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numero 48 - giugno 2017

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Esperienze

L’adattamento italiano delle Griffiths III: prima fase

L’adattamento italiano delle Griffiths III: prima fase

Le Griffiths III sono uno strumento per la valutazione dello sviluppo del bambino da 0 a 6 anni. Si articolano in cinque scale, che consentono di descrivere il profilo evolutivo del bambino nelle seguenti aree: basi dell’apprendimento, linguaggio e comunicazione, coordinazione oculo-manuale, personale-sociale ed emotiva, grosso motoria.

Le Griffiths III si prestano bene a fornire una valutazione globale di primo livello, e all’interno del profilo che ne emerge è possibile individuare le aree di difficoltà del bambino che potranno essere approfondite con valutazioni di secondo livello, ai fini di pervenire ad una specifica diagnosi.

 

Il coinvolgimento del genitore nella valutazione

La valutazione attraverso le scale Griffiths III, oltre all’osservazione del bambino, necessita anche del coinvolgimento del genitore. In primo luogo perché il genitore è la figura di riferimento del bambino e la sua presenza lo aiuta a vivere con maggior serenità il contesto di valutazione. Questo favorisce il clinico nell’effettuare osservazioni che siano il più rappresentative possibili del bambino che sta valutando. In secondo luogo il genitore è un’importante fonte di informazioni riguardo le abilità che il bambino ha raggiunto o le abilità che sono in via di acquisizione.

Infatti, una parte degli item delle Griffiths III prevede che le informazioni siano ricavate esclusivamente dal resoconto del genitore. Questi item riguardano soprattutto le abilità della scala Personale-sociale-emotiva e in misura minore le scale del Linguaggio e comunicazione (per lo più informazioni sulle prime parole) e Grosso-motoria (item per lo più attinenti alla capacità di salire e scendere le scale). In questa nuova edizione delle Griffiths, però, il numero di item per cui si chiede solo il resoconto al genitore è stato notevolmente ridotto rispetto alle versioni precedenti, ed è stata inserita una nuova modalità di valutazione che prevede che, tutte le volte che sia possibile, le competenze del bambino debbano essere osservate direttamente dal clinico; solo quando questo non è possibile, dovrebbe essere utilizzato il resoconto del genitore.

Infine, la presenza del familiare durante la valutazione, fa sì che il genitore che osserva suo figlio svolgere le attività proposte, possa rendersi conto delle difficoltà del bambino, ma anche delle sue risorse: in questo tipo di setting, il genitore può scoprire aspetti e abilità del proprio bambino che non aveva osservato prima; può trarre spunto da quanto osservato per riorganizzare le proposte e le attività ludiche da fare a casa; può comprendere in maniera più approfondita quale sia la fase dello sviluppo del proprio bambino e interagire con lui in maniera più sintonica. In questo senso la valutazione, dando la possibilità al genitore di divenire più consapevole delle capacità del bambino, è già il primo passo verso l’intervento.

 

Una valutazione “ecologica”

Le Griffiths III permettono di svolgere una valutazione realmente ecologica in contesti di gioco, requisito minimo per una scala di sviluppo in età precoce da un lato, dall’altro per nulla scontato da riuscire ad ottenere. I materiali in particolare, molto rinnovati in questa terza versione, sono simili ai giochi che il bambino è abituato ad usare e le attività che vengono proposte assomigliano spesso a quelle che il bambino è abituato a svolgere nella sua quotidianità. Questo fa sì che il bambino si senta a suo agio durante la somministrazione e che viva l’esperienza della valutazione come piacevole.  

