Resoconti
Scienza cognitiva a convegno: quale interdisciplinarità, per quali applicazioni?
Scienza cognitiva a convegno: quale interdisciplinarità, per quali applicazioni?
L’origine della scienza cognitiva come approccio interdisciplinare allo studio della mente presuppone che la mente umana può essere compresa come integrazione di fondamenti teorici e metodi diversi. Questo postulato, che ha portato a risultati fecondi ma anche ad equivoci e incomprensioni fra discipline diversamente concorrenti, va periodicamente verificato per riflettere sulle modalità migliori di integrazione e sulle possibilità di convergenza su obiettivi applicativi di concreta utilità sociale.
Cosa hanno da offrire/proporre/ricevere ciascuna alle/dalle altre, le discipline che per molti versi si affacciano al fronte comune della scienza cognitiva? Si può costruire oggi una scienza davvero interdisciplinare? Quali applicazioni sono possibili a partire da un’impresa scientifica comune, senza perdere le specificità delle singole discipline che vi partecipano?
Questo il tema generale della Mid-term Conference dell’AISC (Associazione Italiana di Scienze Cognitive) tenuta in Sicilia presso l’Università Kore di Enna nell’aprile 2014. Hanno partecipato pionieri delle scienze cognitive in Italia come Bruno Bara e Cristiano Castelfranchi, ma anche studiosi di università straniere come James Hampton, che ha focalizzato il “triangolo semantico” fra filosofia, linguistica e psicologia, e Angelo Cangelosi del Robotic Center di Plymouth che ha trattato i recenti sviluppi della robotica evolutiva; nonché filosofi, psicologi, sociologi, linguisti, neuroscienziati, informatici, ingegneri robotici.
Temi oggetto di specifici simposi sono stati:
- i rapporti fra linguaggio e cognizione;
- le condizioni delle decisioni e delle scelte;
- l’uso di ambienti ludici e di strumenti robotici per scopi educativi e riabilitativi;
- l’Edutainment: tecnologie che uniscono intrattenimento ed educazione usate per agevolare la didattica interdisciplinare.
Due simposi hanno tematizzato aspetti di confine ma non certo marginali per le applicazioni delle scienze cognitive: la psicoterapia cognitiva nelle sue diverse declinazioni, e l’etica per la quale pure si assiste ad una “svolta cognitiva” molto interessante per le sue ricadute pratiche.
Una tavola rotonda conclusiva ha visto confrontarsi un neurofisiologo, un farmacologo, un filosofo, un informatico, un giurista e uno psicologo. Si è cercato di dare risposta a specifici quesiti riguardanti:
- le mediazioni “epigenetiche” fra geni e comportamenti;
- gli psicofarmaci come agenti di cambiamento;
- il contrasto fra riduzionismo scientifico e necessità di spiegare il caos e la complessità;
- la simulazione come metodologia utile per affrontare problemi complessi e assicurarne proficue applicazioni:
- i rapporti fra neuroscienza e diritto;
- le interazioni fra “coscienza estesa” e relazioni sociali.
Temi complessi per rispecchiare realtà ed esigenze di comprensione scientifica altrettanto complesse, in cui solo una interazione fra approcci diversi può cogliere in modo articolato le diverse prospettive di interpretazione e di azione.
Alla base di tutto, la cooperazione per mettere a punto tecniche utilizzabili in modo condiviso per valutare e programmare interventi di cambiamento: ad esempio, tecniche di assessment delle capacità di simulazione tramite mental imaging, presupposto per instaurare appropriati training di recupero neuropsicologico o comportamentale, in modalità reale o virtuale.
L’originalità di posizioni diverse, nella costante disponibilità al confronto e alla cooperazione, fa sperare che una integrazione fra le diverse discipline componenti la scienza cognitiva possa portare ottimi frutti nelle applicazioni ai problemi della società.
Gli abstracts degli interventi di ricerca sono pubblicati in un e-book nel sito AISC, direttamente accessibile al link: http://www.aisc-net.org/home/wp-content/uploads/2014/04/book-of-abstract-Enna.pdf