L'intervista
Intervista a Raffaello Cortina
Intervista a Raffaello Cortina
Raffaello Cortina, erede di una famiglia di librai, ha fondato la casa editrice nel 1980 che, inizialmente si è imposta sul mercato pubblicando testi legati a tematiche psicologiche. Ne è un esempio la collana “Psicologia clinica e Psicoterapia”, che comprende, oltre a classici del pensiero psicoanalitico come Anna Freud, Jung, Bowlby, Winnicott, Balint, Kernberg, Fornari, testi aperti ad altri orientamenti, tra cui la psicologia cognitivo-comportamentale (Liotti, Linehan, Semerari) e la psicoterapia sistemica (Selvini Palazzoli, Walsh).
A un decennio dalla fondazione, la casa editrice, dagli specifici campi della psicologia e della psichiatria, ha allargato lo spettro d’interessi alle scienze umane in generale, con un’attenzione particolare alla filosofia e all’epistemologia. Dal 1991, la collana di tascabili “Minima” ospita titoli di autori prestigiosi (Jaspers, Derrida, Foucault, Sartre, Bateson, Girard, Morin) che in una dimensione “ridotta” affrontano temi di grande rilevanza. L’espansione più significativa nella produzione editoriale si è avuta con la collana “Scienza e Idee”, nata nel 1994. Accanto ai nomi che hanno fatto la storia delle idee (Husserl, Merleau-Ponty, Gadamer, Lakatos, Feyerabend, Kuhn, Baudrillard), ha dato voce ai protagonisti della scienza (Darwin, Levi-Montalcini, Joseph LeDoux, de Finetti, Rizzolatti) e ad autori “fuori le mura” (Vito Mancuso, autore del best-seller L’anima e il suo destino), senza escludere testi di divulgazione, che, se fatta con intelligenza, è una componente essenziale della comunicazione scientifica. Inaugurate nel 2002, la collana di antropologia “Culture e società” (Bronisław Malinowski, Evans-Pritchard, Bourdieu Marc Augé) e “I fili”, focalizzata sull’attualità più problematica (De Monticelli, Recalcati), confermano l’impegno della casa editrice nella saggistica di qualità.
Quest’anno ha pubblicato l’edizione italiana del DSM-5: partiamo da qui, per capire come si muove uno dei grandi protagonisti editoriali nel nostro Paese per la psicologia.
D. Come si sente ad essere l’editore del DSM-5 in Italia?
R. Curare l’edizione italiana del DSM-5 ha richiesto un lavoro di équipe molto accurato, che ha coinvolto una squadra di professionisti coordinati da Raffaella Voi, nostra responsabile redazionale per le opere di psicologia clinica e psichiatria. La revisione delle differenti sezioni è stata affidata a psichiatri e psicologi clinici scelti in base alle specifiche competenze.
Si è trattato di un lavoro complesso, anche perché alcune scelte andavano condivise con tutto il comitato scientifico, e il continuo confronto con Massimo Biondi, curatore dell’edizione italiana, ci ha consentito di presentare ai professionisti italiani un’opera molto curata.
D. Il DSM-5 è opera quanto mai discussa per molteplici ragioni, e al tempo stesso quanto mai indispensabile: come avete fatto fronte, se ce ne sono state, alle inevitabili polemiche?
R. Le polemiche sorte in occasione della pubblicazione dell’edizione americana sono dovute, a mio parere, a un equivoco. Il DSM non è la bibbia della psichiatria ma un testo di nosografia, perfettibile e in continua evoluzione, che non sostituisce i manuali di psicopatologia ma fornisce una mappa utile per professionisti di formazione e approcci terapeutici diversi. A questo proposito penso che la frase seguente, estrapolata dalla prefazione di Mario Maj, possa aiutare a chiarire tale aspetto: Il DSM-5 delinea le caratteristiche cliniche di condizioni la cui natura è eterogenea, senza inferenze sulla loro origine, non sempre primariamente biologica, né sul loro trattamento, non necessariamente farmacologico.
D. Da sempre, la sua casa editrice pubblica collane di psicologia e psichiatria: cosa pone alla base delle sue scelte editoriali? Qual è il suo progetto per l’area psicologica?
R. Le scelte editoriali vengono sempre condivise con il gruppo di lavoro della casa editrice, in particolare con Mariella Agostinelli, che lavora al mio fianco da molti anni. Oltre ai nostri direttori di collana, ci avvaliamo di una rete di consulenti, sia italiani sia stranieri, che ci sottopongono progetti editoriali nei loro ambiti di competenza.
