QI - Questioni e idee in psicologia - Il magazine online di Hogrefe Editore

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numero 94 - febbraio 2022

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L'intervista

Intervistiamo Jacopo Tarantino

Intervistiamo Jacopo Tarantino

L’inizio dell’anno è di consueto tempo di bilanci. Abbiamo coinvolto Jacopo Tarantino, Amministratore Delegato di Hogrefe Editore, per fare una riflessione sul passato e sul prossimo futuro dell’azienda e, magari, anche del settore del testing psicologico.

D. Hogrefe Editore si avvicina a festeggiare i dieci anni di attività. Può fare un bilancio di questo primo periodo di attività?

R. Sono stati anni al contempo complicati (e non parlo soltanto del 2020 e di cosa, purtroppo, sta accadendo in questi giorni) e stimolanti. Quando abbiamo iniziato, nel giugno del 2012, lo abbiamo fatto da zero. Anche se con noi c’era un grande gruppo e potevamo contare sulla nostra esperienza personale, tutto era da fare: trovare gli autori, fare le traduzioni, mettere in piedi le raccolte dati per le standardizzazioni (ci siamo coinvolti direttamente, in alcuni casi, nella raccolta dati) e un processo di produzione editoriale. E poi essere sul mercato, fin dall’inizio. Il rischio maggiore che, ritengo, abbiamo corso era di non essere visibili per molto tempo, non avendo prodotti. Ma abbiamo voluto comunicare da subito con i professionisti della psicologia: già a luglio avevamo un sito web e un e-commerce, anche se non avevamo niente da vendere! (In realtà, ricordo che quei mesi d’estate li passammo a tradurre i “soffietti” dei volumi in lingua inglese di Hogrefe e le presentazioni delle riviste: li mettemmo sul sito e a settembre avevamo già qualcosa da offrire…). A settembre partecipammo al nostro primo congresso, era quello AIP generale, a Chieti: il banchetto, i libri in inglese, qualche brochure anticipatoria, con le ambizioni di essere (quasi) dappertutto: nell’area clinica, nell’orientamento, nella psicologia del lavoro. Fummo accolti bene, la risposta fu buona sia da parte degli autori (a quel convegno, assieme al prof. Zennaro, mettemmo le basi per l’edizione italiana del PAI), sia dei professionisti, i nostri potenziali clienti, gli utenti dei test. Magari c’era più curiosità che altro, ma poco dopo è subentrato l’interesse vero. La prima vendita di test l’abbiamo fatta il 14 dicembre, si trattava del BIP.
Dopo, la strada è stata in salita… ma l’abbiamo salita! Passo dopo passo, senza battute d’arresto (eccetto che nel 2020, dove ci siamo però spesi per mantenere i nostri servizi al livello dovuto al mercato e i piani di sviluppo e produzione che ci eravamo prefissi). Se devo stilare un bilancio sintetico direi: una potenzialità che si è via via espressa, un anno dietro l’altro, con qualche errore, alcuni insuccessi, ma molta soddisfazione per quello che abbiamo fin qui fatto e quello che vogliamo ancora fare (mai indulgere, con la scusa dei festeggiamenti, nell’idea che siamo “arrivati”!). E ciò che vogliamo fare è il nostro servizio al mercato e, più in generale, alla società in cui viviamo e operiamo: sono convinto che il lavoro nostro e di chi come noi fa da trait-d’ union fra ricerca scientifica e applicazione delle sue acquisizioni sia un piccolo contributo al benessere e al progresso del nostro Paese.

D. Quali sono stati i progetti di maggiore soddisfazione per l’azienda e i suoi clienti in questo periodo?

R. Posso rispondere d’impulso dicendo ADOS-2 e Griffiths III, due veri gold standard dell’assessment clinico, non c’è dubbio, ma preferisco soffermarmi su altro. La caparbietà, ad esempio, che ci permette di garantire allo psicologo italiano la possibilità di utilizzare le Tavole Rorschach prodotte secondo la “formula” definita a suo tempo da Rorschach e Hans Huber e usate in tutte le ricerche internazionali. Oppure l’aver introdotto nel mercato italiano test nuovi per assessment nuovi, che senza di noi non sarebbero probabilmente mai stati disponibili (penso al PAI, al NEO, e ai molti per l’età evolutiva e le risorse umane). Non essere mai diventati un semplice editore di “adattamenti”, ma di aver arricchito il catalogo e diffuso in Italia test e strumenti di autori italiani (i test di Giuseppe Cossu, il MEA di Francesco Benso, l’APCM-2 di Letizia Sabbadini, ma anche RIO di Daniele Berto e Marco Samory, il TPC del gruppo di Gianvittorio Caprara, e altri). E, in quei mesi del 2020 di confinamento – per tutti! –, la sensazione che la nostra parte la potevamo e dovevamo ancora fare: non solo rispondere agli ordini, sempre più radi, ma aiutare i nostri clienti che si vedevano impediti nel proprio lavoro di assessment – ed ecco, allora, inventarci versioni pdf per permettere di somministrare test cartacei ad adulti e bambini, e arricchire la nostra offerta online. Anche l’idea del corso Griffiths III in videolezioni nasce, parlandone con le nostre formatrici, in quelle settimane.

