Rassegna stampa
Rassegna stampa #16
Rassegna stampa #16
Il suicidio negli adolescenti reclusi in prigione: conseguenze su amici e conoscenti del suicida
Il numero dei suicidi è, purtroppo, in costante aumento; tra le situazioni di maggior criticità spicca quella relativa agli istituti di detenzione dove, per svariati motivi, i suicidi sono all’ordine del giorno. A tal proposito, sono state svolte numerose indagini in merito alle cause di suicidio negli adulti reclusi nei penitenziari mentre minore attenzione è stata dedicata allo stesso fenomeno negli adolescenti rinchiusi in istituti rieducativi. Inoltre, il focus degli studi condotto ha riguardato prevalentemente le cause dei suicidi e non le conseguenze che questi possono avere sulle persone che a vario titolo hanno assistito a questi episodi. Il contatto con persone che si sono suicidate può portare a vissuti di rabbia, ansia e perfino diniego. Queste conseguenze sono ancora più pervasive negli adolescenti dal momento che in questo particolare periodo di vita si assiste alla costruzione della propria identità. Partendo da queste premesse, un pool di ricercatori inglesi ha svolto uno studio qualitativo per indagare le reazioni espresse da adolescenti maschi che hanno a vario titolo avuto dei rapporti con compagni che si sono suicidati all’interno di diversi istituti penitenziari e rieducativi. Lo studio è stato condotto su campione di circa 70 adolescenti maschi dal momento che in letteratura è emerso come questo fenomeno riguardi principalmente persone di sesso maschile, di cui circa il 30% si è dichiarato amico. Il primo risultato riguarda il racconto dell’episodio: circa un terzo degli intervistati ha fornito una rappresentazione grafica molto particolareggiata della scena. Inoltre, più della metà degli intervistati ha dichiarato di aver avuto delle reazioni negative dovute al suicidio dell’amico o conoscente. Nonostante ciò, è emerso come solo pochi ragazzi abbiano esplicitamente richiesto aiuto o supporto: ciò, potrebbe dipendere dallo stigma sociale derivante dal fatto che un adolescente di sesso maschile mostri le proprie debolezze e fragilità, soprattutto in un contesto penitenziario. Questa ipotesi è avvalorata dal fatto che la maggioranza di questi ragazzi ha giudicato positivo l’aiuto ricevuto anche quando non è stato richiesto; tra le diverse forme di supporto offerte l’ausilio di psicologi e psicoterapeuti presenti all’interno degli stessi istituti è stato quello valutato in modo maggiormente positivo, al contrario del supporto ricevuto dai pari che ha connotazioni molto negative.
I risultati di questo studio evidenziano come debba essere potenziato il servizio psicologico e di supporto verso detenuti adolescenti esposti a numerosi stressor, tra i quali il suicidio di un compagno, anche, e forse soprattutto, quando è il ragazzo stesso a non richiedere supporto in prima persona.
Il cyberbullismo negli studenti di Hong Kong
In questa era pervasa dalla tecnologia e da internet, il bullismo non si limita più al piano fisico ma avviene anche attraverso nuovi canali quali social network, chat, forum, blog e altri strumenti on line. Questo fenomeno è detto cyberbullismo e viene definito come una forma di aggressione verbale o scritta che avviene in un ambiente virtuale; tipici esempi sono la denigrazione, come la divulgazione di foto imbarazzanti, l’utilizzo di account di altri persone rubandone password e contenuti o l’esclusione cyber-sociale della vittima. L’importanza di questo fenomeno è data sia dalle conseguenze che queste azioni comportano, la cui portata è ampiamente riconosciuta nel panorama scientifico internazionale, sia dal crescente numero di ragazzi a rischio cyberbullismo (ad esempio, negli USA il 90% di ragazzi tra i 12 e i 17 anni è solito navigare in internet). Un paese dove questo rischio è particolarmente elevato è Hong Kong: infatti, numerosi studi hanno evidenziato delle percentuali altissime di dipendenza da internet tra gli adolescenti di questo Paese. Tre ricercatori di Hong Kong hanno condotto uno studio su oltre 1000 adolescenti per meglio comprendere questo fenomeno e per delineare alcune linee guida in ottica di prevenzione. Innanzitutto, è emerso come i cyberbulli siano utenti esperti di internet molto più della media degli altri ragazzi e che nella maggior parte dei casi conoscano personalmente le proprie vittime. I risultati hanno evidenziato delle differenze significative in base al sesso: i maschi hanno più comportamenti da cyberbulli rispetto alle femmine così come sono anche maggiormente vittime di questi atti. Sono state indagate numerose variabili al fine di identificare alcuni predittori del cyberbullismo: tra queste solo l’empatia e il senso di appartenenza alla scuola sono risultati antecedenti significativi. Infine, gli autori forniscono dei consigli per prevenire tali fenomeni: corsi per i ragazzi sull’utilizzo di internet, pene severe per i cyberbulli, formazione continua a insegnanti e genitori su questo tema per creare maggiore sinergia.