 

Una valutazione “flessibile”

Altro punto di forza delle scale è la flessibilità di somministrazione. Non tutti gli item vengono somministrati a tutti i bambini, ma solo quelli atti a rilevare le abilità del particolare momento dello sviluppo che il bambino sta attraversando. Per questo motivo viene individuata una soglia base per ciascuna scala, costituita da 6 item consecutivi superati, al di sotto della quale è ragionevole dare per scontato che il bambino abbia acquisito tutte le abilità, e una soglia soffitto, di 6 item consecutivi non superati, al di sopra della quale è molto probabile che le abilità valutate non siano ancora acquisite dal bambino. Inoltre l’ordine di somministrazione degli item e delle scale, salvo alcuni pochi specifici casi, non è rigido, ma può essere adattato alle esigenze di valutazione. Lo strumento, solitamente, viene somministrato nella sua interezza, ma in caso di necessità possono essere usate solo alcune specifiche scale.

 

La traduzione e l’adattamento linguistico

Le Griffiths III sono state pubblicate nel Regno Unito nel mese di settembre 2016. In Italia la versione precedente delle scale (GMDS 0-2 e GMDS 2-8-ER) è stata a lungo utilizzata nei servizi e nella clinica nonostante non ci fossero manuali e protocolli tradotti nella nostra lingua e, soprattutto, in assenza di norme di riferimento italiane; solo nel 2008 è stata pubblicata la traduzione di manuali e protocolli che ad oggi però non sono più disponibili, perché ritirati dal mercato. Questo ha riportato di fatto l’utilizzo delle GMDS a ciò che è sempre stato: kit e materiali in lingua inglese.

Alla luce di ciò, Hogrefe Editore ha deciso di rendere disponibile ai clinici italiani la versione originale delle Griffiths III in contemporanea con il resto del mondo. In quello stesso momento è iniziato il nostro lavoro di traduzione e adattamento, una procedura che, di fatto, ribalta il consueto processo di taratura, in cui la diffusione del test è l’ultimo passaggio di un lavoro che può durare, in molti casi, anche anni.

 

Il lavoro di traduzione delle Griffiths III è stato affidato ai due gruppi di ricerca cui apparteniamo, uno afferente al Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e delle Socializzazione dell’Università di Padova e l’altro afferente al Dipartimento di Psicologia Dinamica e Clinica dell’Università Sapienza di Roma. Entrambi i gruppi di ricerca si occupano di disabilità e di età evolutiva ed è stata anche l’esperienza di anni di lavoro sulla realizzazione di test di sviluppo che ha portato alla scelta dei nostri gruppi. La traduzione, che ha previsto le normali fasi di traduzione e retro-traduzione, e conseguente riadattamento degli item di natura verbale che lo richiedevano, è iniziata a novembre 2016 (solo due mesi dopo la pubblicazione del test nel Regno Unito) e ha implicato una serie decisamente ampia di revisioni e di costante confronto con i membri dell’associazione ARICD, con le quali è stato possibile ottenere informazioni più approfondite sui costrutti alla base del test e ridiscutere i cambiamenti degli item per meglio adattarli al contesto italiano. Questi frequenti contatti con gli autori anglosassoni sono stati per noi molto utili e ci hanno fornito l’opportunità di pianificare l’adattamento italiano con la tranquillità di poter apportare le necessarie modifiche.

Al termine della traduzione è iniziata la parte più stimolante di questo lavoro, che ci fa dire di aver in qualche maniera contribuito alla realizzazione di una nuova ed interessante metodologia di validazione del test.

Partendo dal presupposto che le medesime difficoltà di traduzione e adattamento che abbiamo trovato noi le avrebbe trovate ogni collega che ne frattempo aveva acquistato il test, con l’Editore abbiamo deciso di realizzare nell’arco di pochi mesi i primi tre corsi di formazione sulle scale Griffiths III: ci sembrava una buona risposta alle esigenze che i colleghi iniziavano a esprimere, desiderosi di poter utilizzare a pieno regime il test ma al tempo stesso giustamente dubbiosi rispetto alla presenza di soli materiali in lingua originale.