D. Come mai ad un catalogo inizialmente costituito quasi del tutto da test si sono aggiunti, negli anni, molti libri?

R. Beh, quello dei libri è senz’altro uno dei progetti che ci dà soddisfazioni. Fare libri non è una necessità per gli editori di test, perché è impegnativo e perché sei costretto ad operare su due logiche di sviluppo editoriale e di distribuzione fra loro molto diverse. Ma fare libri permette anche di uscire dal mondo tutto sommato piccolo di chi fa e utilizza test, permette di parlare a una platea più ampia di professionisti, studenti, ricercatori (i nostri libri sono comunque manuali, guide o saggi di psicologia e discipline collegate) e quindi diffondere più rapidamente il marchio Hogrefe nel mercato, con ricadute positive sul settore dei test, che resta di gran lunga il più importante. E poi fare libri è divertente!

D. Quali sono le principali novità che Hogrefe propone per il 2022?

R. Abbiamo da poco pubblicato il catalogo primavera 2022 per l’età evolutiva, che può essere sfogliato sul nostro sito. Le principali novità? Sicuramente IDS-2, progetto molto importante per tutto il Gruppo Hogrefe, perché è uno strumento molto innovativo che offre una valutazione globale in età evolutiva delle varie aree dello sviluppo: cognitiva, socio-emozionale, di competenze scolastiche. Un grande test che è in fase di realizzazione in quasi tutte le lingue europee. Poi MOXO, un CPT online per la valutazione dell’ADHD e, più in generale, dei disturbi di attenzione; le RIAS-2, una bella scala d’intelligenza, economica nei costi e nei tempi di somministrazione, valida per tutte le età; ASQ-3, un programma di screening dello sviluppo da 2 a 60 mesi di età, ideale per gli studi epidemiologici. Per il settore della clinica per gli adulti, abbiamo recentemente pubblicato SPECTRA, il questionario di personalità del futuro, mi verrebbe da dire (o comunque, l’inizio del prossimo futuro: invito chi è curioso ad andarselo a guardare sul nostro sito). Poi un test sulle competenze genitoriali, il TKR, e, per la psicologia del lavoro, il primo test interamente pensato, sviluppato, validato al nostro interno: un questionario di personalità situazionale per l’area HR (nome provvisorio: SIP).
Tra i libri, cito due nuove collane che partono quest’anno: una dedicata all’autismo e una di fiabe per bambini (libri illustrati e di grande formato, questa sì una bella sfida!).

D. Secondo lei, quali sono le direzioni in cui si sta muovendo il settore della valutazione in ambito psicologico in Italia e all’estero?

R. Va detto che il mondo della valutazione psicologica è piuttosto conservatore e negli ultimi anni, mi verrebbe da dire, si è visto un po’ di stagnazione. Dopo un boom di una quindicina di anni fa, dove in ambito clinico si è andati a coprire tutti gli ambiti dell’assessment immaginabili e in psicologia del lavoro si è dato spazio ai test situazionali, alla teoria social-cognitiva e al costrutto di agency, gli strumenti apparsi sul mercato sono stati soprattutto variazioni (con dei miglioramenti, ovvio) e aggiornamenti. Dal punto di vista metodologico, se l’IRT (a causa dei costi molto elevati) non ha mantenuto le aspettative nello spingere allo sviluppo di test adattivi, il continuous norming si sta invece affermando come prassi psicometrica. Proiettandosi più avanti nel futuro, se saranno superate i limiti imposti dai costi di sviluppo, la tecnologia dovrebbe finalmente darci test non meramente trasposti dalla carta all’online, ma progettati specificamente per l’uso digitale: machine learning, serious gaming, intelligenza artificiale e altro) sono gli “utensili” con cui costruire test di nuova generazione (e Hogrefe è tra gli editori che, sperimentalmente, già sta lavorando a questo futuro). Sul versante dei modelli di conoscenza, mi pare che l’HiTOP (Hierarchical Taxonomy of Psychopathology) sia il punto di partenza per un assessment della psicopatologia che si avvicina di più al funzionamento della mente (SPECTRA, che citavo poco fa, si colloca in questo solco). Inoltre, i progressi delle neuroscienze nel farci capire la base organica dei disturbi del neurosviluppo potrebbero portare a una rivoluzione nel nostro modo di fare diagnosi di autismo, ADHD, ecc. 

D. Immaginando di festeggiare il ventesimo anniversario di Hogrefe Editore, che cosa vede?

R. Il futuro si costruisce giorno dopo giorno e do poco credito a chi è eccessivo nelle visioni. Vorrei (il desiderio sì, è ragionevole) un’azienda in grado di cogliere le opportunità, comprese quelle che – non esistendo ancora – oggi non sappiamo prevedere, e che, arrivata ai vent’anni di attività, si possa voltare indietro con quella stessa non paga soddisfazione che abbiamo noi adesso, e che guardi ai dieci anni successivi con la certezza di continuare a fare la sua parte meglio di prima, così come guardiamo noi al nostro futuro in questo momento.