Rassegna stampa
Rassegna stampa #23
Rassegna stampa #23
Le allucinazioni di Natale non sono sintomatiche!!!
Nella letteratura sulla psicopatologia delle allucinazioni, il White Christmas test viene spesso citato. Questo consiste nel far chiudere gli occhi ai partecipanti e chiedere di immaginare di sentire la famosa canzone White Christmas di Bing Crosby: sorprendentemente, molti partecipanti riportano di essere sicuri di aver realmente sentito tale canzone anche se in realtà ciò non è vero. Alcuni studi hanno evidenziato come nella popolazione clinica con episodi di allucinazioni la percentuale di persone che dichiarano di aver realmente sentito White Christmas è superiore a quella relativa alla popolazione non clinica. Al fine di indagare la natura di queste allucinazioni natalizie, due studiosi olandesi hanno replicato lo studio, con una procedura più sofisticata, su un campione di 47 studenti universitari senza alcun episodio di allucinazioni. I risultati hanno mostrato, innanzitutto, come uno studente su 3 abbia dichiarato di aver nitidamente sentito la canzone anche se ciò in realtà non era vero. Ma perché questa enorme percentuale di allucinazioni? Per rispondere a questa domanda, gli studiosi hanno condotto delle analisi che hanno evidenziato come non ci siano differenze tra le persone che hanno riportato allucinazioni e quelle che non le hanno riportate sia nell’abilità di immaginazione sia nella desiderabilità sociale; ciò attesta come la capacità di immaginare e la voglia di compiacere lo sperimentatore non siano cause delle allucinazioni riportate. A differenza di ciò, sono state evidenziate delle differenze statisticamente significative per quanto riguarda la propensione all’utilizzo della fantasia, ma queste non sembrano essere in grado da sole di spiegare come mai uno studente universitario su tre riporti queste allucinazioni. Una domanda che non trova risposta in questo studio riguarda il contesto dell’esperimento: ovvero, si avrebbero le stesse allucinazioni se la canzone oggetto di studio fosse contestualmente neutra? E se fosse solo merito del Natale? Lasciamoci con questa prova scientifica della magia del Natale…
Mangiare cioccolata a Natale non ci rende più felici
Nell’immaginario collettivo si è sempre soliti pensare alla cioccolata come potente anti depressivo e come alimento capace di aumentare la felicità delle persone. Partendo da quest’idea un medico di un ospedale pediatrico canadese ha condotto uno studio su 180 genitori di bambini ricoverati. Lo studio aveva lo scopo di indagare gli effetti del consumo di cioccolata sulla felicità delle persone: per questo motivo ha creato tre diversi gruppi di partecipanti; al primo gruppo è stata fornita una barretta di 50 grammi di cioccolata al latte tutti i giorni per un mese, al secondo gruppo è stata data una barretta di cioccolata fondente mentre al terzo gruppo non è stata data alcuna barretta. Inoltre, per controllare possibili variabili intervenienti, come l’età e il consumo giornaliero tipico di cioccolata, sono state condotte delle analisi che hanno attestato come i tre gruppi non differivano per queste potenziali variabili intervenienti. I risultati mostrano come il consumo quotidiano di cioccolata non influenzi in alcun modo la felicità delle persone: infatti, non sono state riscontrare differenze significative in nessuno dei tre gruppi. Nonostante ciò, è emerso come il consumo quotidiano di cioccolata al latte sia associato ad un livello di felicità leggermente superiore, pur senza alcuna significatività della differenza, rispetto a quello osservato nel gruppo che ha consumato cioccolata fondente. Sulla base di questo curioso studio, quindi, se siete tristi Natale, non mangiate tanta cioccolata per sentirvi più felici: non funziona! Inoltre, se ancora crediamo al fatto che mangiare cioccolata aumenti la nostra felicità proviamo a chiederci se non ci siano altre variabili intervenienti capaci di spiegare questa relazione illusoria: magari mangiamo più cioccolata nei momenti di festa, come ad esempio il Natale, e siamo più felici è per altri motivi e non per quello che mangiamo.
