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numero 83 - dicembre 2020

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La Teoria di Integrazione Sensoriale di A. Jean Ayres

La Teoria di Integrazione Sensoriale di A. Jean Ayres

La teoria di Integrazione Sensoriale (Ayres Sensory Integration, ASI) è stata sviluppata, a partire dagli anni ‘60, negli Stati Uniti da A. Jean Ayres, la quale ha dedicato la sua intera vita al servizio dei bambini con disturbi del neurosviluppo e delle loro famiglie, segnando un prima e un dopo nella storia della terapia occupazionale. La dottoressa Ayres rivoluzionò totalmente l’intervento di terapia occupazionale, raggiungendo un importante traguardo nello sviluppo di un modello di intervento basato sull’evidenza. 

A. Jean Ayres

A. Jean Ayres (1920-1988) ha conseguito la laurea e la specializzazione in terapia occupazionale presso University of Southern California rispettivamente nel 1945 e nel 1954, e un dottorato di ricerca in psicologia dell’educazione nel 1961 sempre presso University of Southern California. Dal 1964 al 1966, ha svolto un post-dottorato presso il National Institute of Mental Health Training Program, nel Brain Research Institute and Division of Child Development of University of California –  Los Angeles, dove ha lavorato con noti neurofisiologi. 
A. Jean Ayres è stata una terapista, studiosa, scienziata e insegnante, durante la sua carriera ha standardizzato numerosi test di valutazione, tra cui Southern California Sensory Integration Test (SCSIT, 1972) e Southern California Postrotary Nistagmus Test (1975). Con l’intento di migliorare continuamente il suo lavoro, nel 1989, ha sviluppato il Sensory Integration and Praxis Test (SIPT), revisionando ed eliminando alcuni subtest del SCSIT, e aggiungendo alla batteria cinque nuovi test sulla prassia. È stata autrice di libri e ha pubblicato circa 50 articoli accademici. I suoi strumenti di valutazione e le tecniche di trattamento sono state usate non solo negli Stati Uniti, ma anche in altre parti del mondo. 
Creativa e brillante, A. Jean Ayres, creò lei stessa leattrezzatureda utilizzare durante i trattamenti di integrazione sensoriale, cercando di servirsi di materiali di uso comune con l’obiettivo di proporre attività ricche di stimoli sensoriali ai suoi bambini. 
Ha svolto la sua pratica clinica privata dal 1977-1984 a Torrance, in California; in quel periodo è riuscita a fornire servizi di terapia basati su intervento di psicologia e terapia occupazionale, e contemporaneamente portando avanti la ricerca, e l'insegnamento, creando un modello di pratica unificata. 
La dottoressa Ayres ha ricevuto alcuni dei più alti riconoscimenti assegnati dalla American Association of Occupational Therapy (AOTA), come l'inclusione nel Roster of Fellows, il premio Eleanor Clarke Slagle Lectureship e l’Award of Merit. Inoltre, è stata membro fondatore dell'Accademia di ricerca di AOTA.

