Rassegna stampa
Rassegna stampa #80
Rassegna stampa #80
I processi di produzione e comprensione linguistica nei bilingui
Una persona bilingue è in grado di alternare in modo fluente due lingue all'interno di una frase o discorso. Questo fenomeno, chiamato anche cambio di codice, mostra che entrambe le lingue sono attive durante la conversazione e che i bilingui possono usarle in modo flessibile regolando i relativi livelli di attivazione. I meccanismi cognitivi che svolgono un ruolo nella produzione e nella comprensione del discorso nei bilingui sono stati spesso oggetto di ricerca. Recentemente, Bosma e Pablos dell'Università di Leida hanno condotto uno studio, all’interno del modello Bia+, ossia un modello di attivazione interattiva bilingue, per cercare di comprendere se i costi della commutazione nella produzione, spiegati in termini di controllo cognitivo dall’alto verso il basso, trovino la stessa spiegazione anche nella comprensione linguistica. Sono stati reclutati ottanta madrelingua olandese avente l'inglese come seconda lingua. Tutti hanno fornito un consenso informato prima dell'inizio dell'esperimento e sono stati retribuiti con 15.00 euro per la partecipazione. Utilizzando il paradigma dell’adattamento al conflitto, è stato indagato se la lettura di un commutatore di codice implica un controllo cognitivo che influenza le prestazioni su un successivo compito. Sulla componente P300, ossia un potenziale evento-correlato registrato a causa della reazione di una persona allo stimolo, è stato trovato un effetto Flanker tradizionale (ossia un effetto che si rileva quando ai partecipanti viene richiesta una reazione veloce ad una lettera presentata centralmente che è affiancata da una coppia di lettere che condividono con la lettera centrale una relazione appropriatamente controllata dallo sperimentatore), con ampiezze maggiori per prove congruenti rispetto a prove incongruenti. Durante la comprensione della lettura, la prima lingua deve essere inibita quando si verifica un passaggio alla seconda e questa inibizione deve essere rilasciata quando si cambia e si ritorna alla prima. Quindi, l'attuale studio ha dimostrato che la lettura di frasi a commutazione di codice recluta processi di controllo cognitivo generale di dominio che sono esterni al lessico. Al momento non esiste un meccanismo di controllo cognitivo dall'alto verso il basso che faccia parte del modello BIA+. Questo modello dovrebbe essere modificato per spiegare meglio i processi cognitivi alla base della lettura bilingue e potrebbe aprire una nuova strada in un campo di ricerca così tanto esplorato.
Terrorismo e conseguenze psicologiche
Il terrorismo si definisce attraverso un insieme di azioni criminali premeditate con lo scopo di suscitare terrore nella popolazione e di causare danni collettivi ad enti statali, pubblici, governi, gruppo politici o religiosi. Gli individui che assistono a tali eventi possono avere delle conseguenze in termini di benessere psicologico. Un gruppo di ricercatori francesi, Gibert, Verdonk, Tarquinio, Falissard El Hage e Trousselard, hanno condotto uno studio allo scopo di individuare delle linee guide per far fronte all’insorgere del PTSD, ossia il disturbo da stress post traumatico. Il campione era composto da 82 soggetti che si trovavano a Parigi durante l’attentato del 13 novembre 2015 e che fanno parte di un’associazione per le vittime del terrorismo. Nello studio la prevalenza di PTSD osservata sei mesi dopo l’evento è rimasta molto elevata (61%), maggiore della prevalenza normalmente descritta. L'intensità dell'attacco terroristico e l'elemento sorpresa probabilmente spiegano quest’effetto nella popolazione. L’essere impreparati a questo tipo di situazione può comportare un certo potenziale traumatico e produce effetti diversi negli individui. Dallo studio sono emersi quattro fattori di rischio principali per lo sviluppo del PTSD: un disturbo acuto da stress, una bassa consapevolezza di avere il tratto dello stress, bassa istruzione scolastica e mancanza di sostegno famigliare. I dati raccolti hanno mostrato come un attacco terroristico induce una prevalenza di sintomi PTSD. Questo è il motivo per cui sarebbe opportuno costruire uno strumento per ottimizzare la prevenzione primaria e secondaria in termini di salute individuale. Una strategia orientata al sostegno del soggetto mediante la creazione di un ambiente sicuro e protettivo facendo leva sulle risorse come la famiglia e risorse interne come la consapevolezza potrebbero ottimizzare la resilienza globale dell’individuo in momenti traumatici come quello di vivere un attentato terroristico. In caso di attacchi terroristici, gli psicologi insieme agli psichiatri di emergenza sono costretti a occuparsi del massiccio afflusso di vittime civili psicologicamente traumatizzate e questa ricerca dimostra la necessità di uno strumento che agevoli sia il lavoro degli operatori di salute sia dei pazienti.
