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numero 51 - ottobre 2017

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Rassegna stampa

Rassegna stampa #51

Rassegna stampa #51

Prestazioni in algebra e differenze di motivazione tra studenti con disabilità di apprendimento e studenti senza disabilità

Negli ultimi decenni, sono state documentate le differenze nella performance tra studenti senza disabilità di apprendimento (non-LD) e studenti con disabilità (LD), i quali presentano performance e risultati significativamente inferiori rispetto ai loro pari senza disabilità. La ricerca ha costantemente dimostrato che gli studenti con disabilità di apprendimento hanno una minore persistenza nei compiti accademici, in vari settori e a diversi livelli. Inoltre, un numero crescente di studi che si è focalizzato in modo specifico sulla motivazione degli studenti con LD ha dimostrato che questi spesso mostrano diversi profili motivazionali rispetto ai loro coetanei senza disabilità. Rispetto agli studenti non-LD, i bambini con disabilità di apprendimento presentano deficit di motivazione e minori livelli di competenza percepita. Allo stesso modo, studenti con LD riportano un minor utilizzo di strategie accademiche e una minore persistenza nei compiti accademici. Il presente studio esamina le differenze tra gli adolescenti LD e non-LD nei diversi livelli di rendimento (rendimento scarso; rendimento medio; rendimento alto) sulla performance e attitudine all’algebra e sui costrutti motivazionali (aspettativa di competenza, interesse e orientamento alla matematica) e la discrepanza tra la competenza degli studenti e la percezione della propria competenza. I risultati indicano che, sebbene gli studenti con LD ottengano punteggi inferiori nell’attitudine e nella performance in algebra e giudizi delle proprie competenze più inaccurati rispetto al campione non-LD, le differenze più significative sono state riscontrate tra gli studenti non-LD ad alto e scarso rendimento. I risultati indicano anche possibili implicazioni per gli interventi formativi volti a promuovere l'apprendimento degli studenti ai vari livelli di rendimento. Durante la progettazione degli interventi per studenti con scarso successo, con e senza difficoltà di apprendimento nella matematica, è indispensabile tenere in considerazione il ruolo fondamentale giocato dalla motivazione. Nel tentativo di motivare gli studenti a basso rendimento, gli insegnanti dovrebbero lavorare per facilitare un approccio orientato agli obiettivi, poiché la ricerca ha costantemente dimostrato che, sia le strutture e gli ambienti scolastici, che un approccio basato sugli obiettivi, sono più efficaci nel promuovere un alto rendimento.

O'Shea, A., Booth, J. L., Barbieri, C., McGinn, K. M., Young, L. K., & Oyer, M. H. (2017). Algebra performance and motivation differences for students with learning disabilities and students of varying achievement levels. Contemporary Educational Psychology, 50, 80-96. 

 

Preferenza per brand antropomorfi: l’effetto dell’esclusione sociale

L’esclusione sociale è un’esperienza pervasiva anche nella vita del consumatore. Le persone spesso sperimentano l’essere esclusi o rifiutati nelle loro relazioni con i familiari, gli amici, i colleghi e i conoscenti. Poiché l’esclusione sociale ostacola il bisogno umano fondamentale di appartenere, può avere conseguenze psicologiche e comportamentali significative. Di recente, i ricercatori hanno esaminato l’impatto dell’esclusione sociale sui giudizi del consumatore e la conseguente scelta di prodotti e brand. Questa linea di ricerca si focalizza principalmente su come gli individui socialmente esclusi scelgono i prodotti in modo da segnalare le loro intenzioni e il loro interesse a costruire connessioni sociali con persone o gruppi desiderati e quindi facilitare la connessine interpersonale. A volte i prodotti costituiscono più di un semplice strumento o mezzo per entrare in contatto con altre persone. La ricerca sul brand suggerisce che i prodotti stessi rappresentano un mezzo per la creazione di relazioni e che i consumatori possono stabilire rapporti con i prodotti o brand in modo simile alle modalità con cui formano relazioni interpersonali.  In questa ricerca, invece, viene presa in considerazione una nuova prospettiva. I consumatori socialmente esclusi sono più motivati a stabilire un rapporto con il marchio, quando questo presenta caratteristiche simili a quelle umane, piuttosto che usare il marchio per collegarsi socialmente ad altre persone. Sulla base di ciò sono stati condotti tre studi per testare l’ipotesi secondo cui i consumatori che sono socialmente esclusi, rispetto ai consumatori non esclusi, mostrano una maggiore preferenza per le marche antropomorfe (Studio 1-3). Questo effetto è mediato dal bisogno del consumatore di affiliazione sociale e connessione con altre persone ed è moderato dall’opportunità di connessione sociale con altre persone (Studio 2). Inoltre, i consumatori socialmente esclusi differiscono nei tipi di relazione che vorrebbero costruire con le marche antropomorfe, a seconda delle loro attribuzioni all’esclusione. In particolare, i consumatori che incolpano se stessi per essere socialmente esclusi mostrano una maggiore preferenza per marche antropomorfe (Studio 3).