La casa editrice fin dall’inizio ha cercato di non legarsi ad una specifica corrente di pensiero. Nel nostro catalogo infatti trovano spazio opere di approccio psicodinamico, sistemico e cognitivo. Anche nelle altre aree tematiche, come la filosofia, abbiamo dato voce ad autori sia della filosofia continentale, come Derrida, Gadamer e Jankelevicth, che della filosofia analitica , penso ad autori come Nozik, Daniel Dennett e John Searle.
La nostra linea editoriale non cambierà; ovviamente cercheremo di tener presenti gli orientamenti e i cambiamenti in atto in ogni campo disciplinare ma non diventeremo mai un editore “ideologico”.
D. Se il suo catalogo saggistica spazia dalla storia della scienza, alla filosofia, alla biologia e all’antropologia, sembra esserci comunque una certa inclinazione o passione per le scienze psicologiche, tanto da avervi dedicato un sito e-commerce attraverso il quale si vendono libri anche di altri editori: perché questa scelta sulla psicologia?
R. La Raffaello Cortina è nata nel 1980 come casa editrice di psicologia, avendo iniziato a pubblicare opere di psicologia grazie soprattutto ai legami privilegiati che avevo con l’Istituto di Psicologia dell’Università Statale di Milano, in particolare con Franco Fornari e Dario Romano. Ma dall’inizio degli anni ‘90 abbiamo allargato il campo di interesse ad altre discipline, in particolare alle scienze umane. Comunque, oltre il cinquanta per cento della nostra produzione editoriale continua a essere legato alla salute mentale.
D. Quale prospettive e opportunità ci vede?
R. L’Italia è uno dei paesi con la più alta densità di psicologi, l’ambizione della maggior parte degli studenti che si iscrivono ai corsi in laurea di psicologia è quella di diventare clinici. Purtroppo il mercato non offre tante opportunità in questo ambito. Per questo motivo,pur privilegiando la produzione clinica, cercheremo in futuro di ampliare sempre più la nostra produzione verso la psicologia applicata.
D. Qual è, secondo lei, un “buon” libro di psicologia, che vale la pena pubblicare?
R. Un buon libro, non solo di psicologia, è innanzitutto un libro che rimane. Ci sono libri che lasciano il segno, legati a una ricerca, penso al saggio di Giacomo Rizzolatti sui neuroni specchio, ma anche manuali o reference che, per le loro qualità, trovano spazio nella biblioteca ideale del professionista e dello studente.
D. È migliorata la qualità saggistica psicologica italiana? C’è maggiore accesso all’editoria straniera che un tempo?
R. Noi abbiamo lavorato da sempre sulle traduzioni, i primi tre libri pubblicati nel lontano 1981 erano opere di Bowlby, Racamier e Hillman. Non spetta a me giudicare la qualità della nostra casa editrice, dico però che spesso, quando visito le librerie, soprattutto quelle di catena, sono spiacevolmente sorpreso dalla prevalenza di opere in cui il rigore scientifico non è certo evidente.
D. E com’è cambiato il lettore di testi di psicologia?
R. Per quanto concerne il pubblico professionale, l’interesse si è spostato verso la terapia cognitiva e la cosiddetta “terza via”, rappresentata soprattutto dalla mindfulness. Quanto ai manuali di self help, non è sempre facile riuscire a proporre opere “d’autore”. Il problema nasce soprattutto a causa della scarsa cultura dei buyer delle catene librarie, che tendono a fare scelte superficiali, basandosi solo sulla mediaticità di certi autori e non sulle loro reali competenze scientifiche.
D. Ci può anticipare alcune delle vostre più interessanti, prossime novità per la psicologia?
R. A parte il DSM-5 e la serie di testi collegati, stiamo traducendo un volume di Allen Frances sulla diagnosi psichiatrica e un saggio di Vittorio Gallese e Massimo Ammaniti sull’origine dell’intersoggettività, che è già stato pubblicato nei mesi scorsi negli USA.
D. Del gruppo Raffaello Cortina esistono anche tre librerie scientifico-universitarie; aggiungendovi il sito di vendita online di cui abbiamo parlato, si ha un quadro di un editore scientifico che ha cercato anche una propria specializzazione anche nella fase di distribuzione: perché questa strategia?
R. Io sono l’erede di una famiglia di librai, mio padre iniziò l’attività nel dopoguerra aprendo un negozio di fronte all’Ospedale Maggiore di Milano, poi divenuto sede dell’Università Statale.
Le librerie sono ancora attive e, grazie anche al sito libreriacortinamilano.it/psicologia, riescono a sopravvivere in un mercato sempre più difficile.