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numero 4 - gennaio 2013

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L'intervista

Intervista a Stephen Finn

Intervista a Stephen Finn

I test psicologici vengono percepiti quasi sempre come qualcosa di tecnico, matematico e asettico, finalizzato alla raccolta delle informazioni e in molti casi alla diagnosi; la relazione che si crea tra assessor e persona viene trascurata assumendo che il focus dell’assessment sia diverso e che la relazione sia qualcosa che caratterizza la psicoterapia. Stephen Finn e i suoi colleghi della University of Texas a partire dagli anni ’80 avevano però notato come la relazione nell’assessment (espressa prevalentemente attraverso l’empatia, l’ascolto attivo, il rispetto e soprattutto il ribaltamento del rapporto di potere tra assessor e persona) fosse capace di provocare dei cambiamenti significativi e positivi per la persona. Da quel momento Finn e i suoi collaboratori hanno iniziato a approfondire sempre di più il valore e la forza terapeutica della relazione nell’assessment e così, restituendo potere personale al cliente (ottica opposta all’assessment classico in cui il potere è del clinico) e lavorando empaticamente e con rispetto, sono arrivati nel 1993 a parlare di Assessment Terapeutico. I valori della psicologia umanistica del rispetto, della fiducia, del potere personale vengono uniti al potere predittivo dei test, rendendo l’assessment qualcosa di decisamente rivoluzionario rispetto alla concezione classica di concepirlo: un modo di fare ricerca che ha avuto e continua ad avere la sua radice più profonda nell’osservazione attenta e nell’ascolto profondo dell’altro. I principi su cui si basa l’Assessment Terapeutico sono la collaborazione, il rispetto, l’umiltà, la comprensione, l’apertura e la curiosità. Ne parliamo con chi ne è il padre riconosciuto, Stephen Finn, amico dell’Italia che visita spesso, per tenervi conferenze e lezioni di illuminante efficacia.

D. Prof. Finn, lei è stato il fondatore di una metodologia di assessment rivoluzionaria: l'Assessment Terapeutico. In cosa consiste?

R. L’Assessment Terapeutico è una forma semistrutturata di assessment psicologico collaborativo in cui i test psicologici tradizionali sono utilizzati per aiutare i clienti ad avere nuovi insight, favorendo così la presa di consapevolezza di alcuni aspetti del Sé e quindi ad apportare dei cambiamenti nella propria vita. La differenza rispetto all’assessment classico è che nell’Assessment Terapeutico, i clienti sono coinvolti in ogni fase del processo di valutazione; dalla definizione degli obiettivi fino all’interpretazione dei risultati. Questo approccio centrato sul cliente fa sì che il test abbia la finalità di aiutare la persona a prendere decisioni relativamente alla propria vita.

D. Si dice che i fondatori di un nuovo metodo o corrente di pensiero siano persone che imparano, più che persone che insegnano. Questo vale anche per lei. Come ha "scoperto" questa metodologia?

R. Di sicuro credo che i clienti siano i nostri migliori insegnanti, e ho sviluppato l’Assessment Terapeutico notando che alcuni di essi mostravano miglioramenti durante l’assessment psicologico e immediatamente dopo. Io chiedevo ai clienti di dirmi cosa fosse per loro di aiuto e cosa non lo fosse, così i miei colleghi e io modificammo lentamente le procedure dell’assessment psicologico tradizionale per dare forma a quello che è diventato l’Assessment Terapeutico. Per esempio, alcuni clienti si lamentano del fatto che i tradizionali report che derivano dall’assessment psicologico sono non pertinenti o troppo difficili da comprendere. Così, alla fine dell’assessment, abbiamo iniziato a scrivere lettere ai clienti, sintetizzando i principali risultati e affrontando le domande da loro poste all’inizio. La nostra esperienza clinica e di ricerca ha dimostrato che queste lettere sono state spesso estremamente utili ai clienti.

D. Nei suoi articoli definisce l'Assessment Terapeutico come un assessment centrato sulla persona. Cosa intende?

R. L’Assessment Terapeutico aiuta le persone lavorando sui propri obiettivi di vita personali; i clienti sono collaboratori fondamentali nel processo di assessment. I metodi nell’Assessment Terapeutico sono basati sul rispetto del cliente e sul riconoscere che essere valutati significa stare in una situazione che provoca ansia e vulnerabilità. Inoltre, facciamo in modo che i clienti si sentano al sicuro, riducendo il più possibile il “mistero” dei test psicologici; questo non influisce con la validità del test stesso. Infine, spieghiamo chiaramente come saranno utilizzati i risultati e invitiamo i clienti a commentarli prima di condividerli con altri professionisti.

