Rassegna stampa
Rassegna stampa #25
Rassegna stampa #25
Assunzione di alcol da parte di studenti universitari in situazioni ad alto rischio
Il consumo eccessivo di alcol fra studenti universitari costituisce oggi un problema piuttosto diffuso. Alcuni studi epidemiologici indicano che il 20-30% di questi soggetti soddisfano i criteri diagnostici per il disturbo da uso di alcol (AUD). L’ansia sociale clinicamente significativa è in genere associata con un incremento quattro volte maggiore dello sviluppo di AUD. In un campus universitario i ragazzi sono continuamente esposti a nuovi incontri e situazioni che possono provocare ansia sociale; è probabile che fra di essi gli studenti socialmente ansiosi bevano alcolici in quantità rilevanti quando sono presenti fattori cognitivo-motivazionali come il desiderio di gestire gli affetti (strategie di coping) o quello di evitare il giudizio sociale (motivazione alla conformità) in situazioni ad alto rischio costituite da contesti sociali in grado di suscitare stati emotivi negativi come tristezza, solitudine e rabbia o situazioni intime/personali. Il presente studio aveva l’obiettivo di identificare proprio l’effetto di mediazione di coping e desiderio di conformità nella relazione fra ansia sociale e consumo di alcol. Dai risultati della ricerca è emerso come alla radice del consumo eccessivo di alcolici ci siano principalmente motivazioni negative come la volontà di evitare la critica sociale o la necessità di fronteggiare emozioni negative. Incremento dell’umore positivo o socievolezza hanno invece in questo caso un impatto minore rispetto a ciò che accadrebbe con soggetti non ansiosi. Gli autori hanno rilevato che fattori motivazionali come coping e desiderio di conformità mediano la relazione esistente fra ansia sociale e utilizzo di alcol situazione-specifico (contesti caratterizzati da intimità o insorgenza di emozioni negative) durante il mese precedente alla rilevazione, sia indipendentemente l’uno dall’altro che in maniera additiva. L’eccesso di consumo di alcol si verificherebbe più spesso in situazioni intime come un appuntamento galante, per la paura che i sintomi fisiologici dell’ansia sociale (come la sudorazione, il rossore o il tremito), resi più evidenti dal contatto ravvicinato, determinino una valutazione negativa o un rifiuto. La centralità del desiderio di conformità negli studenti universitari invece deriverebbe dalla maggiore esposizione alle norme sociali: essi sono infatti fortemente motivati ad ottenere approvazione sociale, evitando di essere ridicolizzati dai pari che consumano abitualmente alcolici.
I vincitori si valutano in maniera più favorevole anche quando il rivale è scarso
Il confronto sociale è una componente automatica e onnipresente nell’esperienza di tutti i giorni che le persone utilizzano per avere un’immagine più accurata di sé e delle proprie abilità. Nella letteratura sull’argomento gli autori si sono chiesti se sconfiggere un avversario competente determini un’auto-valutazione più favorevole che batterne uno meno dotato. Lo stesso dicasi per il contrario, ovvero essere superati da un avversario scarso produce auto-valutazioni meno favorevoli rispetto all’eventualità di venire battuti da un avversario migliore? L’esiguo numero di ricerche in questo senso sembra indicare che le persone siano sensibili alla differenza di status dell’avversario. Analizzando invece la letteratura sulla dominanza del confronto locale e sull’auto-miglioramento emerge che le persone trascurano selettivamente le informazioni sullo status del referente se questo non soddisfa esigenze di potenziamento del proprio ego. Sapere di essere migliori o peggiori di un singolo competitor (o di un piccolo gruppo locale) ha un effetto maggiore sulla propria auto-valutazione che sapere di essere sopra o sotto la media (di un gruppo più ampio). Per rispondere a questi interrogativi è stato condotto uno studio, il cui obiettivo era quello di esaminare se lo status del referente mediasse l’effetto esercitato dall’informazione scaturita dal confronto sociale sull’auto-valutazione. In esso, i partecipanti venivano informati sulla loro prestazione al test rispetto al candidato che li aveva preceduti (confronto sociale), il quale a sua volta si classificava sopra o sotto la media (status del referente) dell’intero campione. Ebbene l’informazione sul confronto sociale aveva una maggiore influenza sull’auto-valutazione del soggetto rispetto a quella sullo status del referente. I soggetti della ricerca tendevano a trascurare o evidenziare selettivamente le informazioni sullo status dell’avversario di riferimento mettendo in atto una della più comuni strategie di auto-protezione: i perdenti si valutavano più favorevolmente quando il competitor era più competente mentre i vincitori continuavano a valutarsi favorevolmente anche quando il rivale era scarso. Coerentemente con la letteratura sulla dominanza del confronto locale, anche nel caso dello studio il paragone immediato col candidato ravvicinato determinava un’influenza sproporzionata sull’auto-valutazione di un soggetto rispetto al ranking generale.