Prospettive storiche e radici neurobiologiche

Guidata dal suo background accademico in neuroscienze e dalla sua esperienza nel campo clinico, Ayres sviluppò la teoria di integrazione sensoriale per spiegare le potenziali relazioni tra i processi neuronali di ricezione e integrazione dell’input sensoriale che portano al risultato finale, ovvero la risposta adattiva. 
L’integrazione sensoriale è il processo neurobiologico che integra e organizza tutte le sensazioni che provengono tanto dall’ambiente esterno quanto dal nostro corpo (enterocezione). Attraverso il tatto, la forza di gravità, la percezione della posizione e movimento del corpo, la vista, l'olfatto, l’udito e il gusto, queste informazioni arrivano al cervello continuamente e in grande quantità. Una buona integrazione di queste informazioni ci consente di produrre delle risposte adattive adeguate all’ambiente e a ciò che accade intorno a noi. Questo è fondamentale poiché è il meccanismo che si trova alla base dell'apprendimento e del comportamento sociale. 
Il lavoro di Ayres si basa su osservazioni cliniche di bambini con disturbi dell’apprendimento, molti dei quali mostravano difficoltà percettive, sensoriali e motorie. La dottoressa ipotizzò che "l'apprendimento è una funzione del cervello e i disturbi dell'apprendimento riflettono alcune deviazioni nelle funzioni neurali (Ayres,1972)”. 
Ayres sosteneva, quindi, che le difficoltà di apprendimento potevano essere dovute a delle difficoltà di integrazione delle informazioni sensoriali e questo a sua volta causerebbe la manifestazione di disfunzioni di integrazione sensoriale osservabili nel comportamento del bambino. 
Come accennato nel precedente paragrafo, Ayres ha utilizzato batterie di test per testare e esaminare sul campo la sua teoria. Attraverso questi test, è stata in grado di condurre una serie di studi analitici su cluster e fattori che l’hanno condotta a scoprire una serie di gruppi di sintomiche rientravano in pattern significativi e che descrivevano campioni clinici di bambini. I pattern di disfunzione sensoriale sono serviti a guidare la strategia di intervento (Ayres, 1979, 1989). Ad esempio, un pattern chiamato "disprassia dello sviluppo" è stato costantemente identificato nei bambini che sembravano avere difficoltà nell’elaborazione di idee, nella pianificazione e nella realizzazione di nuove attività motorie e anche nell'elaborazione dell’input tattile e di altre informazioni somatosensoriali. 
In sintesi, la teoria si basa sui seguenti principi di neuroscienze, psicologia dello sviluppo, terapia occupazionale e scienze dell'educazione:

  1. lo sviluppo sensomotorio è un importante substrato per apprendimento;
  2. l'interazione dell'individuo con l'ambiente modella lo sviluppo del cervello;
  3. il sistema nervoso è capace di cambiamento (plasticità cerebrale);
  4. le attività sensori-motorie significative sono un potente mediatore di plasticità.

Sebbene nuove scoperte e conoscenze hanno dimostrato che il sistema nervoso è ancora più complesso e integrato di quanto Ayres e altri credevano in quel momento, molti dei principi su cui Ayres ha costruito la teoria di integrazione sensoriale sono ancora tenuti in grande considerazione. Questa conoscenza è stata rafforzata dalla ricerca dimostrando che cambiamenti strutturali, molecolari, nelle funzioni neurali sono possibili e che attività sensori-motorie significative possono essere mediatori di plasticità. 

L'approccio di integrazione sensoriale

L’approccio basato sulla teoria di integrazione sensoriale, è utilizzato con bambini che hanno difficoltà significative a processare le informazioni sensoriali. L'obiettivo dell'intervento è quello di aumentare la capacità di elaborare e integrare queste informazioni e di fornire una base per migliorare l’autonomia e la partecipazione nelle attività di vita quotidiana, nel gioco e nelle attività scolastiche. 
I terapisti occupazionali che utilizzano questo approccio seguono una serie di principi che guidano le capacità di ragionamento clinico dei terapisti e garantiscono una pratica basata sui criteri di fedeltà alla teoria (Parham, 2007). 
Di seguito, verranno elencati i principi chiave sopracitati: 

  • “La giusta sfida”: Il terapista crea attività ludiche con obiettivi raggiungibili dal bambino; nonostante le attività includono una sfida, il bambino partecipa all’attività con successo. 
  • La risposta adattiva: Il bambino risponde alla “giusta sfida”, utilizzando nuove strategie, dimostrando capacità di adattamento.
  • Il coinvolgimento attivo: Il terapista fornisce un ambiente giocoso e ricco di stimoli  e invoglia il bambino a partecipare all’attività;
  • Guidato dal bambino: Il terapista osserva costantemente il comportamento del bambino, seguendo così la sua guida o i suoi suggerimenti. Il terapista utilizza i segnali del bambino per creare attività allettanti e ricche di sensazioni.