Nell’arco di tre mesi abbiamo incontrato più di 100 clinici che lavorano su tutto il territorio nazionale, ognuno con il proprio specifico bagaglio di esperienza e spesso già utilizzatori delle GMDS. I corsi di formazioni si sono dunque confermati come quella risorsa che ci aspettavamo: era infatti nostra intenzione coinvolgere clinici e ricercatori nel nostro lavoro, per renderli attori importanti del processo di adattamento e standardizzazione. I corsi si sono effettivamente rivelati momenti in cui il passaggio di informazioni sul test è stato arricchito dalla disponibilità al confronto e alla messa in comune di opinioni e conoscenze. Ad esempio, è stato possibile per noi confrontarci con i partecipanti sulle modalità migliori di adattare il protocollo di somministrazione e alcuni specifici item (ad esempio delle scale Motorie o di Linguaggio). Il loro contributo è stato fondamentale anche per la realizzazione della traduzione del manuale di somministrazione, che tra qualche settimana andrà in stampa.

 

Lo studio pilota 

I vantaggi di questa metodologia “partecipata”, li abbiamo potuti rilevare anche durante la fase che attualmente sta per concludersi: lo studio pilota. Si tratta di una tappa probabilmente ancora più importante della fase di traduzione. È grazie allo studio pilota infatti che verranno individuate alcune caratteristiche strutturali della versione italiana della Griffiths III: verrà deciso per esempio, il livello di difficoltà di ciascun item per i bambini italiani, che potrebbe portare alla non banale conseguenza di spostare prove che nel nostro campione risultano essere troppo facili o difficili per un’età, diversamente da quanto era risultato per i bambini del Regno Unito. Considerando che le modalità di somministrazione della scala prevedono l’individuazione di un livello “base” di 6 item consecutivi superati ed un livello “tetto” di 6 item consecutivi non superati, un item “fuori posto” rischierebbe infatti di allungare i tempi di somministrazione e di sottoporre il bambino ad inutili frustrazioni.

 

Il protocollo di somministrazione

Un ulteriore lavoro di cui siamo orgogliose è l’attenzione che abbiamo dedicato a rendere il protocollo di somministrazione il più chiaro possibile, facendo sì che sia, a nostro avviso, persino più completo di quello originale inglese. Sono stati infatti aggiunti dei codici che indicano gli item che da manuale necessitano di essere somministrati in sequenza, presenti soprattutto nella scala Basi dell’apprendimento.

Sono stati inoltre indicati quegli item che, pur non essendo obbligatorio somministrare in sequenza, riguardano ambiti tematici simili. Ad esempio, ci sono ben 5 item che valutano il modo in cui il bambino mangia: nel momento in cui viene affrontato l’argomento con il genitore è utile per il somministratore avere sott’occhio tutte le informazioni da chiedere, per non doverci ritornare più volte nel corso della somministrazione. O ancora: ci sono 4 item volti a valutare la capacità del bambino di denominare gli oggetti presenti in una scatola e risulta più funzionale, una volta tirata fuori la scatola con gli oggetti, valutare subito tutte le abilità di denominazione che riguardano più item non consecutivi e non concatenati.

Sul protocollo sono stati inoltre evidenziati, attraverso una ombreggiatura delle caselle, presente solo nella versione italiana, una famiglia di item che utilizza come materiale le “scatole dei cubetti” che vanno somministrati per primi, per individuare il punto di inizio della somministrazione. Sono state poi aggiunte delle parole chiave che consentano, anche ad un utilizzatore alle prime armi, di identificare rapidamente il contenuto di un item. Infine, nella parte inferiore del protocollo sono state aggiunte le consegne degli item che prevedono istruzioni verbali, quali ad esempio “ripetizioni di frasi”, “comprende gli opposti”, “comprende le similitudini”.

L’idea che ci ha guidato in queste modifiche è stata quella di rendere il più agevole possibile la somministrazione, consentendo a tutti gli utilizzatori di effettuare la valutazione senza aver bisogno di consultare continuamente il manuale.

Con l’estate terminerà la prima fase del lavoro di adeguamento delle prove delle scale Griffiths III al contesto italiano ed inizierà quello di raccolta dati del campione normativo. A tal fine i due gruppi di lavoro raccoglieranno dati su tutto il territorio nazionale. Verranno inoltre raccolti dati su sottocampioni clinici anche ai fini dello studio della validità dello strumento.