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numero 52 - novembre 2017

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La scienza della personalità

La scienza della personalità

la-scienza-della-personalita-teorie-ricerche-applicazioni ok.jpg Daniel Cervone, Lawrence A. Pervin
La scienza della personalità
Tredicesima edizione
Cortina, 2017, Pp. 673
Euro 52,00

La pubblicazione della tredicesima edizione di un testo che ha contribuito a delineare la storia della psicologia della personalità, sia in ambito professionale sia in ambito accademico, rappresenta un evento che non può passare sotto silenzio. Con il sottotitolo Teorie, ricerche, applicazioni, questo volume di Cervone e Pervin giunge sulle scrivanie degli psicologi, degli psichiatri e degli operatori sociali a distanza di oltre quaranta anni dalla prima edizione, presentando un panorama a dire poco “completo” dell’attuale situazione degli studi e delle ricerche della psicologia della personalità. O, per meglio dire, al plurale, delle psicologie della personalità, tanto è vasto e differenziato il campo di indagine e di applicazione.
Gli obiettivi del testo hanno mantenuto la lineare logica che ha caratterizzato l’opera fin dalla prima edizione: presentazione e descrizione in profondità delle più importanti teorie, imparzialità (aggiungerei: tendenziale) nell’approccio e nei commenti, evidenza dell’influenza reciproca tra ricerca e teoria, illustrazione di casi esemplari atti a chiarire come ogni teoria “costruisce” l’essere umano, e valutazione critica di ciascuna teoria. Inoltre, ogni teoria è esposta per mezzo di un ventaglio di vertici di osservazione e di riflessione che compongono il quadro ricco ed articolato in cui processi, dinamiche, strutture, tratti evolutivi ed applicazioni cliniche dialogano gli uni con gli altri.
Se è vero che questo libro si rivolge primariamente agli studenti dei corsi di laurea in psicologia, credo che possa essere letto, o consultato, ma anche studiato, da ogni professionista e da ogni accademico. Per prendere come esempio soltanto il campo della professione clinica, quante volte incontriamo colleghi che conoscono soltanto la teoria della personalità della propria scuola? E quante volte incontriamo colleghi che non conoscono proprio nessuna teoria della personalità, illudendosi di fare un mix, di “integrare”, di “prendere il meglio” qui e là? Se è vero, come scrivono gli autori introducendo il testo, che siamo tutti teorici della personalità (vedi le teorie ingenue della personalità, e le teorie implicite), è anche vero che uno psicologo professionista o accademico, non può permettersi il lusso di essere ingenuo, né di parlare di psicologia in modo implicito, opaco, indifferenziato.
Il testo si presta ad essere consultato su temi e autori specifici, o ad essere studiato in modo completo e integrato. I primi due capitoli sono importanti perché danno l’occasione al lettore di capire il contesto nel quale ci si muove, iniziando con il chiedersi cosa significa studiare la personalità, perché è utile farlo, e come portare avanti questo studio. Inquadrando le teorie della personalità nel campo della conoscenza dell’individuo si comprende come ogni punto di vista sia, in realtà, un punto di vista globale sull’uomo e sul mondo, cioè qualcosa che va al di là della definizione psicologica della persona. Da qui allo studio “scientifico” della persona il passo non è breve e va compiuto prendendo in considerazione i quattro tipi di dati da cui sono tratte le informazioni sulla personalità: le informazioni sugli eventi di vita, i dati osservativi, quelli sperimentali e le informazioni che provengono dai self-report. Si tratta dei cosiddetti dati LOTS, un acronimo che sta per: life record data, observer data, test data e self-report data.
I capitoli terzo e quarto sono centrati sull’ottica psicodinamica e le teorie psicoanalitiche; i successivi due capitoli sulle teoria fenomenologica di Carl Rogers e gli sviluppi successivi (come Maslow); sono quindi esaminate le teorie dei tratti, gli approcci del comportamentismo e delle teorie dell’apprendimento, la teoria dei costrutti personali di Kelly, la teoria cognitivo-sociale di Bandura e Mischel e i suoi sviluppi (come Ellis e Beck). Gli ultimi due capitoli trattano della personalità inserita nel contesto culturale e della valutazione della ricerca sulla personalità. Glossario, Bibliografia, Indice dei nomi ed Indice analitico chiudono l’opera.
Vorrei ricordare al lettore (soprattutto ai più giovani) che vi è un altro, importante testo sulla psicologia della personalità che tratta la tematica da un punto di vista assai diverso, comunque basato su una scelta delle teorie presentate e, soprattutto, sui commenti dell’autore alle teorie stesse. Si tratta del Trattato di psicologia della personalità, a firma di uno dei maggiori esponenti italiani della psicologia analitica di Carl Gustav Jung, Aldo Carotenuto (Napoli, 25 gennaio 1933 – Roma, 13 febbraio 2005), pubblicato nel lontano 1991 con la cura redazionale di Mariella Agostinelli e giunto, nel 2016, alla dodicesima ristampa. Un testo affascinante per l’apporto originalissimo scaturito dalla personalità poliedrica e colta dell’autore.
Credo infine importante mettere in rilievo la il rapporto che intercorre tra la psicologia della personalità, in tutte le sue sfumature, e la versione operazionalizzata di essa, vale a dire i questionari di personalità. Un campo, quest’ultimo, in cui i progressi non sono rapidi e i nuovi strumenti hanno una lunga gestazione, ma l’attesa degli studiosi e dei professionisti è, infine, ben ripagata, proprio come è avvenuto recentemente con il questionario di Leslie C. Morey, il PAI  Personality Assessment Inventory (Hogrefe, 2015), disponibile in lingua italiana dall’inizio del 2016.