Recensioni
Mindfulness in organizations
Mindfulness in organizations
Jochen Reb, Paul W. B. Atkins (Edited by)
Mindfulness in organizations
Cambridge University Press, 2015, Pp. XVIII+418
£ 64.00, $ 99.99 (Hardback)
La mindfulness rappresenta una delle principali nuove strade che si sono aperte negli ultimi anni nell’ambito delle applicazioni della psicologia. Oggi sono presenti numerosi spunti e molte indicazioni su come, quando e per quali scopi applicare l’orientamento globale della mindfulness non solo negli ambiti organizzativi, ma anche in quelli della clinica, dell’età evolutiva e – in generale – dello sviluppo delle qualità umane nei contesti sociali. L’editore Cambridge University Press si inserisce nell’ambito della pubblicazione di studi sulla mindfulness nei contesti di lavoro anche con il recente Mindfulness and Performance, a cura di Amy Baltzell e pubblicato a inizio 2016.
I curatori di Mindfulness in Organizations – Reb è professore di comportamento organizzativo presso il Lee Kong Chian School of Business, Singapore Management University, mentre Atkins è senior lecturer presso la School of Psychology della Australian Catholic University, ed entrambi hanno un’ampia esperienza di ricerche e interventi basati sulla mindfulness – hanno coordinato un team di ventiquattro autori (tra i quali Richard Boyatzis e Shauna Shapiro) con l’obiettivo di presentare un’opera che potesse spaziare sui tre temi di base che sono richiamati nel sottotitolo del volume: i fondamenti della mindfulness, le ricerche svolte e le applicazioni organizzative.
Nel recente passato la mindfulness è stata considerata soprattutto come una modalità per agire interventi di recupero, nel senso di aiutare le persone a ridurre i livelli di distress e di ansietà, o indirizzare le persone verso una modalità globale di vita e di situazione psicofisica meno disagiata. In questo libro la mindfulness emerge anche in un’altra direzione, che è la direzione dell’applicazione dei sui principi alle normali attività professionali o manageriali. Essa è così applicata alla soluzione dei problemi, alla presa di decisione, piuttosto che alla gestione delle situazioni negoziali. Da qui il passo è breve nell’utilizzare la mindfulness in ottica di work-life balance e di sviluppo delle potenzialità e della creatività nei luoghi di lavoro. Emerge così in modo molto chiaro come e perché la mindfulness può essere applicata per migliorare la vita di individui, gruppi sociali e istituzioni o organizzazioni nel loro complesso, sempre con una specifica attenzione all’ambito del lavoro e alle dinamiche che in esso si sviluppano. Ma l’apertura del discorso “oltre” i confini organizzativi appare comunque interessante e arricchente per coloro che si occupano del benessere delle persone al lavoro.
La prima sezione del testo è dedicata all’analisi delle fondamenta della mindfulness e si apre con l’Introduzione a firma dei due curatori. La mindfulness è ben presto collocata nel suo contesto storico, definita, analizzata nelle diverse forme che essa ha assunto, riportata spesso alle parole dei suoi padri fondatori come Kabat-Zinn e, in generale, alle pratiche contemplative e di meditazione del Buddismo. È proprio la “pratica” della mindfulness ad emergere immediatamente in tutta la sua importanza: infatti, il valore di tale indirizzo sta proprio nella messa in atto, nel “praticare” nella vita di lavoro quotidiana quei pochi, ma fondamentali principi che possono davvero aiutare a vivere se stessi nel lavoro in un modo diverso da prima, innovativo e più salubre. Gli ultimi due capitoli di questa prima sezione si concentrano, appunto, sulle ricerche che sono state condotte nel mondo del lavoro in cui la mindfulness è stata assunta come riferimento-principe, e sugli ambiti di applicazione operativi. Ma il tema della ricerca è il tema portante dell’intera seconda sezione del libro. Sono qui collocati ben otto dei sedici capitoli del volume, e ciò può dare un segnale dell’importanza, ma anche della necessità, di andare a constatare sul campo le applicazioni e soprattutto i risultati delle applicazioni di programmi basati sulla mindfulness. Da un lato sono discusse le attività di formazione basate sulla mindfulness e, in tal, modo, si offre al lettore una visione trasversale e ampia delle possibilità applicative. Dall’altro si entra nello specifico di alcuni campi in cui le persone sono costantemente ingaggiate nella vita organizzativa, visti soprattutto nell’ottica di migliorare le relazioni con se stessi e con gli altri, e di fortificare le modalità di lavoro inerenti la soluzione dei problemi, la presa in carico delle responsabilità e la gestione delle tensioni occupazionali. Non a caso, nella terza ed ultima sezione del volume, il contributo conclusivo affronta la tematica del coaching basato sulla mindfulness, mentre gli altri due scritti che compongono questa sezione sono centrati su come insegnare ai manager a gestire loro stessi, e ad elaborare il parametro della consapevolezza nelle dinamiche organizzative. La visione che ne deriva testimonia in modo assai deciso che non è possibile considerare il lavoro e le attività di business come qualcosa di avulso dalla vita globale delle persone, come un mondo a parte: del resto, è proprio inserendo le persone nel flusso globale della vita che è possibile svilupparne il senso di responsabilità – un tema, quello della responsabilità e dell’etica, su cui ho avuto l’onore di svolgere una conferenza nel mese di marzo 2016 presso l’Accademia Militare di Modena –.
Si tratta dunque di un testo caleidoscopico, come l’ha definito Manfred Kets de Vries, un volume che offre al lettore una visione completa e integrata, rispondendo alla domanda di fondo: in che modo la mindfulness può offrire un supporto alla vita organizzativa e al lavoro quotidiano di persone, gruppi, e dell’intera organizzazione.