Il confronto sociale ed il benessere degli individui
Il ventunesimo secolo ha portato con sé un mondo nuovo caratterizzato dall’utilizzo massiccio di internet. Il “mondo dei social”, è una realtà che consiste in Facebook, Instagram, Twitter, Snapchat e Tik Tok. Miliardi di persone utilizzano queste nuove piattaforme con differenti scopi, che possono essere lavorativi, ricreativi, per mantenere dei rapporti sociali e fare nuove conoscenze o semplicemente per stare al passo coi tempi. Contemporaneamente, negli anni, sono emerse preoccupazioni riguardanti il benessere individuale e come questo possa essere influenzato dai social network. Recentemente è stato messo appunto uno studio da Verduy, Gugushvili, Massar, Täht e Kross dove veniva discusso l’impatto dei confronti sociali sul benessere soggettivo dell’individuo, alla luce del fatto che l’uso di piattaforme social media incrementa le occasioni di confronto sociale. I confronti sociali possono comportare un aumento del benessere dell’individuo stimolando sentimenti di motivazione e ispirazione alla crescita e facendo leva sulle competenze individuali. Tuttavia, esiste anche un risvolto negativo, nel momento in cui le persone si pongono obiettivi da raggiungere troppo alti andando a impattare sul benessere individuale. I sentimenti negativi che seguono il confronto sociale sui social media possono indurre le persone a impegnarsi ulteriori confronti sociali che possono essere dannosi, creando un ciclo vizioso. A conferma di quanto dimostrato anche da altri studi, il confronto sociale si definisce come un meccanismo chiave che spiega l’associazione tra l’uso di piattaforme social media e il livello di benessere individuale, per cui gli utenti che più frequentemente si impegnano in confronti a livello social media ne subiscono più probabilmente un impatto negativo. Sarebbe opportuno quindi che la ricerca futura sviluppi interventi per interrompere questi cicli e proteggere le persone dalle conseguenze dannose del confronto sociale.
Perché un politico viene preferito ad un altro?
La democrazia si basa sulla scelta del proprio leader o meglio del proprio presidente, o sindaco o di chi in quel momento si pone come possibile candidato nel fare da guida. La politica negli ultimi decenni per raggiungere il proprio target di riferimento ha utilizzato i mass media e più di recente internet e i social network. Ma cosa fa sì che un politico venga preferito ad un altro? Aichholzer e Willmann hanno condotto uno studio che ha mostrato interessanti implicazioni rispetto alla personalizzazione della politica e alla rappresentanza democratica, perché le caratteristiche personali possono essere segnali fondamentali per gli elettori, in base ai quali decidono se i candidati agiranno nel loro interesse e svolgeranno bene il proprio compito. La ricerca prevedeva due fasi. I partecipanti del primo studio sono stati reclutati attraverso una piattaforma online utilizzando le interviste CAWI e compensati con un incentivo monetario. Il campione era limitato a persone di madrelingua tedesca. Nel secondo studio i partecipanti erano austriaci e sono stati scelti dal registro centrale della popolazione, che lo rende un campione casuale della popolazione generale austriaca. Anche al secondo campione sono state somministrate le interviste CAWI ed è stato riconosciuto un compenso economico. I risultati hanno dimostrato che, in primo luogo, si tende a sostenere le preferenze di tratto degli elettori che seguono un principio di "leadership desiderata’’. Questi vogliono che il politico sia più emotivamente stabile, estroverso-assertivo, più deliberato-coscienzioso e aperto, più onesto, ma anche un po' più sgradevole. Deve avere molti dei tratti associati alla leadership come l’ambizione politica e la superiorità. In secondo luogo, la ricerca mette in risalto che gli elettori preferiscono un candidato che mostra caratteristiche di personalità congruenti alle proprie. Ciò è in parte dovuto alla pura simpatia emotiva della somiglianza che consente l'identificazione con il candidato. Tuttavia, ciò è anche imputabile a ragioni ideologiche e consente agli elettori di determinare cosa farebbero i candidati una volta che si trovano nel proprio ufficio. Si può dedurre che la scelta politica è mediata da diverse variabili come i tratti di personalità, la teoria della corrispondenza, la somiglianza ma anche altri fattori che non sono stati qui analizzati come il bel aspetto o il tono di voce. Ciascuno di noi quando è chiamato a votare prende in considerazione una serie di fattori importanti per lui con l’obiettivo ultimo di fare la migliore scelta possibile.