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numero 33 - dicembre 2015

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MMPI-2, nella valutazione clinica e forense di soggetti adulti

MMPI-2, nella valutazione clinica e forense di soggetti adulti

Il 3 dicembre si è svolto presso l’Istituto “Giovanni Bollea” - Dipartimento di Pediatria e Neuropsicologia Infantile del Policlinico Umberto I° di Roma il primo di due seminari inerenti l’utilizzo dell’MMPI-2 (Minnesota Multiphasic Personality Inventory-2) in ambito forense. Abbiamo chiesto a una partecipante, la dottoressa Francesca Todaro, di raccontarci l’evento.

L’evento è stato aperto dal Dott. Monniello, responsabile della UOC di NPI del Policlinico ospitante, che ha illustrato, sulla base della sua esperienza in ambito adolescenziale, come la valutazione supportata dall’utilizzo della strumentazione testistica possa fornire risposte al sistema giuridico, anche nell’ottica della successiva progettazione di un intervento specifico per il caso esaminato. Il successivo contributo del Dott. Cantale, esperto in psicologia clinica e forense, ha avuto l’obiettivo di fornire indicazioni sulle scale di validità, la lettura e l’uso dell'MMPI-2 in ambito peritale. In questo intervento si è messo l’accento sull’approccio scientifico che ciascun perito dovrebbe avere all'MMPI-2 (così come a tutti i test).
Non è sufficiente infatti, studiare un manuale per interpretare e lavorare bene con i profili del MMPI-2; occorre prendere in esame le ricerche esistenti e aggiornarsi continuamente. Dopo una breve panoramica delle varie edizioni del Minnesota Multiphasic Personality Inventory, l’analisi si è focalizzata sulle scale di validità con considerazioni sulla versione italiana e sulla versione originale del test, illustrando il percorso sequenziale di lettura e valutazione, i parametri, i riferimenti di letteratura secondo raccomandazioni circa la modalità con cui riportare all’interno della relazione peritale le informazioni ricavate in questa fase.
Sussiste infatti una grande differenza sull’applicazione del MMPI-2 a livello clinico e a livello peritale.
Il Dott. Berto, professore presso l’Università di Padova e dirigente presso la ULSS della stessa città, ha incentrato il suo intervento sugli errori da evitare nelle varie fasi dell’uso dell’MMPI-2 (in fase di somministrazione, valutazione  e stesura della relazione). Nella prima parte dell’intervento, il professore ha fornito alcune indicazioni metodologiche e di correttezza sulla base delle esperienze in ambito forense, supportando alcuni casi anche con l’analisi della letteratura. Un esempio, tra i vari forniti in questa parte del contributo, riguarda la possibilità, consentita proprio dalla stessa letteratura, che il soggetto a cui viene somministrato l'MMPI-2 tralasci momentaneamente alcuni item per riprenderli successivamente non rispettando l’ordine di presentazione. Ciò è consentito per evitare che il soggetto fornisca risposte non in linea con la propria persona, riducendo conseguentemente la capacità dello strumento di fornire informazioni valide ed attendibili. Ovviamente, ciascuna deroga alle regole standard deve essere giustificata da base scientifica. La conoscenza non solo della modalità di somministrazione del MMPI-2, ma anche della sua struttura, delle sue caratteristiche, anche statistiche, permette di poter usare questo strumento consapevoli delle potenzialità e dei limiti, evitando alcuni tra gli errori illustrati, e di spiegare, ad un pubblico con conoscenze diverse da quelle del testista, le scale che lo compongono e quali informazioni sono ottenibili, evitando affermazioni non supportabili dallo stesso strumento.
L’ultimo intervento è stato del Dott. Samory, psicologo, autore insieme al Dott. Berto del Report Interpretativo Online (RIO) per l’MMPI -2, MMPI-2-RF e MMPI-A, di cui ha illustrato in modo puntuale  la struttura decisionale composta da 1600 regole che portano al report informatico finale. È stato più volte sottolineato, nel corso dell’incontro, che il report informatico è di supporto al percorso valutativo del professionista, poiché fornisce valide ipotesi diagnostiche che devono essere vagliate dallo stesso esperto in base ad altri elementi, e suggerisce indicazioni di carattere terapeutico. Alcuni tra gli aspetti rilevanti sono la solidità della struttura decisionale, basata su una attenta analisi della letteratura, e la disponibilità di 2 versioni: la versione forense applicabile per rispondere a quesiti di ambito penale inerenti la pericolosità e la capacità di intendere e volere, e la forma clinica atta anche per altri aspetti di area giuridica come, ad esempio, la valutazione del danno e della genitorialità.

Si è trattato di un incontro ben strutturato, poiché in un tempo relativamente breve è stato possibile ascoltare tre professionisti molto esperti di MMPI e di valutazione peritale e vedere anche le potenzialità di uno strumento che potrebbe aiutare in maniera sostanziale il lavoro di molti colleghi che si assumono grandi responsabilità nel lavoro forense. Mi auguro che iniziative analoghe possano essere replicate anche su altri strumenti.