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The Oxford handbook of leadership and organizations
The Oxford handbook of leadership and organizations
David V. Day (Editor)
The Oxford handbook of leadership and organizations
Oxford University Press, 2014, Pp. XVII+892
£ 147,50 (Hardback)
La prestigiosa collana Oxford Library of Psychology continua ad arricchire il suo catalogo pubblicando testi di riferimento di altissima qualità. Abbiamo già avuto modo di segnalare in questa Rivista altri testi delle edizioni Oxford University Press come quelli a cura di William K. Roche, Paul Teague e Alexander J. S. Colvin – The Oxford Handbook of Conflict Management in Organizations (2014) – e a cura di Connie R. Wanberg - The Oxford Handbook of Organizational Socialization (2012) – ed è ora la volta di un’opera dedicata alla leadership, curata dal professor David Day – autore, tra molte altre pubblicazioni, della voce “Leadership” nel The Oxford Handbook of Organizational Psychology, a cura di S. W. J. Kozlowski (Vol. 1, pp. 696-729), Oxford University Press (2012).
Questo trattato sulla leadership e la vita organizzativa prende le mosse dalla constatazione della quantità di studi e riflessioni che fino ad oggi si cono accumulati sul tema. Alla ricerca di definizioni e, soprattutto, di risposte in merito all’efficacia della leadership deve necessariamente seguire la semplice ma fondamentale osservazione in base alla quale non sono state trovate risposte alle domande fondamentali, bensì sono stati identificati nugoli di idee e concetti sicuramente utili e applicabili per il miglioramento delle funzioni di leadership. La proposta che percorre ognuno dei trentotto capitoli, suddivisi in nove sezioni, è quella di guardare alla leadership per mezzo di un pensiero multilivello, prendendo in considerazione tutti gli “attori” che vivono la scena: i leader e i follower, naturalmente, le diadi e i gruppi, le organizzazioni e gli elementi di contesto, interconnettendo tutti questi fattori in un affresco globale.
La prima sezione introduce il lettore a riflettere sugli sviluppi dei modelli e delle teorie della leadership e del management dal punto di vista storico. Sono così richiamate quattro “figure” di leadership storicamente identificabili – i guerrieri, i risolutori di problemi, i politici e i professori – ma a tali figure quasi mitologiche sono poi affiancate riflessioni sulla “biologia della leadership”. Le teorie basate sull’idea della leadership integrativa fanno da contraltare alle opinioni critiche che sono espresse in merito a tante ricerche poco utili sugli stili di leadership. E’ proprio la seconda sezione del testo a essere dedicata ai temi di ricerca: i quattro capitoli cercano di dare conto dei tanti disegni e metodi che sono stati applicati per studiare la leadership, con un occhio (anche qui sanamente critico) sull’applicabilità dei risultati di tali ricerche e sulla loro generalizzabilità nei contesti operativi.
Le tre sezioni centrali del testo sono dedicate rispettivamente alle teorie centrate sul leader, centrate sui follower, e centrate sulla relazione diadica capo-collaboratore. L’approccio tradizionale è naturalmente quello basato sull’analisi del leader ed ancora oggi tale impostazione è viva e ricca di iniziative (nonostante le molte critiche rivolte a tale approccio). Le ricerche basate sui tratti di personalità costituiscono un buon esempio di tale linea di tendenza. Sono pertanto prese in esame le dimensioni carismatiche, trasformazionali, visionarie della leadership, ma anche la leadership distruttiva, visualizzata in antinomia alla leadership basata sull’autenticità, sulla fiducia reciproca, sulla servant leadership e sulla proattività come elemento-base di attivazione di sani rapporti con i collaboratori. E’ molto interessante porre a confronto le analisi che partono dal punto di vista del follower con quelle opposte, e con gli studi che esaminano la relazione dinamica tra i due attori organizzativi (la cosiddetta LMX Theory). Ben undici capitoli (suddivisi in due sezioni) sono poi dedicati ai temi nuovi ed emergenti, come quello delle capacità “politiche” del leader, capacità da coniugare sapientemente con l’etica manageriale e con la Corporate Social Responsibility (CSR). A fronte di tali dimensioni sono di nuovo sottolineate le “irresponsabilità” di tanti leader e manager che gestiscono il loro ruolo a fini personali o di pura gestione del potere, soggetti peraltro di non facile individuazione – vedi A. Castiello d’Antonio L’Assessment delle qualità manageriali e della leadership (Franco Angeli, 2013).
Il manuale si chiude con uno sguardo verso il futuro non prima, però, di aver esplorato alcuni argomenti attuali come il diversity management, la global leadership, i tanti e differenti contesti nei quali la funzione di leadership si esercita (compresi taluni ambienti e contesti ”estremi”) e la necessaria ottica multilivello che, sola, può permettere di considerare la complessa dimensione emotiva oltre che relazionale nel rapporto leader-follower.
Nonostante sulla leadership la letteratura sia ormai sconfinata, non sono molti i testi attendibili e di grande respiro – vedi, nella stessa collana della Oxford University Press, il volume a cura di Michael G. Rumsey, The Oxford Handbook of Leadership (2013) – ma il curatore David V. Day (Winthrop Professor e Woodside Chair in Leadership and Management presso l’University of Western Australia Business School, e fellow dell’American Psychological Association e dell’Association for Psychological Science), con la sua squadra forte di ben ottantatré autori, è davvero riuscito nell’intento.