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numero 103 - marzo 2023

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Sigmund Freud. Il medico dell’inconscio. Una biografia / Handbook of Positive Psychology Assessment

Sigmund Freud. Il medico dell’inconscio. Una biografia / Handbook of Positive Psychology Assessment

9788820391768_0_536_0_75 (1).jpg Peter-André Alt
Sigmund Freud. Il medico dell’inconscio. Una biografia.
Hoepli, 2022. Pp. XXIX+848
€ 34,90

A una prima vista può apparire davvero incredibile che a distanza di tanti decenni dalla nascita della psicoanalisi, e dopo la pubblicazione di diversi, importanti saggi sulla vita e l’opera del fondatore della psicoanalisi, sia pubblicata una ulteriore (imponente) biografia di Sigmund Freud.
Questo lavoro, certamente di grande interesse e firmato non da uno psicoanalista bensì da un illustre docente di letteratura tedesca (Freie Universität di Berino) studioso di Franz Kafka e Friedrich Schiller, prende posto nel panorama delle biografie freudiane ove troviamo opera magistrali come quelle di  Ronald W. Clark, Freud (Milano: Rizzoli, 1983), e quella del 1988 di Peter Gay, Freud. Una vita per i nostri tempi (Milano: Bompiani, 1988; nuova edizione 2021), per non dire del classico lavoro di Ernest Jones in tre volumi, Vita e opere di Sigmund Freud, pubblicata tra il 1953 e il 1957, tradotto in italiano nel 1962 per merito dello psicoanalista Arnaldo Novelletto e di sua moglie Margherita Cerletti Novelletto (secondogenita del famoso psichiatra Ugo Cerletti).
Questa biografia freudiana si avvale delle più recenti “scoperte” che derivano dalla progressiva declassificazione dei documenti di Freud e di molti altri psicoanalisti custoditi nei Freud Archives (collocati nella famosa Library of Congress di Washington) che – come documenti bellici o dei servizi segreti – sono, appunto, lentamente resi pubblici allo scadere delle date che sono state imposte per la loro conservazione segreta. Ma il testo si avvale anche della grande massa di tutto ciò che è stato pubblicato in direzione storico-critica nel corso degli ultimi decenni: per fare un solo esempio, nel 2006 sono state pubblicate le lettere tra Anna e suo padre dapprima in tedesco, Sigmund Freud - Anna Freud Briefwechsel 1904-1938 (Frankfurt am-Main: Fisher Verlag, 2006), e successivamente in inglese, nel 2014: Sigmund Freud and Anna Freud Correspondence 1904 -1938 (Cambridge, UK & Malden, MA, USA: Polity Press).
Il lavoro minuzioso e encomiabile condotto da Peter-André Alt si può leggere come un romanzo, un resoconto storico, un’avventura intellettuale, una pagina di storia della psicologia (psicologia del profondo, come si diceva una volta, giustamente!), come una riflessione di un uomo di cultura che ha dedicato una parte della sua vita a ripercorrere la vita e le opere di Sigmund Freud. La psicoanalisi è così attentamente vista inserita nel contesto delle vicende storiche, sociali, politiche e culturali del tempo.
