Rassegna stampa
Rassegna stampa #30
Rassegna stampa #30
Persone dotate di capacità di ragionamento riflessivo non mostrano segnali di inibizione delle credenze
I processi che sottostanno alle differenze individuali nelle prestazioni di ragionamento non sono del tutto conosciuti. Cosa fanno di differente dalle altre persone coloro che hanno buoni punteggi nei compiti di ragionamento nei quali le credenze e la logica entrano in conflitto? Poiché esistono prove abbondanti che dimostrano come anche gli individui con peggiori abilità di ragionamento sono in grado di individuare questi conflitti, è stato suggerito da alcuni autori in passato che le differenze individuali derivino da eventuali fallimenti del meccanismo di inibizione che si verificherebbero in una fase più avanzata del processo di ragionamento. La presente ricerca evidenzia invece la possibilità che una minoranza di soggetti dotati di elevate capacità di ragionamento si discosti da questo processo fin dalla fase iniziale. Due studi in particolare hanno investigato i segnali emergenti nel processo di inibizione delle credenze utilizzando un paradigma di accesso lessicale (Studio 1) e un altro di priming negativo (Studio 2). Il primo dei due ha dimostrato che mentre altre persone esibivano segnali di inibizione delle credenze come naturale conseguenza del conflitto creatosi fra queste e la logica, alle persone con la più alta disposizione alla riflessione cognitiva non accadeva la stessa cosa. Nel secondo studio questo risultato è stato replicato e sono stati ottenuti esiti simili anche quando venivano messi a confronto gruppi con le più elevate e gruppi con le più basse abilità cognitive generali. Due possibili spiegazioni sono state discusse. I soggetti capaci di ragionare con uno stile cognitivo altamente riflessivo oppure coloro che sono dotati semplicemente di una più elevata abilità generale potrebbero comunque aver innescato e poi inibito l'elaborazione della credenza ma se così fosse, potrebbero essere stati anche eccezionalmente efficienti nel recuperare da questo iniziale impasse, di conseguenza non sarebbe stato individuato alcun effetto dell'inibizione della credenza. Una spiegazione alternativa potrebbe essere che questo tipo di persone iniziavano direttamente il ragionamento con un processo di elaborazione di tipo diverso, che non prevedeva affatto né l'innesco né tanto meno l'inibizione dell'elaborazione basata sulle credenze.
Si può afferrare? Lascia che sia la tua mano destra a stabilirlo
Molteplici ricerche sull'argomento hanno dimostrato una preferenza per la mano destra in compiti che prevedevano l'azione di afferrare un oggetto guidata esclusivamente dal canale visivo. Afferrare un oggetto richiede l'integrazione delle componenti sia visive che motorie dell'elaborazione visuo-motoria. È stato più volte proposto che l'emisfero sinistro giochi un ruolo fondamentale nelle funzioni visuo-motorie. Lo studio corrente si è proposto di investigare se l'elaborazione visiva di oggetti che è possibile afferrare, senza alcun effettivo movimento di raggiungimento o presa dell'oggetto stesso, nascondesse una preferenza per la mano destra (e quindi il primato del sistema emisfero sinistro/mano destra). Per di più gli autori intendevano così scoprire se un tale vantaggio per la parte destra fosse automaticamente evocato dalle caratteristiche motorie dell'oggetto del desiderio. A due gruppi di partecipanti quasi esclusivamente destrimani è stato quindi chiesto di categorizzare oggetti diversi presentati su un monitor, rispondendo attraverso l'utilizzo di un tastierino numerico. Il primo ha dovuto ordinare gli oggetti presentati come “afferrabili” (per esempio una mela) o “non afferrabili” (un'automobile). Mentre per il secondo le due etichette da utilizzare nel compito di categorizzazione sono state “presenti in natura” (mela) e “costruiti dall'uomo” (automobile). È stato registrato anche il tempo di reazione ai diversi stimoli presentati. I soggetti dell'esperimento si sono ritrovati a ricoprire ruoli in cui le modalità di risposta (dito medio, dito indice; mano destra, mano sinistra) venivano alternate ad arte. A tutti è stato chiesto di rispondere nel modo più veloce ed accurato possibile. I risultati hanno infine mostrato una preferenza per la mano destra nel comportamento di risposta allo stimolo costituito da un oggetto afferrabile solo quando i soggetti si trovavano nella condizione in cui dovevano distinguere fra le caratteristiche di “afferrabilità” o “non afferrabilità” degli obiettivi del compito. Quando si è trattato di distinguere fra oggetti presenti in natura oppure generati dall'essere umano, questa preferenza non emergeva. I risultati suggeriscono che, a differenza di quanto sostenuto da altri, le caratteristiche motorie intrinseche di un oggetto non sempre evocherebbero reazioni automatiche ma potrebbero altresì richiedere rappresentazioni coscienti che siano appropriate alla tipologia dell'interazione con l'oggetto e quindi prevedere anche tempi di elaborazione diversi.