La capacità di raggiungere e superare sfide sempre più complesse ci fa capire che il processo di integrazione delle sensazioni sta migliorando e che si stanno perseguendo gli obiettivi prefissati. 
Durante l’intervento il terapista è molto attento a fornire stimoli adeguati alle possibilità del bambino, rispettando il suo stato emotivo e il suo benessere. 
Attraverso il ragionamento clinico, il terapista è capace di mantenere un equilibrio tra abilità del bambino, le sue necessità, il suo livello di sviluppo e la sua motivazione intrinseca, modificando in ogni momento l’ambiente e le componenti sensoriali e motorie dell’attività.
In armonia con la teoria, gli obiettivi e i progressi si manifestano in cambiamenti osservabili quali: capacità di partecipazione ad attività sensoriali, capacità di regolazione dei livelli di arousal/attivazione, di miglioramento delle capacità sensori-motorie e di partecipazione alle attività della vita quotidiana in maniera indipendente. Oltre all'intervento diretto, il terapista collabora con genitori, insegnanti e altri caregiver coinvolti nella vita del bambino per aiutarli a comprendere i suoi comportamenti da una prospettiva sensoriale, per adattare l'ambiente alle sue esigenze, e infine per creare esperienze sensoriali e motorie necessarie anche negli ambienti significativi della sua vita quotidiana. 
Nonostante la teoria originariamente è stata sviluppata per bambini con disturbi dell’apprendimento, Ayres ha riconosciuto l’utilità della teoria per altre popolazioni cliniche. Ad esempio, Ayres e Tickle (1980) applicarono la teoria ai bambini con Disturbo dello spettro dell’autismo, notando che contribuì a diminuire la reattività allo stimolo tattile ed altri tipi di stimoli che interferivano con la loro abilità di gioco, apprendimento ed interazione.  Da quel momento, i principi di integrazione sensoriale sono stati applicati a varie popolazioni, tra cui bambini nati a rischio e/o con problemi di regolazione, bambini con disturbo dello spettro autistico, sindrome dell’X fragile, disturbo da deficit di attenzione e di iperattività (ADHD) e bambini con situazioni di deprivazione ambientale.  
In conclusione, la teoria e i principi di Ayres sono stati estesi ed aggiornati nel corso degli anni; in questo settore sono stati svolti tanti passi avanti sulla base del progresso scientifico e della pratica clinica.  Attualmente, abbiamo raggiunto importanti traguardi nel campo delle neuroscienze, tali da poterci fornire dati scientifici rigorosi per far avanzare la divulgazione dell’approccio di integrazione sensoriale. In Italia, la comunità scientifica, gli enti sanitari e la scuola dovrebbe promuovere l’accesso ai servizi al fine di garantire interventi volti a migliorare la qualità di vita dei bambini con disturbi dell’elaborazione sensoriale e delle loro famiglie. 

Bibliografia

  • Ayres, AJ (1972). Sensory Integration and Learning Disorders. Los Angeles: Western Psychological Services. 
  • Ayres, AJ (1979). Sensory Integration and the Child. Los Angeles: Western Psychological Services. 
  • Ayres, AJ (1989). Sensory Integration and Praxis Tests. Los Angeles: Western Psychological Services. 
  • Ayres AJ, Tickle LS (1980). Hyper-responsivity to touch and vestibular stimuli as a predictor of positive response to sensory integration procedures by autistic children. Am J Occup Ther 34, 375-381. 
  • Beaudry Bellefeuille I. El enfoque de la integración sensorial de la doctora Ayres. TOG (A Coruña) [revista en Internet]. (2013) 
  • Bowman J, Jean Ayres 1920-1988 Therapist, Scholar, Scientist, and Teacher, (1989), Am J Occup Ther. Volume 43, Number 7. 
  • Parham, L.D., Cohn, E.S., Spitzer, S., Koomar, J.A., Miller, L.J., Burke, J.P., ... Summers, C.A. (2007). Fidelity in sensory integration intervention research. American Journal of Occupational Therapy, 61(2), 216-227. 
  • Schaaf RC, Miller LJ. (2005). Occupational therapy using a sensory integrative approach for children with developmental disabilities. Ment Retard Dev Disabil Res Rev.,11(2):143-8.
  • Shaaf RC, Schoen SA, Smith-Roley S, Lane SJ, Koomar, May Benson TA. (2010). Frames of reference for Pediatric Occupational Therapy. Baltimore Lippincott Williams & Wilkins.