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numero 77 - maggio 2020

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Rassegna stampa

Rassegna stampa #77

Rassegna stampa #77

La pubblicità display online, a pagamento o offline? Quale tipologia è importante per comprendere le prestazioni e il valore di un’azienda?

Al giorno d’oggi la pubblicità è uno dei mezzi di comunicazione più importanti utilizzati all’interno di un’azienda, se non addirittura il più potente. Ad oggi si possono delineare differenti tipologie di pubblicità. La ricerca in oggetto si focalizza appunto sul confronto tra pubblicità display online, a pagamento e offline. La pubblicità display online viene definita come la pubblicità presente sul Web che include contenuti multimediali e annunci video, la ricerca a pagamento è la pubblicità online che appare insieme ai risultati organici sui motori di ricerca ed infine la pubblicità offline è una pubblicità tradizionale, quindi televisiva radiofonica e su carta stampata. Per comprendere e valutare gli effetti di queste tipologie di pubblicità sulle prestazioni e sul valore dell’azienda, lo studio condotto da… ha utilizzato un panel di osservazioni annuali sulle spese pubblicitarie di 1651 aziende in undici settori economici che vanno dal 2010 al 2016, acquisendo i dati pubblicitari dai database di Kantar Media e i dati di COMPUSTAT, database di informazioni finanziarie con sede in Colorado. I risultati delle tre tipologie di pubblicità sono stati confrontati rispetto a due misure di esito: le vendite del periodo corrente (misura a breve termine) e il valore dell’azienda (misura a lungo termine), tramite il q di Tobin, definito come il rapporto tra il valore di mercato dell’impresa e il costo di sostituzione delle sue attività. I risultati di tale studio dimostrano che la pubblicità a pagamento ha un effetto positivo sulle vendite rispetto alla pubblicità offline; inoltre viene sottolineata un’associazione positiva tra vendite e prestazioni aziendali, rilevando come questi effetti si manifestano rispetto ai due tipi di pubblicità online con effetti a lungo termine. Tale studio documenta anche maggiori effetti positivi della ricerca a pagamento e della pubblicità display rispetto a quelli della pubblicità offline. Tali risultati possono essere utili ai gestori nell’allocazione delle risorse relative alle spese pubblicitarie e agli investitori nella loro valutazione delle imprese. Tali esiti sono soggetti a diverse limitazioni e sono comunque necessarie ricerche future.

Bayer, E., Srinivasan, S., Riedl, E.J., & Skiera, B. (2020).  The impact of online display advertising and paid search advertis-ing relative to offline advertising on firm performance and firm value. International Journal of Research in Marketing.

 

I soggetti con una condizione alterata dell’aspetto come affrontano il periodo adolescenziale?

Quando parliamo dell’adolescenza facciamo riferimento ad un periodo di transizione tra la fanciullezza e l’età adulta durante il quale si verificano notevoli cambiamenti fisici e psicologici. Questa ricerca nasce con l‘intento di indagare una specifica fascia di popolazione: gli adolescenti con differenze visibili. Il termine differenza visibile è relativamente nuovo, con una prima menzione in letteratura nel 2004, che definisce le condizioni di alterazione dell’aspetto: congenite, della pelle, malattie e traumi come ad esempio le cicatrici o ustioni. Non sono stati condotti studi che indagano soggetti con tali differenze durante il periodo adolescenziale, i quali vivono una condizione che può comportare situazioni sociali difficili, associate a sintomi psicosociali quali ansia o depressione rispetto ai coetanei non affetti. Per questo motivo sono state condotte metanalisi, distinte per ansie e depressione, in cui sono stati selezionati undici studi. Questi studi includevano un totale di quasi 3000 adolescenti con e senza differenze visibili. I risultati hanno evidenziato che per i soggetti con condizione alterata dell’aspetto vi sono più sintomi d’ansia che di depressione, con piccola dimensione dell’effetto che indica la presenza di un’ansia leggermente elevata per tali soggetti. È importante sottolineare come tali risultati non siano riferibili ad un confronto diretto delle diverse tipologie di differenze visibili a causa della scarsa quantità di studi disponibili. Le conclusioni relative alla differenza congenita sono difficili da trarre. Sono necessarie ulteriori ricerche sui problemi psicologici nel caso di differenza visibile congenita per esaminare come questo gruppo si confronta con i coetanei non affetti. In sintesi, i risultati di questo lavoro confermano la possibilità che i sintomi, relativamente lievi della condizione, abbiano un basso impatto sul benessere psicosociale degli adolescenti.

Van Dalen, M, Dierckx, B., Pasmans, S.G.M.A., Aendekerk, E.W.C, Mathijssen, I.M.J., Koudstaal, M.J., Timman, R, et al. (2020).  Anxiety and depression in adolescents with a visible difference: A systematic review and meta-analysis. Body Image, 33, 38-46.

