Recensioni
Mental illness in the workplace
Mental illness in the workplace
Henry G. Harder, Shannon L. Wagner, Joshua A. Rash
Mental illness in the workplace
Gower, 2014, Pp. XIV+389
£ 85.00 (Hardback)
Harder, Wagner e Rash propongono un lavoro che si colloca nella linea di aprire una vera e propria nuova frontiera negli studi e nelle possibilità di intervento all’interno del mondo delle organizzazioni, coniugando la psicologia del lavoro con la psicologia clinica. Si tratta di una prospettiva originale, anche se al suo interno trovano naturalmente spazio delle tematiche che sono oggi molto frequentate, come il mobbing e tutte le questioni che ruotano intorno ad esso e che fanno generalmente riferimento al bullismo organizzativo. Nel complesso, però, è proprio la prospettiva e l’attenzione puntata verso l’interdisciplinarietà e la ricchezza del campo di indagine ad emergere in primo piano e a costituire un aspetto di forte interesse scientifico e professionale.
Il testo è organizzato in tredici capitoli, la conclusione, tre appendici e l’indice analitico. Nella prima parte è presentata una rassegna delle disfunzioni soggettive che possono compiutamente rappresentare, oggi, nel mondo del lavoro, lo spettro delle mental illness, discutendo l’argomento in ottica di valutazione, prevenzione e gestione. L’attuale prevalenza, l’eventuale futura crescita e i costi stimabili di tali condizioni per la collettività e per le singole organizzazioni di lavoro sono discussi insieme all’illustrazione di quattro situazioni paradigmatiche. Queste situazioni sono rappresentate dalle condizioni di depressione, ansia, stress occupazionale e stress post-traumatico: può essere sorprendente, per il lettore, rendersi conto di quanto sono diffuse tali condizioni nella popolazione generale e di fino a che punto esse possono essere rappresentate nel mondo del lavoro.
È quindi preso in esame l’ambiente di lavoro tossico e le dinamiche che possono scaturire dall’incontro-scontro tra le manifestazioni di disagio psichico in taluni individui e le reazioni dell’ambiente socio-organizzativo. Da questo punto in avanti il testo si apre verso la considerazione dell’aspetto speculare rispetto alla mental illness, cioè la salute nel lavoro: emerge quindi la domanda circa il come fare a creare ambienti salutari e igienici per ogni persona, al di là della sua contingente situazione di salute mentale. Il punto di passaggio tra le due anime del libro è costituito dal capitolo decimo che è centrato sulla valutazione psicologica che può essere attivata nel mondo del lavoro su specifiche questioni.
Le tre appendici offrono lo spunto per rendersi conto dei costi che le situazioni di sofferenza più diffuse – depressione, ansia e bullismo organizzativo – possono generare: tali stime sono effettuate utilizzando il concetto di ROI – Return on Investiment in relazione agli interventi che mirano a prevenire o riparare tali condizioni.
Nonostante i grandi passi avanti compiuti nella prevenzione e nella gestione dei disagi psichici e delle situazioni di sofferenza mentale, queste condizioni sono ancora oggi, troppo spesso, un segno negativo che è applicato al soggetto, uno stigma, e una fonte di timore per tutti gli altri che lavorano con lui. È dunque importante contribuire a un cambiamento di percezione e di visuale rispetto a coloro che presentano uno stato mentale diverso da ciò che è considerato normale all’interno del mondo del lavoro. Dunque, nonostante gli accorgimenti legislativi che molte nazioni hanno ormai adottato al fine di proteggere le persone mentalmente svantaggiate, si tratta di contribuire ad un mutamento di mentalità globale e di approccio pratico al fine di gestire in maniera funzionale e positiva condizioni individuali che possono invece dare adito a comportamenti non inclusivi, di rigetto e di opposizione.
Questo volume presenta punti di vista e strategie volte a prevenire le disabilità psicologiche nei luoghi di lavoro, oppure a gestirle opportunamente una volta che esse si sono manifestate. La visione complessiva delle problematiche psicologiche – qui giustamente indicate come malattie mentali al fine di stressare l’idea della sofferenza e della disabilità – punta a indicare la rilevanza di saper creare un ambiente di lavoro salutare al fine di sviluppare non soltanto la produttività del sistema, ma anche la salute e, direi, la felicità occupazionale. L’esplorazione della letteratura esistente sul tema generale è ampia e le sintesi che sono proposte fanno ben capire al lettore in quali casi e con quali modalità le situazioni di disagio impattano direttamente con la salute mentale del singolo soggetto al lavoro.