Rassegna stampa
Rassegna stampa #56
Rassegna stampa #56
L’ascolto di un brano letto promuove l’apprendimento di nuove parole
Lo sviluppo del vocabolario ha inizio durante l’infanzia e prosegue per tutta la durata della vita. Bambini e adulti acquisiscono nuove parole, nello specifico la loro rappresentazione lessicale, spesso in modo casuale durante le conversazioni e attraverso attività con i testi e la televisione. In letteratura scientifica è stato evidenziato che soprattutto per i bambini è più semplice apprendere nuovi termini quando questi sono presentati sia in forma scritta che orale. In particolare coloro che ascoltano le storie sono più propensi a mettere in mostra la loro conoscenza del significato delle nuove parole rispetto a coloro che le leggono soltanto. Al contrario, studi su adulti che stanno imparando una seconda lingua mostrano una tendenza maggiore all’apprendimento con materiali presentati in forma scritta invece che orale. Uno studio condotto su 71 bambini di età compresa tra gli 8 e i 9 anni si è posto l’obiettivo di esplorare l’acquisizione di informazioni fonologiche, ortografiche e semantiche relative a parole incontrate all’interno di testi, mettendo a confronto tre diverse situazioni: solo lettura, solo ascolto e ascolto del brano con testo scritto a disposizione. Dai risultati è emerso che ascoltare le storie consente un miglior apprendimento dell’aspetto fonologico dei nuovi termini, ma non di quello ortografico; al contrario, leggere sembra essere di supporto per l’acquisizione di informazioni sia fonologiche sia ortografiche. È stato, inoltre, investigato l’impatto delle definizioni sull’apprendimento delle nuove parole, da cui è emerso che esse sarebbero di aiuto per imparare informazioni dettagliate sui nuovi termini, ma non nell’estrarre informazioni di carattere più generale. Infine, i bambini che presentano un vocabolario più ridotto hanno incontrato maggiori difficoltà sia durante l’ascolto sia durante la lettura in quanto hanno una minor familiarità con determinate parole rispetto a coloro che hanno un vocabolario più ampio, poiché più avvantaggiati nella messa in atto di strategie utili all’apprendimento. Gli insegnanti dovrebbero, quindi, supportare la lettura ad alta voce in classe permettendo ai bambini un apprendimento ottimale, specialmente per quanto riguarda informazioni di natura semantica.
Adolescenza: tra la preoccupazione per il futuro e il coraggio di affrontarlo
In una società caratterizzata dalla continua trasformazione dell’ambiente lavorativo, dal cambiamento tecnologico, dall’insicurezza economica e sociale, nonché dalla disoccupazione e dall’instabilità, molti sono gli adolescenti preoccupati e timorosi per il loro futuro, che vedono come pieno di rischi. L’ansia e l’angoscia per il futuro che gli adolescenti possono sperimentare potrebbe avere un impatto negativo sulla loro salute psicologica e sui livelli di soddisfazione della vita; anche l’insicurezza del lavoro come rischio percepito o la paura della disoccupazione futura influenza il benessere personale. Diventa centrale per incrementare il benessere, il concetto di adattabilità alla carriera in quanto permette agli individui di pianificare il loro futuro incerto, di affrontare condizioni di lavoro avverse, e di adattarsi ai cambiamenti e alle condizioni del mercato del lavoro. Da alcuni studi, una risorsa che sembra essere rilevante di fronte alle scelte di carriera percepite come difficili a causa delle paure legate al futuro è la propensione degli individui a comportarsi in modo coraggioso e persistere nonostante i rischi percepiti. A tal proposito, un gruppo di ricercatori italiani ha condotto uno studio per ampliare la conoscenza sulla relazione tra adattabilità alla carriera, il coraggio (inteso come un comportamento persistente nell’impegno nonostante il sentimento soggettivo di paura) e la soddisfazione di vita in un campione di 1202 studenti italiani di scuola superiore di età compresa tra 14 e 20 anni. Nello specifico è stato indagato il coraggio, ipotizzando il suo ruolo di mediatore parziale, nella relazione tra l’adattabilità alla carriera e la soddisfazione della vita. I risultati hanno dimostrato che l'adattabilità alla carriera è collegata, direttamente e indirettamente, attraverso il ruolo di mediazione del coraggio, alla soddisfazione della vita degli adolescenti. I risultati hanno ampliato la comprensione del ruolo del coraggio in questa relazione suggerendo che l'adattabilità alla carriera è positivamente legata al coraggio autopercepito che a sua volta è positivamente legato alla soddisfazione della vita. Il coraggio può essere inteso come un comportamento adattivo per far fronte ai compiti di carriera e al cambiamento delle condizioni lavorative. L’adattarsi con successo alle sfide di carriera e di cambiamento potrebbe perciò contribuire alla soddisfazione della vita e al funzionamento positivo della vita in generale. I risultati suggeriscono l’importanza di interventi tesi a promuovere l'adattabilità alla carriera e il coraggio per rafforzare la soddisfazione della vita nell'adolescenza.
