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numero 37 - maggio 2016

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Esperienze

La pet therapy in una residenza per anziani

La pet therapy in una residenza per anziani

Gli interventi assistiti con gli animali, genericamente indicati con il termine di pet therapy, comprendono vari progetti finalizzati a migliorare la salute e il benessere delle persone con l’aiuto di animali da compagnia. La pet therapy fa quindi riferimento a tutte quelle situazioni in cui vengono utilizzati gli animali al fine di migliorare gli aspetti affettivi, psicologici e relazionali della persona. 

Era il 1953 quando lo psichiatra americano Boris Levinson scoprì in maniera del tutto casuale che la presenza del suo cane agevolava notevolmente il rapporto con i suoi pazienti. Il cane infatti, con il suo comportamento affettuoso e gentile, era in grado di distrarli e di rilassarli, favorendo il dialogo e permettendo l'instaurarsi di un rapporto di reciproca fiducia tra medico e paziente. Da quel momento molti studi vennero intrapresi per valutare gli effetti benefici che gli animali suscitavano nelle persone di tutte le età. In particolare varie ricerche scientifiche hanno dimostrato che la presenza di un animale porta notevoli e numerosi benefici, non solo dal punto di vista relazionale e del tono dell’umore, ma anche dal punto di vista fisiologico, con modificazioni opposte rispetto a quelle causate dallo stress. Sono state infatti notate sia una diminuzione del ritmo cardiaco e respiratorio, sia della pressione arteriosa e del tono muscolare. Analoghi ed importanti cambiamenti coinvolgono anche il sistema nervoso e si notano modificazioni neuro-ormonali. Nel 1992 è stato infatti dimostrato che i proprietari di animali domestici hanno livelli di colesterolo e trigliceridi più bassi rispetto a coloro che vivono senza animali. La presenza di un animale sembra addirittura avere un effetto positivo per quanto riguarda la sopravvivenza di persone affette da problemi cardiaci.

Tra i vari campi di applicazione della pet therapy negli ultimi anni una sempre maggiore attenzione è stata rivolta al campo degli anziani, anche affetti da demenza. Il 28 Febbraio 2003 il Consiglio dei Ministri ha approvato, su proposta del Ministro della Salute Girolamo Sirchia, un decreto che fissa i principi fondamentali per il benessere degli animali da compagnia e per lo sviluppo della pet therapy. Particolare attenzione deve essere riservata all’importanza del mantenimento del contatto tra animali ed anziani, anche se residenti presso istituti residenziali o di cura. Il decreto apre quindi le porte delle case di riposo agli animali.

La pet therapy a Villa Serena, casa residenza per anziani di S.Romualdo (RA), viene svolta da circa 3 anni da Nina, cane meticcio di 5 anni e Lorenza Simoncini, conduttrice cinofila. Il progetto, in collaborazione con la psicologa della struttura, si svolge prevalentemente nel reparto che ospita anziani con deterioramento cognitivo avanzato di tipo Alzheimer.
Decenni di medicina hanno portato alla convinzione che il farmaco sia l’unica risorsa terapeutica valida nella gestione delle demenze gravi. La nostra esperienza a Villa Serena ci insegna che approcci non farmacologici come la pet therapy possono conseguire risultati di rilievo anche nelle forme di demenza avanzata.
La relazione empatica che si instaura trauomo e animale è più facile di quella tra uomo e uomoperché prescinde dalla messa in atto delle funzioni cognitive (memoria, linguaggio, ragionamento) le quali sono molto compromesse negli anziani con questa tipologia di demenza.
La risposta dell’animale alla relazione avviene tramite leccate, scodinzolamenti, avvicinamenti e altri segnali di attenzione.
Come ci spiega Max Vismara, dog trainer professionista, tecnico formatore certificato: “Il conduttore cinofilo deve essere ben preparato al fine di prevedere qualsiasi possibilità di errore relazionale tra cane e anziano. Il cane deve avere buone capacità di socializzazione, abituato a svariate situazioni sociali e ambientali, di ottimo carattere e docilità, che ami il contatto con l’uomo e che sia curioso. In attività assistite si utilizzano cani giovani ma sempre adulti, datati di un buon autocontrollo e di grande affidabilità. Non esistono razze particolarmente predisposte: è un’attitudine soggettiva”.

Una preziosa indagine condotta dalla psicologa di struttura nei diversi incontri, mediante l’osservazione qualitativa di segnali non verbali, mostra ‒ in presenza del cane ‒ un netto aumento dei segnali di interazione sociale quali sorrisi, sguardi, carezze, fischi, posture corporee aperte, e una riduzione dei segnali di disagio da parte degli ospiti della struttura. Durante gli incontri l’anziano viene invitato ad accarezzare il cane, a chiamarlo per nome, a impartigli compiti semplici. Inoltre l’ospite viene stimolato tramite domande semplici a riconoscerne il colore, la taglia, e viene chiesto se è un animale conosciuto e se l’ospite gradisce la sua compagnia. Gli ospiti con capacità cognitive più conservate vengono stimolati a riferire ricordi di passate esperienze personali con animali. L’apprezzamento di alcune caratteristiche di Nina (morbidezza del pelo, colore, struttura corporea) sembra essere un buono stimolo cognitivo e sensoriale nei pazienti con demenza. Il presupposto è che azioni sull’animale quali accarezzare, spazzolare, tenere il collare, porgere al cane piccoli biscotti e quindi, in generale, la reazione partecipe degli anziani rende possibile l’attivazione su persone altrimenti demotivate. Anche sulla base della letteratura esistente, riteniamo perciò che la pet therapy condotta con animali ben addestrati e con personale preparato rappresenta una risorsa importante per gli  ospiti di Villa Serena che merita di essere ulteriormente utilizzata e valorizzata.

Bibliografia

  • Ballarini, G. (1995). Animali amici della salute. Milano: Xenia Edizioni.
  • Burgio, L.D., Cotter, E. M., Stevens, A. B. (1998). Il trattamento in ambiente istituzionale, in M. Hersen, V. B. Van Hasselt, Trattamenti psicologici nell’anziano, Milano: McGraw-Hill, pp. 123-141.
  • Del Negro E. (1998). Pet therapy: un metodo naturale. Milano: Franco Angeli.