Osservatorio Orientamento
Nuove linee guida nazionali per l’orientamento permanente, si riparte “con il piede giusto”?
Nuove linee guida nazionali per l’orientamento permanente, si riparte “con il piede giusto”?
Qualche giorno fa sono state presentate all’ISFOL le Linee Guida nazionali sull’Orientamento approvate a dicembre dalla Conferenza Stato-Regioni. Al seminario erano presenti gli attori del tavolo interistituzionale che ha prodotto il documento.
L’attesa degli operatori a vario titolo del sistema di orientamento italiano era molta, l’affluenza credo che sia stata oltre le aspettative, tant’è che la sala era stracolma e, in molti, siamo rimasti in piedi.
A fronte di tanta partecipazione, emblematico delle tante aspettative per una nuova partenza del “sistema” orientamento, qual è stato, in sintesi, il risultato della giornata?
Tema del confronto doveva infatti essere l’impatto e le ricadute operative che le linee guida avranno sulle pratiche professionali e sull’organizzazione dei servizi nei diversi contesti e territori, diciamo che questo è stato solo sfiorato dalla discussione, che in realtà si è concentrata sul documento che rappresenta, a mio avviso, una sistematizzazione e condivisione “interistituzionale” di concetti e principi ormai da tempo dibattuti e condivisi in materia di orientamento “lungo tutto l’arco della vita”.
Molti tra gli intervenuti hanno rilevato l’importanza dell’orientamento in un periodo di crisi e di gravi incertezze come quello che stiamo vivendo. Anche se il problema sembra essere sempre quello delle risorse, in un’epoca di “spending review”.
Passiamo adesso ad una rapida carrellata sul documento approvato dalla Conferenza Stato-Regioni, che invito a leggere integralmente. È strutturato in tre capitoli chiave, ciascuno dedicato ad una tematica sviluppata poi in sottocapitoli: linee di indirizzo strategico (diritto all’orientamento, funzioni dell’orientamento, governance multilivello), obiettivi specifici e azioni operative (contrastare il disagio formativo, favorire e sostenere l’occupabilità, promuovere l’inclusione sociale) e, infine, un brevissimo capitolo dedicato a risorse umane, finanziarie e strumentali.
Il documento si chiude con un rinvio, ma con data certa, per l’individuazione degli standard minimi dei servizi e delle competenze professionali degli operatori.
La premessa richiama i documenti europei (Lisbona 2010 e Europa 2020), recepisce la definizione del sistema nazionale di orientamento lungo tutto l’arco della vita approvato nel dicembre 2012, la Legge 92/2012, in particolare i commi 51-68 dell’articolo 4 in tema di apprendimento permanente nell’ambito di un sistema integrato, con uno specifico richiamo all’auspicabile costruzione di “reti territoriali”.
Non manca poi, sempre in premessa, un riferimento al dibattito in corso sui Fondi strutturali (periodo 2014-2020) in cui l’orientamento ha sicuramente una dimensione trasversale a più obiettivi tematici.
Il documento, si dichiara ancora nella premessa, vuole essere uno strumento operativo in cui si esplicita il livello di “governance attesa con riferimento al coordinamento del complesso degli interventi di orientamento posti in essere a livello territoriale nonché alle azioni e ai risultati attesi”.
Sono state poi annunciate le prossime tappe del lavoro: la condivisione con le parti sociali, la definizione di strumenti di monitoraggio delle politiche degli interventi e l’individuazione degli standard dei servizi di orientamento e competenze degli operatori, per quest’ultima, come abbiamo già scritto, il gruppo si è dato una scadenza molto prossima: il 31 marzo 2014.
Nella tavola rotonda che ha seguito la presentazione del documento, abbiamo potuto ascoltare le voci e le posizioni delle varie componenti del gruppo interistituzionale che ha lavorato al documento, ognuno ha portato il suo contributo e la sua esperienza, non nascondendo le difficoltà e le incertezze del momento che stiamo vivendo.