Il supporto genitoriale motiva i comportamenti salutari dei figli
Da anni è ormai ben nota l’importanza dello svolgimento di una costante attività fisica per la salute e il benessere dell’individuo durante tutto l’arco di vita. Tuttavia, numerosi studi hanno rilevato come soprattutto le bambine, non ne pratichino a sufficienza in modo da trarne i maggiori benefici. Tra i molteplici fattori individuali, interpersonali e ambientali che influenzano il comportamento dei giovani, sembra giocare un ruolo determinante nello sviluppo di comportamenti salutari l’atteggiamento dei genitori. In particolare, il supporto all’essere attivi attraverso l’incoraggiamento e la costante presenza durante le attività dei figli e lo svolgimento di attività fisica da parte dei genitori stessi sono due caratteristiche che possono interessare il comportamento relativo all’esercizio fisico tra i bambini. È stato, inoltre, ipotizzato come potenziale mediatore tra il supporto genitoriale e l’attività fisica dei bambini, la percezione stessa che hanno i bambini di tale supporto. Per verificare questa ipotesi e testare questo modello concettuale è stato recentemente condotto uno studio in Canada su 936 bambini tra i 9 e gli 11 anni, in cui sono stati presi in considerazione anche fattori relativi all’educazione genitoriale, la struttura famigliare e l’accessibilità geografica a luoghi ricreativi e dediti alle attività sportive. È emersa una significativa relazione tra il supporto dato dai genitori e la percezione percepita dai bambini di tale supporto, correlata di conseguenza indirettamente con l’attività fisica svolta dai bambini stessi. Nello specifico, questo effetto indiretto è risultato essere di maggior impatto sulle femmine che sui maschi, le quali si sono dimostrate più attive e meno propense a trascorrere del tempo praticando attività sedentarie. I genitori dovrebbero, quindi, essere incoraggiati a fornire ai propri figli qualsiasi tipo di supporto, come ad esempio portarli in luoghi che permettano loro di essere attivi o guardarli e motivarli nello svolgimento delle loro attività, per poter incrementare i loro livelli di esercizio fisico.
Lo sviluppo dei bambini nelle comunità rurali
Numerosi sono i fattori che facilitano l’acquisizione e lo sviluppo di competenze evolutive nei primi anni di vita. Lo sviluppo è modellato non solo dalla componente genetica ma anche dalle interazioni, reciproche, sia con l'ambiente immediato, come la famiglia, sia con altri sistemi che interagiscono con questo, come la comunità. Gli studi sui bambini in età prescolare suggeriscono che l’intreccio di molteplici competenze evolutive, come quelle scolastiche e socio-emotive, possa influenzare il successo dei bambini nel futuro. Considerando le competenze accademiche/socio-emotive dei bambini come l’interconnessione di abilità cognitive, regolatorie e sociali che i bambini stanno sviluppando e che influenzano il loro sviluppo successivo, alcuni ricercatori hanno cercato di determinare tipi di profili di competenza accademica/socio-emotiva nei bambini di 3 anni e di collegarli a fattori contestuali in ambito rurale quali il comportamento genitoriale, l’ambiente in casa, la qualità della cura del bambino e l’ambiente di quartiere. La ricerca ha utilizzato i dati relativi a uno studio longitudinale, il Family Life Project, riguardante i bambini nati nelle contee rurali a bassa ricchezza negli Stati Uniti. Dallo studio è emerso la maggior parte dei bambini si dimostra promettente nel funzionamento accademico e sociale suggerendo che molti di loro hanno già una solida base prima di entrare in un ambiente prescolare e formale. Tuttavia, esiste un ampio gruppo di bambini che potrebbero aver bisogno di un intervento precoce in riferimento al comportamento o all’apprendimento a causa di manifestazioni aggressive non conformi o di un funzionamento inferiore alla media. Ciò è coerente con gli studi precedenti che mostrano il minor rendimento dei bambini nelle comunità rurali rispetto ai loro coetanei urbani che potrebbe essere in parte spiegato attraverso la dispersione e la mancanza di accesso a servizi di alta qualità per l'assistenza all'infanzia e ai servizi sanitari e alle biblioteche nelle comunità rurali che possono limitare le capacità delle famiglie di fornire esperienze arricchenti. Tra i fattori predittivi di funzionamento, risulta interessante come la fiducia e la coesione presente nella comunità, sono predittive di un funzionamento elevato. Ciò supporta l’ipotesi che il senso di coesione della comunità, particolare risorsa dell’ambiente rurale, è associato allo sviluppo dei bambini suggerendo che, nelle comunità rurali, i fattori di vicinato possono svolgere un ruolo molto più ampio rispetto ai bambini che risiedono nelle comunità urbane. I risultati di questo studio indicano che le comunità rurali presentano sia sfide che aspetti favorevoli per lo sviluppo ottimale dei bambini piccoli e l’importanza di investire in queste comunità.