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numero 74 - febbraio 2020

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Lezioni sull’empatia – Roma, 18 Gennaio 2020

Lezioni sull’empatia – Roma, 18 Gennaio 2020

Per quanto se ne senta parlare di empatia, quando si è psicoterapeuti, per quanti percorsi si facciano e per quanti libri si possa leggere, è sempre un tema che, dal mio punto di vista, suscita grande curiosità e desiderio di approfondimento. Questo perché l’empatia può essere osservata da tante prospettive: quella individuale relativa a come ciascuno di noi la sente e la agisce, quella relazionale legata agli effetti dell’empatia nella relazione, quella neuroscientifica relativa a come l’empatia si traduca a livello neurologico sia in chi la prova, sia in chi si sente trattato con empatia. Penso che sia uno di quei temi su cui forse non ne sapremo mai abbastanza e su cui resterà sempre un alone di mistero; o forse di magia.
Proprio mossa dall’interesse per questo tema un po’ magico, il 18 gennaio 2020 ho messo insieme un po’ di amici/colleghi e siamo partiti alla volta di Roma per andare ad ascoltare Lezioni sull’empatia organizzato da Spazio Iris; quattro ore di lezione magistrale tenuta dai grandi prof. Rizzolatti e prof. Cancrini. Avevo già avuto il piacere di sentirli entrambi durante i convegni SIPSIC (Società Italiana di Psicoterapia) e, quando si è presentata l’occasione, sono tornata a sentirli volentieri.
Il prof. Cancrini ha aperto la conferenza, parlando del ruolo dell’empatia nella relazione attraverso un caso clinico che vedeva coinvolto un bambino di quattro anni e la relazione terapeutica che stava vivendo in una casa famiglia. Ha usato l’espressione “incontro dell’esperienza emozionale con l’altro che ascolta” per definire l’effetto dell’empatia nei percorsi di psicoterapia visti, come una sorta di viaggio continuo alla ricerca di livelli sempre più profondi di comprensione dell’altro. Il prof. Cancrini ha narrato le storie che vissute come professionista attraverso una modalità comunicativa e una scelta di parole tale da sembrare l'ascolto della lettura di un romanzo, sembrava di vederlo quel bambino con la sua terapeuta.
Anche stavolta, come al congresso SIPSIC, la narrazione del processo terapeutico e i passaggi relazionali che, via via, grazie a un rapporto empatico sempre più profondo, consentivano al bambino di affidare alla terapeuta parte doloranti di sé, ha commosso molto i colleghi in sala. Questa è la grossa differenza, tra ascoltare un grande professionista che racconta la sua esperienza e leggere un libro.
Il prof. Rizzolatti, ha proseguito la lezione nel pomeriggio parlando di neuroni specchio ed effetti sull’empatia. Con i suoi capelli alla Einstein e il suo tono di voce pacato ci ha resi partecipi degli esperimenti sui neuroni specchio, con tanto di filmati e discussione. Il meccanismo specchio, infatti, non interessa solo il sistema motorio come si pensava fino a qualche anno fa, ma anche quello emozionale. L’essere umano ha la capacità innata di sentire un’emozione e riuscire a trasmetterla agli altri. Questo meccanismo è innato; però può essere modificato dalla società. Questo vuol dire che da un lato abbiamo il vantaggio evolutivo di poter contare su un sistema innato che ci consente di entrare in connessione con l’altro. Dall’altro lato, però, questo meccanismo può essere “depotenziato” da contesti sociali che non lo incoraggiano o, addirittura, lo sopprimono. Per questo motivo, è necessario che le relazioni significative (a partire da quelle con le proprie basi sicure) si basino sull’empatia profonda e sulla connessione emotiva.

Sono uscita da queste quattro ore di formazione contenta e arricchita, aggiungendo ancora dei pezzettini di conoscenza sul grande tema dell’empatia.