Osservatorio Orientamento
Scuola. Uno studente su tre rinuncia al lavoro ideale
Scuola. Uno studente su tre rinuncia al lavoro ideale
Uno studente su tre rinuncia al lavoro dei sogni. È quanto emerge da un'indagine promossa dall'Università di Padova, anche di questo si è parlato al seminario che si è tenuto a Roma in maggio. Il seminario, organizzato da Hogrefe Editore e dall'Associazione Nazionale Presidi (Anp) per i propri iscritti è stato tenuto dal Prof. Soresi sul tema: "L'orientamento a scuola in un'epoca di crisi: il contributo del Life Design".
Chi potrà fare il lavoro ideale? Secondo questa ricerca “la risposta è negativa per il 32% degli studenti, e i più scoraggiati sono i maschi (36%)". Lo dice allarmato Salvatore Soresi, docente dell'Università di Padova e direttore del Master di Psicologia dell'orientamento scolastico-professionale. Passando poi alle superiori, 8 liceali su 10 (il 79%) non credono che faranno il lavoro dei loro sogni da grandi. Un po' più fiduciosi sono invece gli studenti degli istituti tecnici, perché la percentuale degli scoraggiati cala al 61%, mentre nelle scuole professionali cala al 64%. "Il livello di successo scolastico non fa cambiare percezione agli studenti ‒ precisa il professore ‒ anche quelli valutati meglio hanno poche probabilità di poter svolgere da grande la professione ideale".
Gli studenti che appartengono ai livelli sociali inferiori rinunciano più facilmente al lavoro ideale. Sono il 37%.
A fronte di questa situazione ‒ "L'orientamento deve essere in grado di puntare su obiettivi specifici ‒ precisa Soresi ‒ e in momenti di crisi i docenti dovrebbero aiutare gli studenti ad affrontare situazioni impreviste e a individuare le loro predisposizioni individuali".
Invece di valutare e diagnosticare una buona pratica di orientamento dovrebbero preoccuparsi soprattutto di insegnare a valutare i rischi e ad affrontare le situazioni difficili e impreviste, dovrebbero insegnare a dire anche di no, a trasformare l’indecisione in risorsa e l’incertezza in opportunità, dovrebbe aiutare a cogliere le occasioni, a sostenere i propri diritti, interessi, valori, desideri ed aspettative.
Dice ancora Soresi nel suo intervento “Una buona attività di orientamento in epoca di crisi dovrebbe aiutare ad stare con gli altri, a lavorare insieme ed in contesti multiculturali, ad esplorare nuovi scenari, nuove opportunità”.
Basta quindi con i modelli di orientamento che fanno “diagnosi”, che si sono affermati con lo slogan “la persona giusta al posto giusto”. Secondo Soresi bisogna superare questo approccio e approdare rapidamente al nuovo paradigma dell’orientamento, quello che si basa sulla teoria del life design.
Si propone allora un nuovo modo di affiancare i giovani per aiutarli in un mondo del lavoro instabile. Da qui nasce il nuovo approccio all'orientamento chiamato “Life Design”, che mira a trasmettere nei giovani speranza e fiducia nel futuro proponendo interventi personalizzati.
In questo nuovo programma trovano spazio anche i genitori e gli insegnanti, chiamati a svolgere un ruolo educativo, di supporto e di aiuto nelle diverse fasi di analisi e sviluppo delle abilità, degli interessi, delle aspettative e dei valori coinvolti nella scelta scolastico-professionale e nella progettazione del futuro.
Proprio per rendere anche in Italia più attuabile questa nuova metodologia Salvatore Soresi e Laura Nota hanno realizzato due programmi di orientamento per le scuole secondarie di primo e secondo grado che sono stati presentati al termine del seminario.