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numero 47 - maggio 2017

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L'intervista

Intervista a Virginia Zanin

Intervista a Virginia Zanin

Quando gli amici di Laborplay, coi quali collaboriamo per la messa a punto della versione italiana di un test sulla creatività in azienda, ci hanno proposto di accogliere una tesista della Scuola di Psicologia di Firenze, con argomento di tesi proprio quel test, siamo stati lieti di lavorare con questa giovane ed entusiasta laureanda. Al termine del suo percorso, le abbiamo chiesto di raccontare la sua esperienza di tesi in Hogrefe, esperienza nuova anche per noi, con la quale non ci eravamo, fino a adesso, cimentati. Virginia racconta di sé, ma non dice - lo facciamo noi - quale sia stato il nostro piacere di averla qui, vederla la mattina chiudersi nella sala riunioni ad analizzare i dati con quel "simpatico giovanotto" tanto citato nell'intervista, che è il nostro psicometrista e ricercatore: è stato bello contribuire, benché di un poco, alla sua formazione, ed integrarsi - in una prospettiva diversa dal solito - con l'Università (il nostro Matteo Ciancaleoni è stato anche in commissione di tesi). Siamo editori scientifici ed è naturale che nella nostra attività ci sia anche questo.

 

D. Ha da poco conseguito la Laurea Magistrale in Psicologia del ciclo di vita e dei contesti, curriculum in Promozione delle risorse nei contesti del lavoro e delle organizzazioni, presso la Scuola di Psicologia di Firenze con una tesi sull’adattamento italiano di un test che sta per essere pubblicato da Hogrefe Editore. Ci spiega com’è arrivata a fare una tesi con noi di Hogrefe?

R. Innanzitutto, questa esperienza è stata per me un'opportunità di formazione e crescita professionale. Per quanto riguarda la tesi, è iniziato tutto un po' per caso, per fortuna direi oggi, quando verso metà settembre ho scelto come relatore il prof. Gaetano Andrea Mancini, docente di Psicologia del marketing e della pubblicità presso la Scuola di Psicologia di Firenze. Tra i vari argomenti da poter sviluppare in tesi il prof. Mancini mi ha proposto una collaborazione con Hogrefe al fine di validare l'adattamento italiano del Creative Response Evaluation – Work (CRE-W), un test per la valutazione della creatività lavorativa e degli stili di pensiero creativo.

D. Come si è svolto il suo percorso di tesi con Hogrefe?

R: Una volta accettata la proposta del prof. Mancini, verso la fine di gennaio mi sono ritrovata per più giorni presso la sede di Hogrefe, dove ad accogliermi ho trovato un '”simpatico giovanotto” (il dott. Matteo Ciancaleoni), che fin dal primo momento è stato molto gentile e disponibile, oltre che altamente competente. Il lavoro insieme è iniziato organizzando in database i dati raccolti al CRE-W attraverso somministrazioni online, per poi passare alla analisi statistiche testando in particolar modo la qualità degli item che compongono il test, l'attendibilità e le varie forme di validità di tutte le misure fornite. Affiancando Matteo, ho avuto la possibilità di approfondire aspetti teorici e applicativi relativi alle fasi di adattamento e sviluppo di un test: raccolta dati, creazione di database, analisi statistiche e messa a punto di norme.

D. Quindi, oltre all’aspetto pratico relativo all’analisi dei dati della sua tesi, questa esperienza è stata anche un’occasione per apprendere delle competenze che prima non possedeva?

R. Fare la tesi con Hogrefe mi ha permesso di portare a casa un ''saper fare'' qualcosa, come se fosse stato un breve ma intenso tirocinio, senza dimenticare la grandissima agevolazione ricevuta nella stesura della tesi, in quanto durante tutto il percorso il dott. Ciancaleoni è stato sempre disponibile per chiarimenti e domande e quando sono arrivata a casa a scrivere, il lavoro è stato totalmente in discesa.

D. Sappiamo che la discussione della tesi è andata molto bene, tanto da laurearsi con la votazione di 110 e Lode. Ci racconta qualcosa di più?

R. La discussione è durata 8 minuti nella quale ho presentato i risultati dell’adattamento italiano del test. Il dott. Ciancaleoni è stato, inoltre, presente in sede di discussione della tesi, facendomi sentire ancor più tranquilla e sicura del lavoro svolto insieme.

D: Quindi, si sentirebbe di consigliare ai suoi colleghi di intraprendere un percorso di tesi simile al suo?

R. Data la mia esperienza estremamente positiva, mi sento di consigliare ai miei ormai ex colleghi di prendere in considerazione questa possibilità di percorso di tesi, che fornirà loro competenze circa l'iter e le tecniche per adattare e validare strumenti, rendendo la tesi un'opportunità di formazione spendibile un domani nel mondo del lavoro. Io per mia grande fortuna mi sono ritrovata dentro a tutto ciò, spero che capiti anche a qualche altro laureando perché vorrebbe dire fare la tesi imparando, essendo seguito da persone competenti e disponibili e soprattutto senza eccessiva ansia e stress. Perlomeno per me è stato così!

D. Grazie mille per il lavoro che ha svolto, per il suo prezioso contributo nell’adattamento italiano del CRE-W e per questa intervista.

R. Grazie Hogrefe e grazie al dott. Ciancaleoni per l'opportunità datami.