 

Il sonno e l’insonnia: modelli differenti tra gli adolescenti adottati internazionali e coetanei non adottati

Il sonno viene definito come uno stato fisiologico di sospensione delle attività psichiche superiori e della iniziativa motoria, soprattutto in rapporto alla vita di relazione. Durante il periodo adolescenziale, il sonno viene considerato un aspetto vitale dello sviluppo e l’insufficienza di quest’ultimo viene associato a minori risultati funzionali, come ad esempio la riduzione del rendimento scolastico. Nonostante i problemi del sonno vengono considerati comuni nella popolazione generale, risultano essere ancora più diffusi nelle popolazioni a rischio, come ad esempio i bambini stranieri adottati. Gli adottati internazionali hanno sperimentato eventi avversi della vita che possono tradursi in problemi del sonno. Tali problemi possono essere correlati ad esperienze che possono provocare stress, come cambiamento del caregiver, malnutrizione e abbandono. Lo scopo del presente studio è stato indagare i modelli di sonno negli adolescenti adottati a livello internazionale rispetto ai loro coetanei non adottati, quanto gli adolescenti adottati soddisfano i criteri diagnostici per l'insonnia, l’insorgenza di sintomi depressivi e se l'età in adozione è correlata a problemi di sonno. I dati riportati derivano dall’indagine youth@hordaland, condotta nella contea di Hordaland, Norvegia occidentale durante l’inverno/primavera del 2012. Tale ricerca fu eseguita su 9846 adolescenti di cui 44 sono stati identificati come adottati a livello internazionale. Il registro è gestito dalla direzione norvegese dell'infanzia, della gioventù e della famiglia e contiene informazioni su tutte le adozioni che hanno avuto luogo in Norvegia dal 1917. I risultati non hanno evidenziato differenze significative tra gli adottati e i coetanei non adottati riguardo a quanto tempo trascorrono a letto,anche se gli adolescenti adottati hanno riportato una durata del sonno significativamente più breve sia nei giorni feriali sia nei fine settimana. Inoltre una parte di adottati internazionali ha soddisfatto i criteri DSM-5 per l’insonnia, rispetto ai non adottati, anche se tale associazione non risultava più significativa dopo l’aggiustamento per i sintomi della depressione. Infine, gli adolescenti adottati dopo i dodici mesi hanno riportato più problemi di sonno rispetto a quelli che erano stati adottati in precedenza. Tali risultati suggeriscono sia un'area problematica che dovrebbe ricevere maggiore attenzione sia una potenziale via di intervento; è possibile, inoltre, riscontrare che gli adottati internazionali che entrano nell'adolescenza oggi siano a maggior rischio di problemi di sonno rispetto agli adolescenti nel presente studio, ma sono necessarie ulteriori ricerche per indagare su tali ipotesi.

Askeland,K.G.,Sivertsen,B.,Hysing,M.(2020). Sleep patterns and insomnia among intenationally adepted adolescents. Sleep Health.

 

Disagio psicologico e associazione con l’infiammazione periferica: un confronto tra soggetti affetti da COVID-19 e soggetti risultati negativi

La recente diffusione della COVID-19 ha comportato preoccupazioni relative alla salute pubblica nel momento attuale, ma è facile prevedere che gli effetti di questa situazione saranno ampi e protratti nel tempo. Precedenti studi su malattie respiratorie virali simili, hanno dimostrato che i pazienti infetti hanno presentato problemi di salute mentale anche dopo essere stati dimessi. Nello studio trasversale riportato in questo articolo, in cui i dati sono stati raccolti tra il 10 e il 28 febbraio 2020, vengono combinati approcci quantitativi e qualitativi per esaminare l’impatto immediato dei fattori socio-psicologici sui pazienti affetti da COVID-19 (casi lievi) in quarantena.  È stata inoltre esplorata anche la relazione tra disagio psicologico e presenza di bio-marcatori dell’infiammazione periferica trovati negli esami del sangue dei pazienti affetti. I soggetti che hanno partecipato allo studio sono stati reclutati principalmente dal centro clinico sanitario pubblico di Shangai, ad eccezione di due pazienti di altre province (Sichuan e Hubei) che sono state disposti a partecipare ad un colloquio telefonico. In questo studio sono stati confrontati lo stato mentale e i marker infiammatori di 103 pazienti risultati positivi alla COVID-19 con sintomi lievi  e 103 controlli corrispondenti risultati negativi al virus. I risultati di questo studio hanno rilevato che i pazienti COVID-19, rispetto ai controlli non COVID, manifestavano livelli più alti di depressione, ansia e sintomi post-traumatici da stress. Relativamente ad una misura di impotenza appresa si è osservato un effetto di genere, con pazienti di sesso femminile che mostrano punteggi più alti rispetto ai pazienti di sesso maschile. Inoltre, i livelli di CRP, proteina c-reattiva rilevabile nel sangue prodotta dal fegato e facente parte delle cosiddette proteine di fase acuta, un gruppo di proteine sintetizzate durante uno stato infiammatorio, risultano correlati positivamente con la gravità della depressione tra i pazienti COVID-19. L’associazione tra la gravità dei sintomi della depressione e il livello di CRP possono indicare che il virus potrebbe influenzare il sistema nervoso centrale e indurre sintomi neuropsichiatrici attivando la risposta immunitaria infiammatoria. Si tratta in ogni caso di risultati preliminari, ma mettono in luce la necessità di un trattamento ai pazienti COVID-19 con depressione e altri problemi mentali, in particolare quelli con fattori di rischio pre-morboso.

Guo, Q., Zheng, Y., Shi, J., Wang, J., Li, G., Li, C., Fromson, JA, Xu, Y., Liu, X., Xu,H., Zhang, T., Lu, Y., Chen, X., Hu, H., Tang, Y., Yang, S., Zhou, H., Wang, X., Chen, H., Wang, Z., & Yang, Z. (2020). Immediate psychological distress in quarantined patients with COVID-19 and its association with peripheral inflammation: a mixed-method study. Brain, Behavior, and Immunity.