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La Psicologia nel terzo millennio: nuove prospettive di intervento
La Psicologia nel terzo millennio: nuove prospettive di intervento
Come la tecnologia, che ha già cambiato il mondo di oggi, può rappresentare uno strumento utile e efficace in ambito psicologico?
Questa la domanda alla quale la conferenza "La Psicologia nel Terzo millennio: nuove prospettive di intervento", svoltasi a Firenze nella giornata di sabato 24 Novembre, ha cercato di approfondire. L’evento, patrocinato dalla Regione Toscana, è stato organizzato dalla Dott.ssa Alessandra De Toffoli, dalla Dott.ssa Laura Berti, dalla Dott.ssa Luisa Vignozzi e dal Dott. Tommaso Ciulli, con l’intento di indagare il tema della tecnologia in una prospettiva psicologica favorendo la riflessione su alcuni strumenti, su studi di ricerca, nonché sui limiti e le criticità che il tema presenta. L'incontro ha visto coinvolti relatori esperti in questo campo, realtà emergenti nel panorama italiano, e un pubblico di professionisti interessati alla tematica.
Ad aprire la conferenza è stato il Dott. Lorenzo Di Natale, co-fondatore di IDEGO-Psicologia Digitale, con un intervento che ha rappresentato un'introduzione all'intera giornata di studio attraverso un approfondimento sulla psicologia digitale fornendo un quadro teorico di riferimento e facendo chiarezza su questo ambito. Così, riprendendo la definizione proposta dal Prof. Giuseppe Riva, uno dei massimi esperti di psicologia dei nuovi media, ci siamo addentrati in questo campo: la psicologia digitale si occupa dei processi che nascono nell'interazione con i nuovi media, ed è la disciplina che indaga lo studio, la comprensione, la previsione e l'attivazione di questi processi. Scoprendo così che la psicologia digitale rappresenta sia un'area di ricerca sia uno strumento di intervento. Il concetto di una mente 2.0 ha guidato la riflessione rispetto ai cambiamenti nei processi di memoria, attenzione e apprendimento delle nuove generazioni, e a pensare a come anche la manifestazione del disagio stia subendo delle trasformazioni. Nel nuovo contesto culturale in continua evoluzione in cui ci troviamo, la tecnologia non è più solo un oggetto esterno ma parte integrante attraverso cui interfacciamo con la realtà, per questo, come suggerisce il Dott. Di Natale, vale la pena soffermarci sia sulle conseguenze psicologiche delle trasformazioni tecnologiche che sulle nuove opportunità di intervento che queste offrono.
Il successivo intervento, tenuto dal Dott. Carmelo La Mela, psichiatra e psicoterapeuta del Centro di Cognitivismo Clinico di Firenze, è stato incentrato sull'utilizzo e l'integrazione delle nuove tecnologie all'interno della pratica clinica. Infatti, l'attuale evoluzione tecnologica ha suscitato interesse anche per le possibili applicazioni che questa potrebbe offrire in vari ambiti della psicopatologia. Si è parlato molto, attraverso la presentazione della letteratura scientifica soprattutto in riferimento all'approccio CBT (Cognitive Behavioral Therapy), dei risvolti e vantaggi clinici che queste hanno in termini di rapidità ed efficacia nel trattamento senza tralasciarne i limiti che comportano. È stato sottolineato l'aspetto, per il professionista, di una adeguata formazione rispetto agli strumenti clinici sviluppati con le nuove tecnologie e la consapevolezza nel loro utilizzo e integrazione, nella relazione terapeutica. Aspetto ripreso anche dall'intervento successivo condotto dal Dott. Simone Barbato, co-fondatore di IDEGO-Psicologia Digitale, il quale si è concentrato anche sugli strumenti e su come queste tecnologie stanno entrando sempre di più nella psicologia clinica, dello sport e del lavoro. Immersività, Realismo, Interfaccia Esperienziale e di Trasparenza rappresentano le caratteristiche distintive della Virtual Reality (VR), una tecnologia che consente di far vivere esperienze senso-motorie molto simili a quelle che si sperimenterebbero in situazioni reali analoghe attraverso l'immersione in ambienti virtuali fortemente realistici in cui il soggetto interagisce e partecipa attivamente. Ci è stato illustrato la VR come strumento terapeutico e presentati diversi software sviluppati che permettono di integrare, negli interventi, gli strumenti tradizionali e potenziarne l'efficacia. Tra i vantaggi degli ambienti VR sicuramente non passano inosservati la strutturazione di una terapia espositiva in un ambiente protetto e controllato, la supervisione diretta e il controllo della situazione progressivamente variabile nonché la possibilità di oltrepassare la realtà di scenari quasi impossibili da replicare. L'intervento ha permesso anche di scoprire la realtà di IDEGO nonché di sperimentare in prima persona, per i più curiosi, i software citati come ad esempio DRIVER, un app realizzata per il trattamento dell'amaxofobia (fobia di guidare).
La giornata è proseguita con l'intervento della Dott.ssa Paola Serio, che ci ha introdotto al mondo dei social e alla figura dello psicologo anche in un contesto di social network. Sono stati offerti molti spunti di riflessione in merito all'uso dei social media da parte degli psicologi, al proporsi su questi come professionisti e ai limiti e alle potenzialità che la piattaforma di Facebook ci offre. Siamo stati invitati a riflettere su alcuni aspetti che riguardano il nostro comportamento sui social e le ripercussioni di questo nella nostra attività professionale. Le accortezze illustrate e le riflessioni stimolate hanno permesso di scoprire alcuni aspetti legati ai social network che molto spesso tralasciamo ma che è bene tenere a mente soprattutto in un contesto social dove molto spesso la distinzione tra pubblico e privato non è poi così netta. A catapultarci nel campo dell'Intelligenza Artificiale (A.I.) è stato invece l‘intervento del Dott. Tommaso Ciulli. Partendo dalle origini con Perceptron, la prima macchina in grado di simulare il funzionamento neurale, e arrivando alla distinzione delle A.I. in forti (sistemi esperti) e deboli (sistemi che agiscono con successo in alcune funzioni complesse umane), è stato approfondito il tema attraverso un quadro storico di riferimento, esempi e riflessioni. Sono stati citati anche alcuni sistemi come Watson di IBM o Woebot la chatbot che fornisce supporto psicologico. Si è parlato, infatti, dell'Intelliegnza artificiale in termini di potenzialità e contributo alla psicologia. La giornata si è conclusa con l'intervento del Dott. Emanuele Ulivieri, co-fondatore della start-up Laborplay, che ha approfondito la Gamification e il suo ruolo nel contesto psicologico. Riprendendo la definizione proposta da Sebastian Deterding, è stato presentato il concetto di gamification come l'uso di elementi mutati dai giochi e dalle tecniche di Game Design in contesti esterni al gioco; pensato come un metodo e uno strumento. Infatti, abbiamo scoperto il ruolo che il gioco ricopre all'interno di contesti organizzativi nell'individuare e incrementare le soft skills. L'intervento si è poi concluso con la presentazione della realtà di Laborplay e il suo modo di progettare e sviluppare interventi.
L'intera giornata di studio ha permesso a tantissimi professionisti del settore interessati di approfondire tematiche emergenti e sempre più frequenti in materia psicologica. A mio avviso, gli spunti di riflessione forniti dai vari relatori in diversi ambiti ci invitano a pensare al ruolo della psicologia ampliando la visione tradizionale e, riprendendo il titolo della conferenza, a nuove prospettive di intervento in una realtà dove le nuove tecnologie ricoprono un ruolo sempre più di rilievo.