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numero 56 - aprile 2018

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La valutazione comportamentale del funzionamento esecutivo nell’adulto: la versione italiana del BRIEF-A

La valutazione comportamentale del funzionamento esecutivo nell’adulto: la versione italiana del BRIEF-A

Perché occuparsi del funzionamento esecutivo? Con questo termine si fa riferimento ad abilità che ci permettono di avviare e portare a termine compiti complessi, di perseverare fino al raggiungimento dei nostri obiettivi finali, controllare il comportamento ma anche mettere a punto piani alternativi.
La pratica e la ricerca clinica ci mostrano il coinvolgimento di queste abilità e la loro rilevanza in caso di problematiche neurologiche con diversa progressione (trauma cranico, malattia di Alzheimer, malattia di Parkinson tra le altre), psicopatologiche o psichiatriche, nelle dipendenze e nei disturbi del comportamento alimentare, nelle diagnosi di autismo o di ADHD.
Inoltre, i recenti studi evidenziano come una riduzione temporanea del funzionamento esecutivo costituisca un fattore di rischio per il benessere e la qualità di vita ma anche per l’integrazione lavorativa e partecipazione lavorativa attiva.

Lo strumento

Il BRIEF (Behavior Rating Inventory of Executive Function; Gioia, Isquith, Guy e Kenworthy, 2000) si propone di indagare il grado in cui sono presenti le abilità esecutive nel contesto della vita quotidiana lungo l’arco di vita.
La versione al centro di questa descrizione Behavior Rating Inventory of Executive Function – Adult Version (BRIEF-A) è applicabile a persone di età compresa tra i 18 e i 90 anni.  Due distinte versioni, analoghe per contenuto degli item e articolazione delle scale e degli indici, permettono di cogliere le problematiche esecutive riportate direttamente dall’individuo in esame (Versione di Autosomministrazione) e quelle descritte da un informant competente – coniuge o membro dello staff (Versione di Eterovalutazione).

Struttura e principali caratteristiche

Il BRIEF-A è composto da 75 item fra loro indipendenti che permettono di indagare quanto, con quale frequenza, il comportamento descritto dell’affermazione contenuta nell’item abbia costituito un problema durante l’ultimo mese (“Mai”; “Qualche volta”;”Spesso”).
I punteggi ottenuti mediante scoring degli item sono poi organizzati in 9 Scale Cliniche, teoricamente fondate ed empiricamente derivate, e 3 Scale di Validità (cfr. Tabella). 

BRIEF-A tabella.jpg
 

Le scale cliniche contribuiscono a comporre: l’indice di Regolazione comportamentale (Behavioral Regulation index, BRI), l’indice di Metacognizione  (Metacognition Index,MI) e un punteggio composito esecutivo globale (Global Executive Composite, GEC).
I punteggi grezzi vengono trasformati in punti T e percentili. Possono essere, quindi, confrontati con i punteggi normativi e suddivisi per genere e fasce di età.

La versione italiana

La traduzione del BRIEF-A è stata eseguita attraverso una procedura forward-backward e avvalendosi della collaborazione fra gli autori dell’adattamento italiano e coinvolgendo un ricercatore psicologo di madrelingua inglese.
Lo strumento è stato proposto da un gruppo di psicologi e ricercatori presso diversi istituti scolastici delle scuole secondarie di secondo grado e presso i servizi territoriali in diverse aree del Nord, Centro, Sud Italia ed Isole.
I criteri di inclusione prevedevano: età compresa tra i 18 e i 90 anni; assenza nella storia personale di diagnosi o trattamento per malattia psichiatrica, di difficoltà di apprendimento, di disturbo neurologico o di una seria condizione medica; assenza di una storia importante di utilizzo di psicofarmaci.
Il campione finale utilizzato per la versione di Autovalutazione è composto da 229 uomini e 299 donne, e per quella di Eterovalutazione risulta composto da 191 uomini e 218 donne. I partecipanti hanno rispettivamente un’età media di 47.65 anni (DS = 20.82) e 49.64 anni (DS = 20.13).
I punteggi normativi sono stati suddivisi per genere e fasce d’età (18-39, 40-60, e 61-90 anni).
Nel manuale vengono proposti i più recenti orientamenti teorici, descritte alcune problematiche cliniche relative alle funzioni esecutive e presentate alcune recenti direzioni della ricerca. Sono, inoltre, descritte alcune applicazioni realizzate dagli autori stessi nel contesto italiano.

L’utilizzo dello strumento in sintesi

Lo strumento può essere utilizzato nella pratica professionale per la diagnosi psicologica e neuropsicologica delle abilità e delle difficoltà di un individuo; nei processi riabilitativi per la scelta dei programmi di intervento e per monitorare i progressi di un trattamento in corso; nella ricerca  applicata, in una prospettiva multi-informant, per approfondimenti nell’ambito di recenti promettenti ambiti di studio, alcuni dei quali sono  illustrati nel manuale.

Bibliografia di riferimento

  • Chan, R.C., Shum, D., Toulopoulou, T. & Chen, E.Y. (2004). Assessment of executive functions: review of instruments and identification of critical issues. Archives of Clinical Neuropsychology, 23(2), 201-16.
  • Craig, F., Margari, F., Legrottaglie, A. R., Palumbi, R., De Giambattista, C., & Margari, L. (2016). A review of executive function deficits in autism spectrum disorder and attention-deficit/hyperactivity disorder. Neuropsychiatric disease and treatment12, 1191.
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  • Goldberg, E. (Ed.). (2017). Executive Functions in Health and Disease. Academic Press.
  • Malloy-Diniz, L. F., Miranda, D. M., & Grassi-Oliveira, R. (2017). Executive Functions in Psychiatric Disorders. Frontiers in Psychology8, 1461.
  • Wolf, F. M. (2010). Executive Function in the Workplace. Work, 36, 371-372.