L'intervista
Intervista a Stephen Finn
Intervista a Stephen Finn
I test psicologici vengono percepiti quasi sempre come qualcosa di tecnico, matematico e asettico, finalizzato alla raccolta delle informazioni e in molti casi alla diagnosi; la relazione che si crea tra assessor e persona viene trascurata assumendo che il focus dell’assessment sia diverso e che la relazione sia qualcosa che caratterizza la psicoterapia. Stephen Finn e i suoi colleghi della University of Texas a partire dagli anni ’80 avevano però notato come la relazione nell’assessment (espressa prevalentemente attraverso l’empatia, l’ascolto attivo, il rispetto e soprattutto il ribaltamento del rapporto di potere tra assessor e persona) fosse capace di provocare dei cambiamenti significativi e positivi per la persona. Da quel momento Finn e i suoi collaboratori hanno iniziato a approfondire sempre di più il valore e la forza terapeutica della relazione nell’assessment e così, restituendo potere personale al cliente (ottica opposta all’assessment classico in cui il potere è del clinico) e lavorando empaticamente e con rispetto, sono arrivati nel 1993 a parlare di Assessment Terapeutico. I valori della psicologia umanistica del rispetto, della fiducia, del potere personale vengono uniti al potere predittivo dei test, rendendo l’assessment qualcosa di decisamente rivoluzionario rispetto alla concezione classica di concepirlo: un modo di fare ricerca che ha avuto e continua ad avere la sua radice più profonda nell’osservazione attenta e nell’ascolto profondo dell’altro. I principi su cui si basa l’Assessment Terapeutico sono la collaborazione, il rispetto, l’umiltà, la comprensione, l’apertura e la curiosità. Ne parliamo con chi ne è il padre riconosciuto, Stephen Finn, amico dell’Italia che visita spesso, per tenervi conferenze e lezioni di illuminante efficacia.
R. L’Assessment Terapeutico è una forma semistrutturata di assessment psicologico collaborativo in cui i test psicologici tradizionali sono utilizzati per aiutare i clienti ad avere nuovi insight, favorendo così la presa di consapevolezza di alcuni aspetti del Sé e quindi ad apportare dei cambiamenti nella propria vita. La differenza rispetto all’assessment classico è che nell’Assessment Terapeutico, i clienti sono coinvolti in ogni fase del processo di valutazione; dalla definizione degli obiettivi fino all’interpretazione dei risultati. Questo approccio centrato sul cliente fa sì che il test abbia la finalità di aiutare la persona a prendere decisioni relativamente alla propria vita.
R. Di sicuro credo che i clienti siano i nostri migliori insegnanti, e ho sviluppato l’Assessment Terapeutico notando che alcuni di essi mostravano miglioramenti durante l’assessment psicologico e immediatamente dopo. Io chiedevo ai clienti di dirmi cosa fosse per loro di aiuto e cosa non lo fosse, così i miei colleghi e io modificammo lentamente le procedure dell’assessment psicologico tradizionale per dare forma a quello che è diventato l’Assessment Terapeutico. Per esempio, alcuni clienti si lamentano del fatto che i tradizionali report che derivano dall’assessment psicologico sono non pertinenti o troppo difficili da comprendere. Così, alla fine dell’assessment, abbiamo iniziato a scrivere lettere ai clienti, sintetizzando i principali risultati e affrontando le domande da loro poste all’inizio. La nostra esperienza clinica e di ricerca ha dimostrato che queste lettere sono state spesso estremamente utili ai clienti.
R. L’Assessment Terapeutico aiuta le persone lavorando sui propri obiettivi di vita personali; i clienti sono collaboratori fondamentali nel processo di assessment. I metodi nell’Assessment Terapeutico sono basati sul rispetto del cliente e sul riconoscere che essere valutati significa stare in una situazione che provoca ansia e vulnerabilità. Inoltre, facciamo in modo che i clienti si sentano al sicuro, riducendo il più possibile il “mistero” dei test psicologici; questo non influisce con la validità del test stesso. Infine, spieghiamo chiaramente come saranno utilizzati i risultati e invitiamo i clienti a commentarli prima di condividerli con altri professionisti.
R. La nostra ricerca ha mostrato che quando i clienti sono impegnati come collaboratori in un assessment, è più probabile che condividano informazioni utili e accurate. Così infatti, molti di essi sono più aperti ed onesti quando prendono parte ad un assessment collaborativo piuttosto che a un assessment tradizionale.
R. L’Assessment Terapeutico è stato utilizzato in psicologia delle organizzazioni, specialmente nelle aree di executive coaching, negli avanzamenti di carriera e nella valutazione di problemi o in casi di impiegati danneggiati. Personalmente, ho anche fatto uso dell’Assessment Terapeutico per aiutare i gruppi di lavoro a funzionare in modo più efficiente e produttivo. Infine, alcuni dei suoi principi e metodi sono stati applicati agli assessment di selezione.
R. Può essere utilizzato con ogni test psicologico che sia valido e attendibile. Nei setting clinici ambulatoriali, abbiamo trovato che è molto utile associare strumenti self-report con test di performance. Ricerche recenti dimostrano che questi due tipi di test impegnano selettivamente aree diverse del cervello e forniscono informazioni ed esperienze complementari dei clienti.
R. Nell’Assessment Terapeutico, noi vediamo il test psicologico come un “amplificatore di empatia” che ci aiuta a metterci nei panni dei nostri clienti, comprendere i loro problemi persistenti, e indicare possibili soluzioni che non erano evidenti prima. Questo modo di utilizzare i test è coerente con i principi umanistici. Inoltre, poiché aiutiamo i clienti e i loro cari ad avere più compassione per i problemi dei clienti stessi, ne alleviamo la sofferenza, e questo è uno degli obiettivi principali nella psicologia umanistica.
R. Le ricerche hanno dimostrato che l’Assessment Terapeutico può essere un potente intervento per i clienti e le loro famiglie, riducendo la sintomatologia, accrescendo l’autostima e la self-compassion, e promuovendo le relazioni positive fra i membri della famiglia. L’Assessment Terapeutico può anche aumentare gli interventi clinici successivi, potenziando l’alleanza terapeutica e la compliance al trattamento. Una recente meta-analisi indipendente su questa ricerca (Poston & Hanson, 2010)ha concluso: “I clinici dovrebbero cercare formazione continua relativamente a questi modelli [a proposito dell’Assessment Terapeutico e collaborativo]. Chi si impegna nell’assessment come di consueto può perdere, sembra, un’ottima opportunità di compiere il cambiamento del cliente e aumentare i processi di trattamento clinicamente importanti. Allo stesso modo, programmi formativi operativi in clinica, counseling e scuole di psicologia dovrebbero includere nel piano formativo modelli terapeutici di assessment nei loro percorsi didattici, nei corsi fondamentali e nei tirocini” (Poston & Hanson, 2010, p. 210).
Bibliografia
- Finn, S. E. (2012). Implications of recent research in neurobiology for psychological assessment. Journal of Personality Assessment, 94, 440-449.
- Poston, J. M. & Hanson, W. M. (2010). Meta-analysis of psychological assessment as a therapeutic intervention. Psychological Assessment, 22, 203-212.