Fare tanti regali di Natale ci fa stare meglio
Un articolo di pochi anni fa pubblicato su Science prende il via dalla domanda se i soldi fanno la felicità. Nonostante le credenze comuni, molti studi in letteratura evidenziano come i soldi non siano in relazione alla felicità delle persone. Il solo pensiero di avere dei soldi rende le persone meno disposte a donare agli altri o a spendere questi soldi con altre persone allontanandoli da comportamenti prosociali che sono soliti essere in relazione con la felicità. Per indagare se spendere soldi per altre persone aumenti la felicità è stato condotto un semplice quanto accurato studio su un campione di persone misurando la quantità di soldi spesa per se stessi, per gli altri e misurandone poi la felicità. I risultati hanno mostrato come la cifra spesa per gli altri sia un predittore della felicità delle persone, mentre la quantità di soldi spesi per se stessi non influenza in alcun modo la felicità. Per meglio indagare questa teoria, le stesse variabili sono state misurate su un gruppo di persone che ha ricevuto un premio economico: anche in questo caso, solo la quantità di soldi spesa per le altre persone predice il livello di felicità, mentre la quantità di soldi spesa per se stessi è indipendente dal livello di felicità della persona. Infine, gli studiosi hanno condotto un’ulteriore studio manipolando la variabile indipendente: ovvero, ad un sottogruppo di persone sono stati regalati 5 dollari, e ad un altro 20 dollari; in ogni caso, l’importo doveva essere speso entro la fine della giornata: metà persone dovevano spenderli per comprare qualcosa per se stessi e metà per gli altri. I risultati hanno mostrato come il livello di felicità sia predetto dall’aver speso i soldi per gli altri: nemmeno la quantità di soldi ricevuta in regalo riusciva a predire con questa forza la felicità delle persone. Per concludere, in un certo senso i soldi fanno la felicità quando non si pensa solo a noi stessi: ricordiamocene quando usciremo a comprare i regali!
Cosa rende il Natale un vero “Merry Christmas”?
Il Natale è la festa che più ha modificato le abitudini e i comportamenti delle persone: una ricerca ha evidenziato che il 96% degli Americani sia solito festeggiarlo, e che quasi il 20% delle vendite di un anno viene realizzato in questo periodo. Nonostante questo, non ci sono molte ricerche nel campo della psicologia in merito a questa festività. Due ricercatori hanno condotto uno studio per cercare di identificare quali siano le variabili che rendono il Natale più piacevole alle persone. Attraverso uno studio condotto su oltre 100 persone, hanno evidenziato innanzitutto come la maggior parte di queste descriva come piacevole il periodo natalizio, anche se una minoranza non molto esigua lo considera un momento stressante. Per quanto riguarda le variabili socio demografiche, è emerso come lo stato civile, la ricchezza e il livello di educazione non influenzino la piacevolezza del natale, mentre il genere sì: le donne hanno dichiarato di essere più stressate degli uomini a Natale. Per quanto concerne le attività che solitamente vengono svolte durante le feste di Natale, solo alcune predicono la felicità sperimentata in quel periodo: tra queste, i due principali predittori sono il passare il tempo con i propri cari e il prendere parte ad attività religiose in linea con la concezione religiosa del Natale più che con la concezione materialistica. Questo è particolarmente vero dal momento che gli aspetto materialistici del Natale non influenzano la felicità delle persone: ovvero, fare molti o pochi regali, così come riceverne in abbondanza, non aumenta la felicità provata dalle persone ma ne incrementa lo stress. Inoltre, anche le attività di tipo tradizionalistico, come il fare l’albero di Natale, non sono in relazione con la felicità. Infine, i piaceri più fisici, come ad esempio quelli della tavola, riescono soltanto a diminuire il livello di stress delle persone senza determinare un reale incremento della felicità. Questo studio ci può quindi aiutare a passare un buon Natale: trascorriamo del tempo con i nostri cari e non dedichiamoci soltanto all’aspetto consumistico del Natale e, secondo gli autori di questo lavoro, il nostro Natale sarà felicissimo. E se proprio non riusciamo a lasciar da parte un po’ di stress proviamo ad abbatterlo con una bella tavolata imbandita!