La relazione tra il gioco d’azzardo patologico e la dipendenza da internet
Negli adolescenti la dipendenza da internet e il gioco d’azzardo patologico sono entrambi in forte crescita. Inoltre, numerosi studi presenti nella letteratura scientifica internazionale evidenziano come entrambi i comportamenti siano associati all’utilizzo di sostanze, malattie fisiche e mentali e con problemi in ambito giudiziario. Ciò è ancora più vero negli adolescenti dal momento che in questo periodo particolare della vita si è più vulnerabili e questi comportamenti possono essere adottati più frequentemente, con le conseguenze appena descritte. Alcuni studi hanno anche proposto un parallelismo tra il gioco d’azzardo patologico e la dipendenza da internet evidenziando come in questi casi le conseguenze siano più pervasive. Un ampio gruppo di ricercatori statunitense ha condotto una ricerca su un campione numeroso di adolescenti del Connecticut con lo scopo di indagare la relazione presente tra le due tipologie di comportamenti a rischio descritte in precedenza così da conoscere approfonditamente la situazione negli adolescenti per intervenire nel modo maggiormente appropriato. I risultati hanno evidenziato una relazione tra il gioco d’azzardo patologico e la dipendenza da internet, mediata dall’utilizzo di sostanze. Inoltre, gli adolescenti con un problema di dipendenza da internet hanno mostrato maggiori problemi anche nel gioco d’azzardo patologico rispetto ad altri adolescenti senza problemi di dipendenza da internet, in linea con altri lavori presenti in letteratura. Un risultato molto interessante riguarda il fatto che il primo gruppo di adolescenti viene maggiormente redarguito rispetto al secondo gruppo dai genitori soprattutto per quel che riguarda il gioco d’azzardo patrologico piuttosto che in merito al problema della dipendenza da internet. In sintesi, questo studio attesta la relazione tra dipendenza da internet e gioco d’azzardo patologico negli adolescenti evidenziando delle conseguenze comportamentali, come l’uso di sostanze, da non sottovalutare: per questo motivo, acquista sempre maggiore importanza il lavoro degli specialisti soprattutto in ottica di prevenzione.
I tratti di personalità sono influenzati dall’ordine di nascita?
Storicamente, il fatto che l’ordine di nascita di un fratello possa in qualche modo influenzare i tratti di personalità dello stesso ha da sempre ricevuto notevole interesse e attenzione; a conferma di ciò, ad esempio, ricercando “birth order” in Amazon si ottengono centinaia di risultati. A dispetto di questa grande curiosità, la mole di lavori scientifici a riguardo non è così elevata e ha spesso trovato risultati contradditori: in alcuni studi è emerso come i fratelli minori siano maggiormente socievoli e aperti dei fratelli maggiori, mentre altri lavori hanno notato come i fratelli maggiori siano più coscienziosi e, infine, altri studi non hanno riscontrato delle differenze significative. Questa diversità di risultati può essere spiegata, almeno in parte, da problemi metodologici insiti agli stessi studi: in alcuni casi gli studi sono stati condotti su fratelli di famiglie diverse e non sulle singole coppie di fratelli; in altri casi, invece, sono state registrare delle valutazioni condotte da un solo membro della famiglia e non da più fonti. Secondo due ricercatori americani, questi problemi metodologici possono inficiare la portata e la generalizzabilità dei risultati: per questo motivo, hanno condotto uno studio su circa 70 coppie di fratelli al fine di indagare le differenze nei tratti di personalità. Le analisi preliminari hanno attestato la bontà dei dati raccolti, così da poter arrivare a delle conclusioni non dovute dall’influenza del caso o da particolari caratteristiche del campione utilizzato: infatti, i dati sono stati raccolti tramite questionari autocompilati e valutazioni condotte da un fratello verso l’altro fratello, dai genitori e da amici di entrambi fratelli. I risultati principali hanno mostrato come le differenze nei tratti di personalità non siano imputabili all’ordine di nascita: infatti, non sono stati osservati dei pattern costanti e tutte le differenze osservate non sono risultate significative. Un ulteriore risultato molto interessante evidenzia come i giudizi dei genitori sui due fratelli siano tra loro positivamente correlati per quel che riguarda il nevroticismo, mentre sono negativamente correlati per quanto concerne l’estroversione: in altre parole, i genitori sembrano giudicare un figlio come estroverso e l’altro come introverso. Concludendo, questo studio attesta come l’ordine di nascita non abbia alcuna conseguenza sulle caratteristiche di personalità, nonostante la grande curiosità che questo argomento abbia suscitato!