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numero 61 - ottobre 2018

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La valutazione della capacità di stare a processo attraverso la FIT-R

La valutazione della capacità di stare a processo attraverso la FIT-R

Il costrutto della capacità a stare a processo è altro e diverso dal concetto di imputabilità e pericolosità sociale poiché prevede la valutazione della presenza della capacità di partecipazione cosciente al processo così come prevista dall’art. 70 ss c.p.p. e 72 bis c.p.p.

“Le categorie “imputabilità” e “capacità di partecipare coscientemente al processo” possono sovrapporsi, poiché l’infermità di base può compromettere aspetti cognitivi e decisionali che riguardano entrambe le categorie, ma può anche compromettere funzioni psichiche diverse, tanto che è possibile essere affetti da un vizio parziale di mente ed essere incapaci di stare a giudizio” (Fornari, 2018, 230).

Secondo la sentenza della Corte Costituzionale n. 39 del 2004 la capacità processuale deve essere desunta non solo dalla mera presenza di una patologia psichiatrica e dalla funzione di coscienza, cioè dalla capacità della persona di rendersi conto di quanto accade intorno a lei, ma anche e soprattutto della possibilità di essere “parte attiva” nella vicenda processuale e di esprimersi esercitando il suo diritto di autodifesa.
Riassumendo quindi, l’accertamento della capacità di intendere e volere al momento del fatto e la capacità di partecipare coscientemente al processo sono due elementi distinti che rispondono, insieme, al quesito sulla processabilità e condannabilità.

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In termini peritali coloro che sono chiamati a valutare la capacità a stare a processo devono rispondere se il soggetto comprende le possibili conseguenze dell’atto criminale, comprende la natura del processo, le persone coinvolte ecc. (Stafford 2003; Zappf e Roesch, 2006).
Secondo Roesch, Zapf e Hart (2010) la competenza a stare in giudizio può essere definita come la capacità dell’imputato di comprendere i procedimenti legali a suo carico e di essere pertanto in grado di assistere e partecipare alla sua difesa.

In Italia, l’unico strumento disponibile ai fini dell’accertamento della capacità specifica a stare a processo è la Fitness Interview Test - Revised (FIT-R) (Ciappi, Vittoria, 2017). Inquadrabile nell’ambito dei Forensic Assessment Instrument’s, rientra tra gli strumenti ad approccio ideografico ovvero di indagine e studio di un caso specifico.
La FIT-R è un’intervista clinica semistrutturata che può essere somministrata sia agli adulti che agli adolescenti. Si compone di tre sezioni che concernono: 1) la comprensione della natura e gli obiettivi del procedimento; 2) la comprensione delle possibili conseguenze del procedimento; 3) la capacità di comunicare con il proprio avvocato.

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Il punteggio ottenuto, per ogni item di ciascuna sezione va da 0 a 2 in funzione del livello di compromissione nella specifica abilità indagata: punteggio 2= severa compromissione dell’abilità a soddisfare i criteri legali; punteggio 1 = moderata compromissione dell’abilità di soddisfare i criteri legali; punteggio 0 = piccola o assente compromissione dell’abilità a soddisfare i criteri legali.
Successivamente, il giudizio finale di competenza viene, come da Modulo per la decodifica, valutato rispetto a: 1) presenza o meno di disturbo mentale (valutato specificatamente con accertamenti nell’ambito della simulazione, del funzionamento cognitivo e del funzionamento psicopatologico o di personalità); 2) determinazione della competenza a stare in giudizio per tutte e tre le abilità psicolegali richieste; 3) esame delle informazioni (presenza di un disturbo mentale e performance in ognuna delle tre abilità richieste) per giungere al giudizio finale sulla competenza a stare a processo.

Analisi di un caso

Per cercare di comprendere meglio l’applicazione della FIT-R (strumento psicodiagnostico descritto in precedenza) procediamo all’analisi della sua applicazione in un caso di omicidio.

X.Y., di anni 20, è imputato di omicidio. In sede di perizia rispetto all’imputabilità, i periti concludono per la non imputabilità di X.Y. per Disturbo Schizotipico di personalità “Essendo intervenuto un rapporto diretto motivazionale fra i sintomi afferenti allo scompenso psicotico e il reato commesso, possiamo affermare che la capacità di intendere e volere di X.Y. al momento dei fati per cui è perizia era abolita”.
Si procede così alla somministrazione della FIT-R atta ad evincere se l’imputato possieda o meno la capacità di partecipare coscientemente al processo.
Compilando il modulo per la decodifica si ottengono i seguenti punteggi. 

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Dal protocollo di risposta ottenuto si evince che, X.Y., seppure ha compreso la natura e gli obiettivi del procedimento a suo carico, presenta una dubbia competenza sulla capacità di comprendere le possibili conseguenze del procedimento mentre è totalmente assente la capacità di consciamente pianificare la propria difesa, di testimoniare in maniera rilevante, di comunicare i fatti al proprio avvocato e di affrontare i testimoni dell’accusa.
Detto altrimenti, il disturbo mentale diagnosticato interferisce con le performance dell’imputato sulle abilità psicolegali richieste ai fini della valutazione della capacità a stare a processo.
Ciò detto, X.Y. è soggetto non imputabile e non processabile.

La ricerca italiana sulla FIT-R

Con lo scopo di meglio conoscere l’applicazione della FIT-R in Italia, ad oggi unico strumento riconosciuto per la valutazione della capacità a stare a processo, Hogrefe Editore insieme al Mental Health, Law and Policy Institute, dell’Università Simon Fraser di Vancouver (Canada) ha elaborato un progetto di ricerca al quale partecipano professionisti che si occupano di consulenze e perizie nello specifico ambito (anche in qualità di ausiliario psicodiagnosta).
Per chi fosse interessato ad avere maggiori informazioni o a partecipare alla ricerca può contattare la scrivente alla e-mail: info@sarapezzuolo.it

Bibliografia 

  • Ciappi S., Vittoria B. (2017). FIT-R. Fitness Interview – Revised. Firenze, Hogrefe Editore.
  • Fornari U. (2018). Trattato di Psichiatria Forense. Tomo primo. Settimana Edizione. Milano, UTET;
  • Roesch R., Zapf P.A., Hart D.S. (2010). Forensic Psychology and Law. Toronto:Wiley.
  • Stafford K.P., (2003). Assessment of competence to stand trial. In A.M. Goldestein e I.B. Weiner (a cura di). Handbook of psychology: volume 11. Forensic psychology (pp. 359-380). Hoboken ì, NJ: Wiley.
  • Zapf P.A., Roesch R. (2006). Competency to stand a trial: a guide for evalutaors. In Weiner I.B. e Hess A.K. (a cura di), Handbook of forensic psychology (3° ed. pp. 305-311). New York: John Wiley.