D. Lei pensa che un contesto di assessment  caratterizzato da un setting facilitante (ascoltare le domande poste dai clienti, condividere le metodologie di lavoro, spiegare le procedure) possa ridurre il rischio di menzogna?

R. La nostra ricerca ha mostrato che quando i clienti sono impegnati come collaboratori in un assessment, è più probabile che condividano informazioni utili e accurate. Così infatti, molti di essi sono più aperti ed onesti quando prendono parte ad un assessment collaborativo piuttosto che a un assessment tradizionale.

D. Immagina che l'Assessment Terapeutico sia applicabile agli ambiti della psicologia delle organizzazioni? se sì, in quali contesti?

R. L’Assessment Terapeutico è stato utilizzato in psicologia delle organizzazioni, specialmente nelle aree di executive coaching, negli avanzamenti di carriera e nella valutazione di problemi o in casi di impiegati danneggiati. Personalmente, ho anche fatto uso dell’Assessment Terapeutico  per aiutare i gruppi di lavoro a funzionare in modo più efficiente e produttivo. Infine, alcuni dei suoi principi e metodi sono stati applicati agli assessment di selezione.

D. Ci sono test più o meno adatti per essere applicati con l'Assessment Terapeutico?

R. Può essere utilizzato con ogni test psicologico che sia valido e attendibile. Nei setting clinici ambulatoriali, abbiamo trovato che è molto utile associare strumenti self-report con test di performance. Ricerche recenti dimostrano che questi due tipi di test impegnano selettivamente aree diverse del cervello e forniscono informazioni ed esperienze complementari dei clienti.

D. Una parte della psicoterapia umanistica non vede di buon occhio l'uso dei test perchè l'assessment contravviene a uno dei suoi principi: il non giudizio. L'Assessment Terapeutico concilia uso dei test e non giudizio. In che modo?

R. Nell’Assessment Terapeutico, noi vediamo il test psicologico come un “amplificatore di empatia” che ci aiuta a metterci nei panni dei nostri clienti, comprendere i loro problemi persistenti, e indicare possibili soluzioni che non erano evidenti prima. Questo modo di utilizzare i test è coerente con i principi umanistici. Inoltre, poiché aiutiamo i clienti e i loro cari ad avere più compassione per i problemi dei clienti stessi, ne alleviamo la sofferenza, e questo è uno degli obiettivi principali nella psicologia umanistica.  

D. Ci sono evidenze scientifiche relative all'efficacia dell'Assessment Terapeutico?

R. Le ricerche hanno dimostrato che l’Assessment Terapeutico può essere un potente intervento per i clienti e le loro famiglie, riducendo la sintomatologia, accrescendo l’autostima e la self-compassion, e promuovendo le relazioni positive fra i membri della famiglia. L’Assessment Terapeutico può anche aumentare gli interventi clinici successivi, potenziando l’alleanza terapeutica e la compliance al trattamento. Una recente meta-analisi indipendente su questa ricerca (Poston & Hanson, 2010)ha concluso: “I clinici dovrebbero cercare formazione continua relativamente a questi modelli [a proposito dell’Assessment Terapeutico e collaborativo]. Chi si impegna nell’assessment come di consueto può perdere, sembra, un’ottima opportunità di compiere il cambiamento del cliente e aumentare i processi di trattamento clinicamente importanti. Allo stesso modo, programmi formativi operativi in clinica, counseling e scuole di psicologia dovrebbero includere nel piano formativo modelli terapeutici di assessment nei loro percorsi didattici, nei corsi fondamentali e nei tirocini” (Poston & Hanson, 2010, p. 210).

 

Bibliografia

  • Finn, S. E. (2012). Implications of recent research in neurobiology for psychological assessment. Journal of Personality Assessment, 94, 440-449.
  • Poston, J. M. & Hanson, W. M. (2010). Meta-analysis of psychological assessment as a therapeutic intervention. Psychological Assessment, 22, 203-212.