I quattordici capitoli recano titoli suggestivi (così come i paragrafi che li compongono), iniziando con il primo capitolo, Romanzo familiare (1856-1873) e proseguendo con La camera oscura del sogno (1895-1900), Espansione e tradimento (1907-1914) e La scienza sul palco del mondo (1923-1930), per citarne solo alcuni.
Come insegna proprio la psicoanalisi, è nella storia che si possono reperire le tracce e i segni di ciò che noi siamo; seguire, quindi, la vita e l’opera di Freud significa non solo apprendere (intellettualmente) la psicoanalisi dalla vita vera del suo fondatore, ma anche riflettere su ciò che la psicoanalisi ha offerto al mondo e su ciò che ancora oggi offre, senza soluzione di continuità, a noi tutti.
Il testo, come si è accennato, è facilmente godibile anche dai non addetti ai lavori (e non è per nulla noioso, come qualcuno potrebbe temere di fronte alla mole del volume), mentre per gli appassionati saranno certo affascinanti i richiami delle bibliografie, delle fonti e delle note, opportunatamente suddivise al fine di agevolarne la consultazione. Perché, come ogni biografia tematica che rifugge dalla semplice cronologia, il volume di Peter-André Alt si presta alla consultazione “verticale” e finalizzata, cosa che sarà di certo apprezzata da coloro che sono interessati a specifici aspetti della psicoanalisi e/o della vita /opera di Sigmund Freud.
Certo, si possono riscontrare taluni punti, per così dire, discutibili, come, ad esempio, quando si definisce sinteticamente zoologo Jean Piaget (p. 547), oppure il totale silenzio rispetto a una figura interessante di quel tempo come fu Hermann Rorschach. Mentre, tra i miti sfatati, ecco le considerazioni sulle analiste “che avevano comunque conquistato la sua attenzione, sfidandolo intellettualmente. Questo dimostra come considerasse le analiste donne assolutamente alla pari da un punto di vista scientifico” (p. 649). E, proseguendo nelle notazioni, relativamente al titolo dell’opera, Sigmund Freud: Der Arzt der Moderne. Eine Biographie, nella presentazione-traduzione italiana si è evidentemente scelto di optare per un titolo di maggiore impatto emotivo, richiamando la dimensione dell’inconscio al posto della dimensione della modernità.
Opre di questo livello contribuiscono a bilanciare nel panorama internazionale quei testi volutamente indirizzati a infangare Freud e la psicoanalisi, a ridicolizzare le scoperte freudiane e a evidenziarne – spesso creando dal nulla falsi allarmi – gli aspetti meno brillanti. Ma al di là delle denigrazioni dei Freud bashers sarebbe interessante leggere un domani uno studio critico di comparazione tra le maggiori, recenti biografie freudiane; un’opera che forse non sarà mai realizzata (e che potrebbe esserlo, credo, soltanto da un team di appassionati ed esperti, non da una singola persona) che potrebbe offrire nuovi spunti di riflessione.
Da menzionare, infine, il bel saggio introduttivo a firma di Silvia Vegetti Finzi Il futuro della memoria, mentre è da ricordare che alla traduzione italiana dell’originale tedesco (uscito per i tipi dell’editoreC. H. Beck di Monaco nel 2016) a cura di Aglae Pizzone e Lorenzo Marinucci ha contribuito Michele Lualdi in qualità di curatore redazionale.

