QI - Questioni e idee in psicologia - Il magazine online di Hogrefe Editore

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numero 1 - ottobre 2012

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LinkedIn, ottobre 2012

LinkedIn, ottobre 2012

Riteniamo che LinkedIn sia una fonte di ispirazione straordinaria per qualunque professione, e naturalmente anche per la nostra. Anzi, per chi si occupa di psicologia e dintorni potrebbe diventare uno strumento fondamentale per creare rete e scambiare opinioni ed esperienze. È per questo che proponiamo ai nostri lettori questo riassunto ragionato sugli spunti che troviamo più interessanti.

Una riflessione sulle proprie abitudini di refertazione è stata proposta all’interno del gruppo di discussione “Neuropsychology Group”: in vista di una conferenza nel Massachusetts è stato aperto un sondaggio per dare risposta a domande all’apparenza banali, ma che risuonano come importanti questioni: quanto sono lunghi i referti? e quanto tempo ci vuole per scriverli? A chi sono destinati? Vengono inclusi i punteggi? Insomma, tutti quegli elementi strutturali di un passaggio fondamentale nella psicodiagnostica che possono essere sottovalutati ma che possono fare la differenza nella relazione con il paziente e la sua famiglia da un lato, e l’efficacia di un intervento riabilitativo dell’altro.

Sempre nello stesso gruppo, è stato avviato un interessante scambio di risorse che ha visto coinvolti psicologi in Australia, Stati Uniti e Inghilterra. Alla richiesta di avere dei video che dimostrassero dei cambiamenti nella struttura cerebrale a seguito di una pratica di mindfulness, alla collega australiana sono stati forniti gli indirizzi web del laboratorio di neuroscienze dell’università del Wisconsin, un video di 48 min che riporta un intervento di un ricercatore della Stanford University, nonché il sito del Mindful Awareness Research Center della UCLA estremamente ricco di risorse. Un esempio dunque della facilità con cui è possibile ottenere informazioni rilevanti ed accurate, poiché già selezionate dall’esperto del tema.

 Per quanto riguarda il tema dell’applicazione di test al mondo delle Risorse Umane, il gruppo “Psychometrics for Selection & Development” è ricco di discussioni interessanti e partecipate, che estendono la loro durata anche di alcuni mesi. Ci riguarda molto da vicino, come casa di editrice di inventari di personalità, una discussione intitolata “Determinare un cut-off in un questionario di personalità”. Sembra una frase senza senso dal punto di vista della pura psicometria, eppure sappiamo benissimo essere una pratica quasi necessaria quando si lavora nella valutazione risorse umane. Nei vari contributi viene offerta una piccola lezione di teoria e tecniche dei test, nonché di metodologia di consulenza HR. Riteniamo divertente e qualificante per la discussione stessa il suo finale, che ovviamente non vi sveliamo.
 
Avete mai riflettuto sui test di personalità di matrice junghiana, ovvero i test che individuano dei profili di personalità tipica? Bene, potreste dare il vostro contributo a una discussione che, partita dall’India, vede contributi da tutto il mondo sulla validità dei test di questa matrice più diffusi, nonché alcune ipotesi sul “ritorno di moda” dell’applicazione della teoria junghiana in ambito HR, nonostante sia una teoria che in quasi un secolo di vita non abbia ricevuto revisioni e che non nascesse per essere applicata all’ambito organizzativo.
 
Fantastica la discussione avviata da una casa editrice di test canadese che ha il comprensibile obiettivo di rendersi visibile sul social network. La discussione riguarda il costrutto di intelligenza emotiva, o di Quoziente Emotivo, per essere più precisi. Una serie di richieste di evidenze, dati e studi di correlazione sono state richieste alla casa editrice, che con la discussione ha evidentemente urtato la sensibilità della comunità proponendo una pubblicità a un proprio test sotto forma di articolo scientifico. Al di là del correlato emotivo con cui si è sviluppata la discussione, la discussione è un piccolo compendio di teoria sull’Intelligenza Emotiva e diventa un’opportunità per conoscere il punto di vista dei detrattori.
 
Non possiamo concludere questa prima rassegna senza evidenziare il dato di fatto che i membri italiani sono pressoché assenti dalle discussioni internazionali (almeno quelle che abbiamo seguito), anche a livello di ricercatori e docenti universitari. I gruppi di discussione italiani sembrano inoltre molto meno partecipati e maggiormente orientati alla promozione di iniziative formative più che allo scambio di informazioni e dibattito culturale.
 
La citazione del mese: “If you have one specific item and you rephrase it 10 times, more or less in the same way, you will easily find an alpha beyond .90... that doesn't mean a thing, only that your questionnaire in fact consisted of only 1 item....” .