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numero 65 - marzo 2019

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L'intervista

Intervista a Rosa Ferri

Intervista a Rosa Ferri

Sempre più si stanno attivando con il sostegno delle Università delle start-up che coinvolgono docenti, ricercatori e giovani che, specializzatisi in quella stessa Università, mettono in atto un proprio progetto professionale in quelle che sono delle vere e proprie aziende ad alto know-how. Ne parliamo con Rosa Ferri, promotrice e presidente della start-up Sapienza BES-T.

D. La start-up Sapienza BES-T ha come oggetto sociale “l’offerta di prodotti e servizi alle persone con Bisogni Educativi Speciali – BES e alle loro famiglie”. Ci spiega come nasce questo progetto?

R. L’idea nasce nel 2017 da un gruppo di professionisti anche molto giovani che si sono messi insieme   condividendo la motivazione ad offrire prodotti e servizi alle persone con BES, alle loro famiglie e alle agenzie competenti, per azioni e programmi orientati all’attuazione delle normative vigenti in materia di bisogni educativi speciali.  È stata a tal fine utilizzata una grande opportunità offerta dalla Sapienza, questa di costituire una start-up che potesse coinvolgere anche giovani con alta specializzazione.

D. Quali figure professionali sono coinvolte nell’operato di BES-T?

R. Il team di lavoro è formato prevalentemente da specialisti e dottori diricerca con competenze specifiche sul tema della promozione della salute, dell’intervento psicoeducativo, della progettazione organizzativa dei servizi alla persona. La partnership con la start-up Walden Technology garantisce inoltre alla società di avvalersi di appropriate sinergie rispetto allo sviluppo di tecnologie assistive.

D. Quali sono le richieste di supporto che più frequentemente arrivano da persone con BES?

R. Le domande possono provenire sia da famiglie che da gruppi, in genere appartenenti ad istituzioni educative. Nel primo caso viene concordato un protocollo di valutazione delle competenze dell’individuo e della sua famiglia, cui potrà far seguito in intervento di consulenza nei contesti di vita quotidiana, ad esempio la scuola o il tempo libero. Nel secondo caso, con modalità diverse, in base ad una attenta analisi dei bisogni l’oggetto dell’intervento potrà essere di tipo formativo, consulenziale od organizzativo.

Sono in fase di attuazione convenzioni e accordi-programma con agenzie educative e di ricerca e intervento nell’area dei BES: Comune di Roma, centri di Riabilitazione pubblici e privati, associazioni nell’ambito della disabilità, agenzie educative.

D. Quali sono le maggiori esigenze formative del personale scolastico e sanitario nel campo dei BES?

R. Al momento ci sembra di rilevare come bisogno prioritario sia da parte degli insegnanti che del personale sanitario una formazione specifica in merito alle modalità di supporto e sostegno didattico per gli alunni con BES.

D. Il concetto di Bisogni Educativi Speciali si applica per definizione a tutti coloro che sono in età di formazione, anche se l’impressione è che ci sia più propensione al supporto quando gli studenti sono piccoli e che questa tenda a diminuire all’avanzare del percorso scolastico. Qual è in prevalenza il target di età che richiede i vostri servizi?

R. Si è vero, c’è questa tendenza. Il target di età è prevalentemente quello della scuola dell’obbligo, che rappresenta il periodo in cui in genere il problema viene identificato. Ma ci auguriamo che il rapporto instaurato con le famiglie e con le istituzioni possa diventare continuativo nel tempo. Il processo di inclusione non termina con l’adolescenza ma si protrae anche nell’età adulta.

D. Singoli studenti o singole famiglie possono rivolgersi per la richiesta di supporti tecnologici specifici per le loro esigenze?

R. Vengono offerti prodotti tecnologicamente avanzati in grado di favorire processi di tipo compensativo e dispensativo. Viene offerto, inoltre. un affiancamento operativo di medio e lungo periodo volto a sostenere contemporaneamente le capacità di implementazione delle tecnologie e di azioni di monitoraggio dei processi di apprendimento. Viene dedicata una particolare attenzione alla cura della relazione esistente tra i processi di insegnamento-apprendimento del singolo studente e gli altri strumenti di programmazione didattica adottati nella classe e scuola di appartenenza (Piano dell’Offerta Formativa), nonché a specifiche azioni di analisi, valutazione e riprogettazione organizzativa in campo educativo e di promozione della salute.

D. Riuscite a lavorare nella cornice dei Bisogni Educativi Speciali, offrendo supporto anche agli studenti con particolare dotazione intellettiva?

R. Effettivamente negli ultimi tempi sta aumentando la domanda in questo ambito, prevalentemente delle famiglie. Siamo ancora agli inizi rispetto alla conoscenza anche scientifica del fenomeno della plusdotazione e dell’alto potenziale cognitivo. Va pertanto affrontato con cautela prima di tutto offrendo un sostegno alla genitorialità, e poi cercando di sviluppare una maggiore sensibilità degli insegnanti al riguardo.