Chen, R. P., Wan, E. W., & Levy, E. (2017). The effect of social exclusion on consumer preference for anthropomorphized brands. Journal of Consumer Psychology, 27(1), 23-34. 

 

Sviluppare la creatività nei bambini della scuola dell’infanzia

La creatività è un concetto complesso e di difficile definizione che gioca ancora un ruolo fondamentale nell'apprendimento di bambini e adulti. Molti adulti tuttavia non hanno fiducia nella loro capacità di essere creativi e hanno una ristretta comprensione di ciò che costituisce la creatività, che normalmente equivale all'attività creativa legata principalmente agli ambiti artigianali o culinari in cui i risultati sono pre-determinati. Secondo Duffy (2006) le attività creative dei primi anni sono spesso rivolte agli adulti e si basano sullo sviluppo di tecniche di apprendimento piuttosto che sullo sviluppo della creatività nei bambini. C'è anche una visione popolare sulla creatività che si riferisce ad una ristretta parte della popolazione ed è limitata ad attività specifiche. Questo studio esamina la percezione e il livello di fiducia, nell’ambito della creatività, in bambini della scuola materna del Regno Unito ed è volto ad informare sull’esistenza di un modulo di insegnamento “Play and Creative”. Questo modulo utilizza una definizione democratica dell’insegnamento della creatività incoraggiando gli studenti ad intraprendere attività pratiche per sviluppare le competenze e la fiducia nelle loro personali capacità. Sebbene esistano un sacco di ricerche che esplorano queste idee nel campo della prima infanzia, ne esistono poche che si focalizzano sulle best practice da applicare nella scuola superiore. Questo studio identifica un chiaro miglioramento nella fiducia degli studenti nelle loro capacità creative e un miglioramento della fiducia nell’attuare le attività sperimentate nelle sessioni previste dal modulo. Gli studenti hanno sviluppato una comprensione più profonda e democratica del concetto di creatività e hanno riconosciuto l’importanza di offrire una vasta gamma di opportunità e di risorse per sviluppare la creatività dei bambini. Le attività pratiche all’interno del modulo hanno anche supportato le competenze professionali degli studenti come il team working, la capacità di ascolto e l’importanza della cooperazione e della riflessione sulla pratica.

Yates, E., & Twigg, E. (2017). Developing creativity in early childhood studies students. Thinking Skills and Creativity, 23, 42-57.

 

Leadership basata sul compito e sulla persona e prestazione del team: una meta-analisi

Il tema della leadership costituisce una delle più prolifiche aree di ricerca nel campo del comportamento organizzativo, poiché ha importanti implicazioni sulla performance dell’individuo, del gruppo e dell’organizzazione. Tale interesse da parte della ricerca è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi due decenni. Il punto in comune delle teorie sulla leadership è che i tratti o le tendenze comportamentali dei leader influenzano significativamente le azioni dei subordinati e il funzionamento del gruppo. I team leader devono gestire le risorse di ciascuno e la progressione verso il raggiungimento degli obiettivi in modo da favorire la performance di gruppo. In questo articolo sono riportati i risultati di una rassegna meta-analitica, esaminando da un lato la relazione tra comportamenti dei leader focalizzati sul compito e sulla persona, e dall’altro la performance del team. I risultati, basati su 89 campioni indipendenti, mostrano una moderata associazione positiva tra entrambe le tipologie di leadership e la performance soggettiva del gruppo. Invece, per quanto riguarda la performance oggettiva del gruppo, la dimensione dell’effetto è piccola ma positiva per entrambe le tipologie di leadership. Inoltre, in accordo con i moderatori metodologici, le analisi mostrano che le relazioni sono più forti quando i comportamenti di leadership sono stati valutati dai leader stessi, piuttosto che dagli altri, e l’associazione è più forte quando le correlazioni sono stimate a livello individuale, rispetto a quelle stimate a livello di team. Per quanto riguarda i moderatori concettuali, il tipo di team rappresenta un moderatore significativo, e le correlazioni tra comportamenti di leadership basati sulla persona e performance del team erano più forti per i team di servizi e di progetti rispetto alle squadre di azione o di esecuzione. In questa analisi è stata testata anche l’interdipendenza del compito come moderatore. Tuttavia, i risultati non mostrano un chiaro effetto sulla relazione tra comportamenti di leadership e performance del team.

Ceri-Booms, M., Curşeu, P. L., & Oerlemans, L. A. (2017). Task and person-focused leadership behaviors and team performance: A meta-analysis. Human Resource Management Review, 27(1), 178-192.