 

613wIN815uL._AC_UF1000,1000_QL80_ (1).jpg Willibald Ruch, Arnold B. Bakker, Louis Tay, Fabian Gander (Edited by)
Handbook of Positive Psychology Assessment
Hogrefe, 2023, pp. VIII +464
€ 64.99

Nell’ambito della collana Psychological Assessment – Science and Practice ecco pubblicato il quinto volume dedicato interamente agli strumenti di valutazione nel contesto della psicologia positiva.
Va subito detto che si tratta di un testo wide range, nel senso che l’argomento è trattato inserito in numerosi e differenti contesti, dal clinico al sociale, dal lavoro alla sfera dell’educazione; quindi, ciò che rappresenta la colonna portante di questo lavoro curato da  Willibald Ruch, Arnold B. Bakker, Louis Tay e Fabian Gander – e che vede la firma di ben cinquantasei autori – è l’analisi critica e accurata dei test e dei questionari che possono essere utilizzati al fine di avere una misura, una valutazione di una quantità davvero ampia di situazioni. Infatti, nel corso degli ultimi decenni, sono emersi numerosi nuovi concetti nell’ambito della psicologia positiva e, con essi, si è sentita l’esigenza di creare nuovi strumenti di valutazione al fine di poterli inserire in contesti diversi e con approcci differenti. Ciò che mancava era, appunto, un’analisi rigorosa della qualità di tali strumenti, un’analisi comparativa accompagnata da suggerimenti per il loro impiego, raccomandazioni e consigli. Si può aggiungere: un’analisi che potesse andare oltre il tradizionale esame dei requisiti di attendibilità e di validità dei test.
L’obiettivo esplicito di questa opera è dunque quello di rappresentare lo stato dell’arte e di offrire una panoramica non legata soltanto al singolo strumento esaminato, bensì integrata con dei flash sulle teorie e sui modelli di riferimento, con delle note sulle necessità (eventuali) di ulteriori ricerche e di ulteriori conferme.
Il testo è suddiviso in cinque parti e in ben ventiquattro capitoli ognuno dei quali tratta, verticalmente, l’impiego di specifici strumenti nell’ottica della valutazione di altrettanto specifici aspetti che ruotano intorno al concetto di psicologia positiva. Un buon esempio di tale approccio sta proprio in uno dei capitoli di apertura, cioè il secondo capitolo, dal titolo Assessing Psychological Flourishing, in cui si differenziano i settori dedicati alla valutazione dei tratti psicologici, delle esperienze e del funzionamento globale dell’essere umano. Sono qui presentati sei strumenti e ognuno di questi è analizzato secondo un medesimo schema che parte dai requisiti di validità ed attendibilità per spaziare sulle applicazioni in diversi setting e concludere con una sintesi delle osservazioni. Si tratta di un quadro dettagliato dei migliori strumenti oggi impiegati per valutare il benessere secondo la prospettiva integrativa. La dimensione del benessere, come si sa, può essere valutata secondo l’ottica soggettiva o da un punto di vista più esterno, e il terzo capitolo si focalizza proprio sul primo dei due approcci, quello soggettivo – il SWB, Subjective Well-Being. Un punto di interesse che emerge da queste pagine è l’avvertenza circa i potenziali bias che possono distorcere la memoria e il giudizio del singolo soggetto che risponde ai self-report.
Proseguendo nel ripercorrere alcuni capitoli del testo ci si imbatte nelle pagine dedicate alla misura della qualità della vita in ottica medica. Infatti, il costrutto Quality of Life (QoL), anche se da alcuni criticato e visto come concetto-ombrello, ha avuto una sua specifica applicazione in ambito medico, oltre che nel vasto campo degli indicatori sociali come testimonia il primo degli strumenti qui analizzati, il WHOQOL, cioè il test elaborato a partire dalla definizione di qualità di vita elaborata in sede WHO – World Health Organization. Tra i punti di interesse è qui enfatizzata la necessità di cogliere il punto di vista del paziente nei contesti di healthcare “catturando le sistematiche registrazioni della cosiddetta voce del paziente all’interno della disciplina medica” (p. 93).
Non poteva mancare un capitolo dedicato a valutare i punti di forza del carattere basato sul sistema classificatorio VIA elaborato da Christopher Peterson e Martin Seligman nei primi anni del Duemila (capitolo 6), mentre un aspetto che ha progressivamente attirato sempre maggior interesse è legato al significato, cioè alla ricerca del significato della vita, allo scopo della vita – come ha insegnato Viktor Emil Frankl  – un orientamento strettamente collegato alla salute, alla motivazione, al benessere e persino al fattore della longevità (cap. 9).
Altri capitoli molto interessanti sono centrati sulla Self-Efficacy, sviluppata da Bandura negli anni Settanta (cap. 11), e sul coinvolgimento nel lavoro – capitolo 15, dal titolo Work Engagement.
In un mondo in cui si parla così tanto di stress post traumatici è utile soffermarsi sul capitolo 13, Assessing Postraumatic Growth, e fa infine piacere segnalare il capitolo 10, Assessing Flow, a firma di due italiane, Antonella delle Fave e Marta Bassi, suddiviso in una prima parte in cui si ripercorre lo sviluppo del concetto fondato da Mihaly Csikszentmihalyi e una seconda parte dedicata all’analisi degli strumenti.
Naturalmente non si deve pensare che nelle pagine di questo volume siano presentati questionari particolarmente sofisticati, ampi e complessi; il più delle volte si tratta di vere e proprie scale di misura, considerato anche che ciascun strumento tende a valutare un aspetto assai definito del grande campo della psicologia positiva e delle sue applicazioni. Ciò potrebbe deludere qualcuno, ma anche – al contrario – costituire un punto a favore di questi strumenti che sono sicuramente di rapido impiego e non implicano particolari sforzi nella somministrazione e nell’elaborazione dei risultati.