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numero 24 - febbraio 2015

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“Psicologi in pratica”: evento promosso dall'Ordine degli Psicologi della Lombardia

“Psicologi in pratica”: evento promosso dall'Ordine degli Psicologi della Lombardia

Ci troviamo in una fase importante per le scienze umane, in una fase di crisi ma anche di significativi cambiamenti in cui ci chiede non tanto quali strade seguire ma dove battere i sentieri che poi vorremo seguire. La crisi economica ha portato con sé cambiamenti repentini e, soprattutto, profonda incertezza. E l’incertezza, si sa, fa paura. Aziende solidissime che sembravano resistenti al tempo e alle difficoltà quasi “immortali”, sono  andate incontro a profonde difficoltà; le conseguenza di selezioni sbagliate sono un onere che in pochi si possono permettere. In più, e da più parti dal mercato, sentiamo dire che la selezione è diventata una fase strategica, o forse lo è sempre stato e ora lo è ancora di più.
E poi ci sono le crisi delle identità organizzative; le incongruenze tra valori dichiarati e vissuti reali possono essere alla base di difficoltà sul piano strategico e quindi mettere in gioco la vita dell’azienda. Non si può sbagliare sembra essere il monito che guida le scelte delle organizzazioni.
Poi c’è la clinica  che sta facendo i conti con altri cambiamenti, positivi per un verso, deleteri per l’altro. Il nuovo DSM-5 da poco tradotto anche in Italia è una ventata di novità (seppure molto discussa) con cui i clinici devono confrontarsi nel loro modo di fare diagnosi. Un modello nuovo, discusso e discutibile ma pur sempre una novità e quindi un’opportunità. Poi ci sono i vincoli, vincoli fatti di tagli alla sanità, di sovraccarico di lavoro per gli psicologi, gli psichiatri, i neuropsichiatri infantili che lavorano nelle ASL. Manca tempo, mancano soldi, bisogna diagnosticare e intervenire rapidamente. Non ci si può permettere di sbagliare o di prendere tempo, anche qui il monito è lo stesso.

Sono solo due degli esempi di quanto il bisogno di certezza e la paura dell’errore (si potrebbe parlare molto anche di ciò che sta avvenendo in ambito forense) siano questioni calde e sentite tutti i giorni nel lavoro dello psicologo ma non solo.
E il test diventa quindi un punto di riferimento che per molti assume contorni salvifici e “quasi magici”; e l’assessor (esaminatore o clinico che sia) quasi un supereroe agli occhi del suo committente (azienda, paziente, genitori, periziandi, CTU…).
I test sono strumenti potenti ma non sono strumenti magici. Possiamo dire con certezza che un buon test e un buon assessor permettono di raggiungere risultati “strabilianti” purché i test siano affidabili, l’assessor padroneggi gli strumenti alla perfezione e ci sia una consapevolezza (in primis da parte di chi compie la valutazione e poi, di riflesso, del committente) di ciò che quel determinato test può fare e ciò che non può fare. 

L’Ordine degli Psicologi della Lombardia (OPL) è molto attento al valore dei test. Questi, infatti, rappresentano uno degli strumenti principe del lavoro dello psicologo; ne sono uno strumento identitario.
In questo senso come sostiene la Dott.ssa Lang siamo psicologi perché nel colloquio clinico o organizzativo stiamo con il nostro cliente e paziente e ci facciamo dare delle informazioni chiave da lui, eppure qualcosa ci sfugge e può essere “catturato” con un test. Il test ci dice quello che il nostro cliente e paziente non ci dice.
Pertanto il colloquio e il test sono gli strumenti che costituiscono la basi della identità professionale.
Già nel 2014 , l’OPL aveva avviato il progetto Biblioteca dei test, per dare modo ai suoi iscritti di consultare e confrontarsi con i test di importanti case editrici. Quest’anno l’OPL ha voluto ribadire il valore professionale degli strumenti organizzando una mattinata ad essi dedicata. Il titolo dell’evento era “Psicologi in pratica”proprio per voler ribadire il risvolto pratico della professione.
Il presidente, Dott. Riccardo Bettiga, ha aperto la giornata parlando del valore dei test come strumenti volti a migliorare la qualità della prestazione professionale dello psicologo insistendo molto sullo scegliere test mirati in modo efficace.
A seguire, nella mattinata sono stati fatti due tipi di interventi; sono intervenuti prima relatori che nella loro pratica quotidiana utilizzano test e poi, la seconda parte della mattinata è stata dedicata agli interventi di quattro case editrici di test.

I professionisti che hanno parlato dei test nel loro lavoro sono stati la Prof.ssa Margerita Lang per il versante clinico e il Dott. Paolo Campanini per quello organizzativo. Entrambi hanno impostato i loro interventi con l’obiettivo di far riflettere. Il test è uno strumento potente ma occorre averne piena padronanza e consapevolezza nella scelta e nell’utilizzo. Entrambi hanno posto l’accento sull’importanza dell’aggiornamento (il test cambia perché si modifica l’interrogativo a cui risponde;  cambiano i parametri perché vengono individuati sempre nuovi modelli esplicativi).
La Prof.ssa Lang ha messo in luce molto bene quali sono i rischi che uno psicologo clinico può correre e tra i vari c’è anche quello di rimanere incastrati in modelli teorici noti sono perché si è abituati a quelli o perché non c’è tempo di aggiornarsi. Il dibattito sui modelli alternativi, come paia di occhiali diversi che permettono di guardare a un fenomeno sotto prospettive diverse, ha riguardato molto le scale di intelligenza su cui poi, nella seconda parte della giornata, le case editrici hanno espresso i loro punti di vista in termini di proposte editoriali.
Gli editori hanno parlato delle novità per il 2015 ma anche di che cosa fa un editore di test psicologici per lo psicologo. Il nostro intervento, in particolare, si è centrato proprio su questo. Parlare di novità per noi, infatti, sarebbe stato complicato considerando che siamo nati nel 2012 (e quindi per certi versi il nostro catalogo è fatto tutto di novità) e che per il 2015 sono previste 25 uscite, così abbiamo preferito parlare di cosa facciamo come editori per garantire strumenti utili ai professionisti.
Gli altri editori si sono concentrati sulle novità editoriali parando, appunto, di scale di intelligenza ma anche di strumenti per i DSA e strumenti per lavorare in azienda.
Al di là degli strumenti che uno psicologo sceglie, la cosa importante è che individui quelli più adatti e funzionali per il suo lavoro e per i suoi setting, e che gli strumenti che sceglie siano robusti dal punto di vista psicometrico ma anche applicativo. Infatti, come diceva la Prof.ssa Lang, non esiste un test migliore di un altro in assoluto, è importante la domanda a cui deve rispondere e i vincoli relativi al setting di utilizzo.

In un momento in cui il test assume quindi un ruolo sempre più importante e anche in un contesto culturale in cui a volte viene molto svilito dal senso comune (si pensi all’utilizzo improprio e svilente che è stato fatto di due grandi test nelle puntate di Le invasioni barbariche proprio recentemente) è importante che gli Ordini si facciano porta voce della scientificità degli strumenti e sostengano la professionalità dello psicologo. Ci auguriamo quindi, da editori ma soprattutto da psicologi (il team di Hogrefe è comporto in larga parte da psicologi) che l’esempio dell’Ordine della Lombardia venga seguito anche da altri.