Resoconti
Reti sanitarie e buone prassi per cambiare la vita dei bambini con autismo
Reti sanitarie e buone prassi per cambiare la vita dei bambini con autismo
Promuovere il cambiamento globale e non semplicemente cambiare il bambino; la rete come nodo centrale e imprescindibile della presa in carico del bambino e della sua famiglia; l’intervento sotto un’ottica di sostenibilità: tutti questi aspetti sono stati affrontati durante la seconda edizione del Convegno “Reti sanitarie e buone prassi per cambiare la vita dei bambini con autismo”, organizzato dal Centro Studi sull’Infanzia e l’Adolescenza “Don Silvio De Annuntiis”, tenutosi nella soleggiata cornice dell’Hotel Serene Majestic di Montesilvano, Pescara, il 4, 5 e 6 Aprile 2013, sotto la Direzione Scientifica del Dr. Renato Cerbo, Neuropsichiatra Infantile, Direttore della UOC di Neuropsichiatria Infantile e del Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda USL di Pescara.
Il Convegno si è articolato in due momenti: un workshop precongressuale “con sorpresa” (poiché ad aprire i lavori non è stata la dott.ssa Costanza Colombi bensì la prof.ssa Caretto e la sua equipe) e due intense giornate formative tenute dai gruppi di studio e di attività clinica che più si occupano, in Italia, di ricerca e intervento a favore dei bambini con disturbi dello spettro autistico.
Nei lavori presentati, sono state affrontate le modalità di presa in carico maggiormente diffuse nei Servizi per l’età evolutiva sia nel contesto pubblico sia in quello privato. Le ultime ricerche nel campo della diagnosi precoce e dell’intervento precoce sono state illustrate dai docenti e ricercatori della Seconda Università di Napoli, dell’IRCCS Stella Maris, dell’Università di Trento. Le ricerche sono state accompagnate da riferimenti operativi e buone prassi, riportate dai differenti gruppi che si dedicano all’attività clinica, con filmati ed esempi pratici ed esplicativi.
Le esperienze operative di intervento precoce sono state proposte dal Centro per l’Autismo di Reggio Emilia.
I professionisti del Centro Di Rimini, diretto dalla dott.ssa Grittani, e quelli del Centro di Fano hanno mostrato il loro lavoro basato sull’Applied Behaviour Analysis.
L’equipe del dott. Valeri dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, ha sottolineato l’importanza di fornire ai genitori oltre alla diagnosi anche una terapia. Per tale motivo dal 2009 è in corso di sperimentazione a Roma la Terapia Mediata dai Genitori.
L’importanza di un Parent Training immediatamente successivo alla diagnosi è stata sottolineata anche dalla dott.ssa Dal Col che, insieme alla dr.ssa Xaiz, ha illustrato le attività del Laboratorio psicoeducativo della Valle Agordina.
Il Centro di Empoli ha mostrato come sia possibile, in un servizio pubblico, occuparsi sia di terapia (TED) sia di ricerca.
Infine tutto il pubblico ha constatato come la regione Abruzzo abbia al suo interno equipe e Servizi in rete, di grande rilevanza nel campo sociale come in quello clinico, rappresentati e coordinati dal Prof. Renato Cerbo.
Non sono mancati interventi delle associazioni di genitori, e interessanti poster di giovani ricercatori italiani.
L’ultima giornata è stata caratterizzata da un evento in memoria delle persone scomparse il 6 aprile 2009 durante il sisma che ha colpito L’Aquila. Il video e le letture presentati, oltre a provocare commozione in tutti i partecipanti, hanno sollecitato una considerazione sull’argomento della prevenzione, tanto importante per l’evento di l’Aquila, quanto per gli effetti che l’Autismo può portare con se.
Il Convegno ha offerto un momento di confronto importante, alternando momenti di grande emotività e coinvolgimento, a momenti di dibattito costruttivo circa la domanda fatidica “dall’autismo si può uscire?”, e riflessioni sulla neurodiversità.
I lavori hanno costituito un ponte tra teoria e pratica che ha fatto convergere conoscenze, spunti per nuove ricerche e riflessioni operative. La prospettiva è apparsa quella della qualità della vita, e la rete di Servizi è sembrato il fattore unificante: una rete che può tradursi come abbraccio concreto attorno al bambino e alla sua famiglia.