Osservatorio Talent
La norma per una valutazione utile: la UNI ISO 10667 per la valutazione delle persone e dei gruppi in contesti lavorativi
La norma per una valutazione utile: la UNI ISO 10667 per la valutazione delle persone e dei gruppi in contesti lavorativi
Parlare di valutazione delle persone e dei gruppi sul lavoro, riferendosi ad una norma UNI ISO, può sembrare difficile e paradossale. Le ISO, infatti, evocano in genere aspetti tecnico-ingegneristici, riferibili più a processi di sicurezza o alla fabbricazione di prodotti, che ai temi “soft”, della valutazione delle persone.
Come “mettere in sicurezza” anche tale valutazione, seguendo un processo corretto ed equo, è stato oggetto del gruppo di lavoro internazionale “ISO Project Committee Psychological Assessment” il quale, riunendosi dal 2006 alla fine del 2010, ha discusso ed approvato le best practice riconosciute internazionalmente, in quanto tali globalmente applicabili, riferite ai processi di:
- recruitment e selezione
- orientamento professionale
- sviluppo personale e coaching
- promozione e piani di successione
- piani di outplacement e pensionamento.
Si tratta pertanto della prima norma internazionale sui processi che coprono l’erogazione della valutazione durante l’intero ciclo di vita professionale, relativi a procedure e metodi per:
- valutazioni a livello individuale, come interventi d’orientamento professionale, senior executive coaching, valutazione delle prestazioni, assessment per sviluppo personale, selezione, potenziale/piani di successione, con uso di test, valutazioni a 360°, interviste, prove strutturate o altre metodologie;
- valutazioni a livello di gruppo, come indagini di clima di un gruppo, valutazioni della performance di un team, nel suo insieme;
- valutazioni a livello organizzativo, come indagini rivolte ai cambiamenti culturali dovuti a fusioni od acquisizioni, engagement survey a livello di un’intera business unit.
La certezza di basarsi su metodologie e prassi riconosciute come corrette ed affidabili è di particolare rilevanza quando si tratta d’assumere decisioni importanti, che possono avere risvolti costosi sia sul piano aziendale che su quello personale, relative a chi assumere, chi sviluppare, chi mantenere alla guida.
Perché un processo corretto, rivolto a tutti gli attori coinvolti (azienda/organizzazione committente, fornitore interno o esterno dei servizi di valutazione, persone valutate, chi recepisce i risultati della valutazione) è anche utile?
Se le metodologie utilizzate sono inadeguate a fornire le informazioni attese, i dati che derivano dalla loro applicazione sono inaffidabili e possono condurre a decisioni erronee: è quindi importante che gli strumenti e le metodologie siano suffragati da ricerche ed evidenze scientifiche, e che la loro somministrazione sia svolta da persone competenti, adeguatamente formate e in possesso delle credenziali necessarie. Se i partecipanti non sono adeguatamente informati sul processo e sulle metodologie che vengono seguite, essi possono mettere in dubbio l’attendibilità, l’equità e la trasparenza della valutazione; la loro partecipazione attiva e consapevole facilita invece l’accettazione delle conseguenze della valutazione stessa, contribuendo a salvaguardare il “contratto psicologico” tra individuo e organizzazione. È infatti particolarmente dannoso per la vita d’un’organizzazione infrangere il legame di fiducia che la lega al collaboratore: è evidente che se il soggetto della valutazione si sente malamente valutato, viene meno un presupposto fondamentale, e questo porterà un danno all’ambiente lavorativo.
A tal proposito, si pensi anche all’importanza d’ottenere informazioni attendibili sul tipo di clima, sulla qualità e la quantità di motivazione, sulle capacità e le competenze disponibili, sul potenziale individuale e collettivo, sul livello d’engagement presente in un’unità organizzativa, per l’impatto che tali elementi hanno sulla prestazione dei singoli individui, e dell’organizzazione nel suo insieme.
Ottenere i benefici delle buone pratiche di valutazione si realizza attraverso:
- la definizione di quali siano le “buone pratiche” per le procedure e le metodologie di valutazione;
- l’assicurazione d’equità nell’applicazione di tali procedure e metodologie;
- la verifica della qualità della fornitura dei servizi di valutazione delle persone, siano essi in outsourcing o in insourcing.