I fattori di rischio per il comportamento delinquenziale persistente tra i giovani: una metanalisi
Sono state identificate nel corso del tempo diverse tipologie di rischio relative al corso dello sviluppo di vita ma mancava una revisione quantitativa degli effetti di queste. Questo studio riporta i risultati di una metanalisi che ha esaminato l’effetto di diversi fattori di rischio nel corso della vita in età adolescenziale. Sono stati inclusi 55 studi che riportano 1014 effetti di fattori di rischio, e ogni fattore di rischio è stato classificato in 14 domini di rischio. I risultati hanno rivelato un effetto significativo per 11 domini che vanno da d = 0,200 per d = 0,758. I risultati hanno trovato un effetto significativo relativo alla storia personale di tipo criminoso, comportamento aggressivo, abuso di alcol e droga, condotta sessuale, relazioni sociali, problematiche emotive, mentre sono stati trovati effetti minori relativamente ai fattori riguardanti la famiglia e gli atteggiamenti personali. La salute fisica e i domini relativi al quartiere di residenza non hanno evidenziato alcun effetto. I risultati evidenziano che la maggior parte dei domini di rischio contribuiscono allo sviluppo di condotte delinquenziali. Inoltre, sono stati riscontrati effetti moderatori di sesso, età ed etnia all'interno di diversi domini di fattori di rischio. Nel complesso, i risultati hanno mostrato che la prevalenza di fattori di rischio in più domini era più grande per il corso di vita totale che per la fascia d’età adolescenziale, il che implica che la maggior parte dei domini di rischio hanno un ruolo più o meno significativo nello sviluppo del comportamento delinquenziale persistente. I risultati di questo studio forniscono strade per la ricerca futura più mirate e lo sviluppo e il miglioramento di differenti servizi di intervento e di procedure di valutazione del rischio.
La sensibilità ai contenuti di una scena emotiva al di fuori del centro dell'attenzione
Questo studio valuta se il contenuto emotivo delle scene visive raffiguranti persone viene elaborato anche nella visione periferica o se per questo necessiti elusivamente di un’attenzione focale. Nella presente ricerca, fotografie di scene di tipo emotivo o neutro sono state associate ad un'immagine sfuocata per 150 ms in visione periferica (≥ 5 °). Le immagini sono state immediatamente seguite da una cifra o una lettera in un compito di discriminazione. Sono stati confrontati dodici tipi di contenuti specifici raffiguranti scene di tipo emotivo (ad esempio, scene erotiche o immagini di mutilazioni). L’obiettivo era quello di valutare l’interferenza sulla prestazione nel compito di discriminazione data dalla presentazione delle scene a connotazione emotiva; questa veniva misurata in termini di rallentamento dei tempi di reazione. I risultati hanno mostrato, in primo luogo, che le scene con contenuto emotivo causano maggiori interferenze rispetto alle scene neutre, in assenza di fissazioni. In secondo luogo, l'interferenza rispetto a scene piacevoli è stata simile per i partecipanti femminili e maschili (ad eccezione di scene di tipo erotico), ma le femmine sono state maggiormente colpite da scene sgradevoli rispetto ai maschi. I risultati mostrano che il contenuto di tipo emotivo viene percepito e cattura l'attenzione in visione periferica, anche se in misura minore rispetto alla visione di tipo centrale, come è testimoniato dall’interferenza delle scene di tipo emotivo sulla prestazione in un compito concomitante rilevante. L’attenzione maggiore rilevata da scene piacevoli avviene allo stesso modo per gli osservatori siano essi maschi che femmine, anche se ci sono differenze di genere per alcuni contenuti specifici. Il paradigma di interferenza utilizzato per valutare l'acquisizione di attenzione non ha rivelato effetti di lateralizzazione. Gli effetti riscontrati sono dunque probabilmente attribuibili all’elaborazione dei significati affettivi piuttosto che a fattori meramente percettivi.
Calvo, M.G., Gutiérrez-García, G., del Libano, M. (2015). Sensitivity to emotional scene content outside the focus of attention. Acta Psychologica. 161, 36-44.