Effetti della tecnologia al servizio dell'innovazione in azienda
Le possibilità attraverso le quali la tecnologia (instant messaging, videoconferenze, file sharing, social network) può incrementare l'innovazione in azienda, agevolando le condizioni indispensabili per lo sviluppo di idee creative da parte dei dipendenti e la loro implementazione all'interno dell'organizzazione, sono oggi sterminate. In una recente ricerca gli autori hanno evidenziato le tre condizioni necessarie perché i dipendenti generino idee creative: accesso ad informazioni nuove e difformi, combinando le quali è possibile sviluppare idee differenti; pieno coinvolgimento nel lavoro e nel proprio ruolo organizzativo, così da incrementare attenzione, curiosità e disponibilità anche a svolgere compiti che esulino dalle proprie competenze; esperienza di supporto strumentale (disponibilità di risorse e rimozione di ostacoli) e socio-emotivo (sviluppo di legami e reti forti) per cimentarsi nella sperimentazione. Per quanto concerne l'implementazione di tali idee creative gli autori hanno invece proposto come requisiti obbligatori la mobilitazione del supporto e la sponsorizzazione delle idee da parte di alleati credibili, in grado di convincere anche autorità e stakeholder. È piuttosto facile osservare come certi dispositivi tecnologici moderni permettano l'accesso ad informazioni nuove, immediatamente disponibili e semplici da integrare e memorizzare, connettendo i dipendenti di un'azienda a banche dati, specialisti informatici, reti interne, archivi, ma anche alla rete più ampia dei non specialisti (portatori di approcci diversi) sparsi in tutto il mondo. Inoltre la tecnologia computerizzata incide sulle caratteristiche tipiche del lavoro come autonomia, interazione e feedback che permettono al soggetto una maggiore flessibilità e un'organizzazione dei compiti personalizzata, che incrementano livello di soddisfazione e coinvolgimento. La possibilità di ricevere feedback diversificati e in quantità maggiori determina una migliore definizione dell'idea innovativa oltre che una più ampia collaborazione sia formale che informale. Infine certi dispositivi digitali permettono agli individui di localizzare velocemente e identificare altri soggetti che abbiano la credibilità necessaria per testimoniare il valore dell'innovazione neutralizzando le resistenze degli stakeholder. Gli autori concludono mettendo in guardia dai possibili effetti collaterali dell'utilizzo di tali tecnologie come l'eventualità di sovraccarico di informazioni, quella di esperire più alti livelli di stress psicologico a causa della difficoltà di staccare dal lavoro, la maggiore frequenza di occasioni di esposizione al giudizio negativo, la diminuzione delle situazioni genuine “faccia a faccia” in cui si generano significati non programmati.
Paura e self-efficacy nell’esposizione a un terremoto
È piuttosto comune che si manifestino sintomi post-traumatici da stress (PTSS) in persone esposte a disastri naturali. In seguito a un terremoto, la loro comparsa pare collegata alla magnitudo misurata e all'intensità della paura esperita. La semplice esposizione all'evento non è sufficiente. In particolare la paura sembra giocare un ruolo centrale. Sono molteplici i fattori che contribuiscono alla risposta emotiva di un individuo ad un determinato evento (il sistema adattivo, la rete di interazioni sociali). Credenze circa le proprie capacità di agire e meccanismi di auto-regolazione, che si attivano per fronteggiare la minaccia, possono tamponare gli effetti negativi attesi dell'evento. Alcune ricerche hanno illustrato l'importanza delle credenze di self-efficacy nello sviluppo di sintomi da stress post-traumatico. Esse agirebbero come blocco verso gli stressor, incrementando la motivazione dei soggetti a ricercare maggiori risorse e ad usarle efficacemente. Gli autori di questo studio ipotizzavano che le credenze possedute dai soggetti circa la loro self-efficacy fossero in grado di predire l'insorgenza di sintomi da stress post-traumatico e che questa relazione fosse mediata dalla paura. Per mettere alla prova tali ipotesi hanno utilizzato i dati di un progetto longitudinale sullo sviluppo normativo degli adolescenti che era in corso al tempo del terremoto in Cile del 2010. Grazie a questo programma, sei mesi prima dell’evento, 218 adolescenti di Santiago avevano risposto agli item di una scala sulla self-efficacy. Successivamente è stato chiesto loro di riferire sulla magnitudo percepita del sisma, sulla paura che avevano provato e su eventuali sintomi da stress post-traumatico. I risultati hanno mostrato che la magnitudo percepita non era associata alla paura o ai sintomi da stress post-traumatico riferiti, mentre le credenze di self-efficacy e la paura risultavano associate agli stessi sintomi. Il ruolo ipotizzato dagli autori per la paura come mediatore nella relazione fra credenze di self-efficacy e sintomi da stress post-traumatico era supportato dai dati. L'esito della ricerca suggerisce che interventi preventivi mirati a incrementare la consapevolezza su come fronteggiare un disastro possono contribuire non solo a salvare delle vite ma anche ad incrementare negli adolescenti il senso di efficacia personale, riducendo la conseguente reattività emotiva associata con l'evento.