La norma è nata inizialmente come rivolta ai fornitori di servizi di valutazione; durante i lavori del PC “Psychological Assessment” che l’ha redatta, si è ritenuto tuttavia importante sottolineare il ruolo cruciale del cliente nell’assicurarsi di seguire al proprio interno, e di far seguire dal fornitore dei servizi un processo metodologicamente ed eticamente corretto.
Per questo motivo, ne sono state rilasciate due versioni:
- Parte 1: Requisiti per il Cliente (10667-1)
- Parte 2: Requisiti per il Fornitore di servizi (10667-2)
Si tratta pertanto d’una guida pratica, sia per i clienti che per i fornitori dei servizi di valutazione, che descrive i rispettivi obblighi e responsabilità prima, durante e dopo il processo di valutazione. Essa fornisce inoltre una guida dettagliata sui diritti e le responsabilità dei partecipanti, e di altre persone coinvolte nella valutazione, inclusi coloro i quali ne recepiscono i risultati. Le persone oggetto della valutazione non sono considerate come “soggetti passivi”, ma come partecipanti attivi e consapevoli, in tutte le fasi del processo che li vede coinvolti. Uno stralcio da “Diritti e responsabilità dei partecipanti” (appendice A), per esempio, recita così:
“…essere trattato con cortesia, rispetto, coerenza ed imparzialità; essere valutato secondo linee guida professionali ed appropriate, anche in relazione a come verranno usati gli esiti della valutazione; ricevere una spiegazione prima della valutazione su obiettivi, tipo di prove, gestione ed utilizzo degli esiti; avere la valutazione somministrata ed i risultati interpretati da persone adeguatamente formate che seguono codici d’etica professionale, o da sistemi predisposti da persone aventi queste caratteristiche”.
Dallo stesso stralcio emerge che, in termini di responsabilità, i partecipanti sono chiamati a trattare gli altri con cortesia e rispetto durante la valutazione; a fare domande prima della valutazione, per ottenere chiarimenti su scopi, modalità, tipo di prove, utilizzo dei risultati; a prestare attenzione a tutte le istruzioni e seguirle; a chiedere ed accettare le conseguenze di non sottoporsi alla valutazione; a rappresentare per tempo eventuali dubbi o preoccupazioni.
In un servizio di valutazione diversi ruoli interagiscono dinamicamente tra loro. Un partecipante può anche essere un cliente della valutazione, per esempio nel caso di un servizio di coaching che prevede anche aspetti di valutazione al suo interno, mentre un fornitore interno di servizi di valutazione può anche essere un cliente, per esempio nel caso in cui commissioni all’esterno alcune parti del servizio o acquisti strumenti di valutazione da fornitori esterni (come si vede in figura 1).
Figura 1. Stralcio dalla Norma UNI ISO 10667
La norma codifica gli intrecci dinamici tra questi ruoli e le rispettive responsabilità prima, durante e dopo la valutazione.
Altre parti interessate sono, per esempio: gli utilizzatori finali delle informazioni, come i decisori per l’assunzione d’alcune figure chiave in selezione; i decisori per talent management; i gestori degli executive; intermediari esterni, come sviluppatori o distributori di prodotti di valutazione; selezionatori, coach, professionisti d’outplacement; coloro i quali redigono le politiche di Risorse Umane, per esempio HR Manager, Organizzazioni Sindacali, o altri.
In Italia, essa è stata presentata per la prima volta durante il Convegno organizzato da UNI, dall’Ordine degli Psicologi di Milano e da GSO Company, dal titolo “La certezza d’una valutazione utile. La norma ISO 10667 per la valutazione delle persone e dei gruppi in contesti lavorativi”. La versione italiana della norma, in fase di definizione e rilascio in UNI, è frutto della traduzione dall’inglese, alla quale sono state aggiunte note che rimandano ad alcuni passaggi della legge vigente nel nostro Paese, la 56/89 – Ordinamento della professione di Psicologo.
È importante sottolineare che le organizzazioni e i fornitori di servizi che scelgono di seguire quanto è indicato in tale norma sono chiamati a porre estrema attenzione non solo al momento dell’erogazione della valutazione, ma anche ai diversi elementi che la accompagnano.