione dei sintomi. Questo perché, ad oggi, non vi sono evidenze disponibili a supporto di una loro interpretazione individuale a meno che non si intenda pianificare uno specifico trattamento. Analogamente, le sottoscale non sono utilizzate per riportare i risultati di ricerca, eccetto che nel caso di studi che valutino gli effetti di un trattamento o che si focalizzino sul significato specifico della sintomatologia di una sottoscala.
In tutte le sue forme, l’SRS-2 si presenta come un questionario che esamina le diverse dimensioni dei comportamenti interpersonali, della comunicazione, dei comportamenti ripetitivi/stereotipati che sono disturbi caratteristici dello spettro dell’autismo. La forma originale (che corrisponde all’attuale protocollo Scuola) è stata studiata per essere compilata da un adulto che osserva abitualmente il bambino nella sua interazione sociale con gli altri. Le nuove forme permettono l’utilizzo della scala con bambini più piccoli e nell’età adulta. L’obiettivo è quello di poter identificare, in modo affidabile, un ampio range di deficit nei comportamenti di reciprocità sociale – da assente a grave – basandosi sulla osservazione degli individui in contesti sociali abituali.
Nel suo impiego principale, l’SRS-2 genera un punteggio totale per tutti i 65 quesiti che può essere confrontato con quattro livelli/indice di severità dei deficit sociali che possono, o meno, essere presenti negli ASD.
L’introduzione dei livelli di severità dei sintomi, già presente nella prima versione della SRS, permette una migliore definizione degli ASD in termini non solo clinici ma anche di aree più o meno interessate e, allo stesso tempo, fornisce indicazioni utili per la discussione della diagnosi con le famiglie e gli operatori.

Utilizzo

Mantenendosi in continuità con lo strumento originale, l’SRS-2 è anche destinato ad essere di aiuto nella diagnosi differenziale rispetto ai disturbi in comorbidità (quali disturbi dell’attenzione, disturbi del comportamento, ecc.), inoltre, permette una rapida identificazione o descrizione dei deficit relativi all’autismo nella popolazione generale e in contesti di salute pubblica. La scala, in ogni caso, di per sé non fornisce una diagnosi differenziale ma permette di inquadrare le eventuali difficoltà interattive con una maggiore precisione.
Un altro aspetto interessante è che l’SRS-2 permette di raccogliere le “osservazioni” effettuate da persone (genitori, insegnanti, coniuge) che hanno osservato l’individuo in contesti abituali di vita, e come è ormai dimostrato queste informazioni sono parte integrante del processo diagnostico effettuato dagli specialisti in ambito clinico.
L’SRS-2 presenta dei vantaggi specifici rispetto alle altre scale per l’autismo già esistenti. Questi includono: la capacità dello strumento di quantificare lievi differenze nel livello di compromissione, una forte corrispondenza tra le diverse fonti di informazione, una stabilità delle differenze inter-individuali nel corso degli anni, una minima correlazione con il QI.

Costruzione

Gli item dell’SRS-2 sono stati inizialmente individuati dagli autori sulla base di un’ampia esperienza clinica con bambini con disturbi pervasivi dello sviluppo, ma anche con altri disturbi psichiatrici e dello sviluppo, e con bambini neurotipici con malattie mediche. 
Gli item sono stati rivisti e testati per verificarne la validità, la chiarezza e la appropriatezza per l’utilizzo da parte di osservatori che conoscono bene il bambino. La revisione degli item è stata sistematica e realizzata da parte di un panel di esperti nell’area della educazione speciale, psicologia scolastica, psicologia clinica dell’età evolutiva, neuropsicologia, pediatria, neurologia infantile e psichiatria infantile. Questo panel ha anche incluso genitori di bambini con autismo, disturbo di Asperger e PDD-NOS. 
Questi specifici item indagano il comportamento di reciprocità sociale, in modo da comprendere quattro elementi fondamentali: 1) la misura in cui un bambino è in grado di riconoscere i segnali sociali quando sono presenti; 2) la sua capacità di interpretare o meno questi segnali in modo appropriato; 3) la sua capacità di rispondere appropriatamente a questi stimoli (fornendo una spiegazione logica); 4) la sua tendenza generale ad avviare contatti sociali. 
Inoltre, l’SRS-2 si è dimostrata idonea nell’ambito delle ricerche sia per selezionare campioni di soggetti con ASD, per differenziarli da altri disturbi del neurosviluppo e per studi di follow-up.
Nel manuale sono, a tale proposito, riportati numerosi studi pubblicati su riviste peer-rewieved che hanno utilizzato questo strumento.

Adattamento italiano

La standardizzazione e validazione italiana, così come quella originale, è stata effettuata in modo che ogni campione riflettesse in modo uniforme le proporzioni delle versioni nelle varie fasce di età, il genere, l’origine geografica e il livello educativo. Inoltre, è stata valutata l’adeguatezza in un contesto culturale almeno in parte differente da quello in cui il test è stato concepito. 
La standardizzazione italiana copre un ampio range di età e riguarda tre campioni selezionati in maniera indipendente. Il campione normativo utilizzato per la validazione dell’SRS-2 comprende un totale di 1.632 report (812 maschi e 818 femmine) per soggetti di età compresa tra i 2 anni e 6 mesi e gli 89 anni. 
Sono state coinvolte diverse regioni italiane, per assicurare che il campione fosse ampiamente inclusivo e rappresentativo delle aree del Nord, Centro e Sud, e non influenzato da particolari condizioni locali. 
Anche nella versione italiana i protocolli del test hanno un linguaggio adatto al compilatore e prevedono tabelle normative specifiche per ciascuno dei tre gruppi di età per cui sono state costruite. 
Ai fini della validazione sono stati considerati anche i questionari compilati da un campione di soggetti con diagnosi di ASD. 
L’SRS-2 ha confermato, anche nel contesto italiano, di avere buone proprietà psicometriche e l’analisi per la validazione al fine di individuare i soggetti con ASD, ha mostrato che lo strumento possiede un’elevata capacità nel discriminare i soggetti sani da quelli patologici. 
Ovviamente, l’SRS-2 deve essere considerata all’interno di una più ampia valutazione, che preveda oltre all’utilizzo di strumenti diagnostici indicati nelle linee guida per la diagnosi ASD (ad es., ADOS 2 e ADI-R) anche la valutazione del profilo di sviluppo e cognitivo e, last but non least, il giudizio clinico.


[1] Nella traduzione si è preferito mantenere gli acronimi delle scale riportati nella versione originale perché più in linea con quanto utilizzato nella pratica clinica e per permettere una maggiore facilità di utilizzo anche in ambito di ricerca.