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numero 93 - dicembre 2021

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L'intervista

Intervista a Luciano Giromini e Donald J. Viglione

Intervista a Luciano Giromini e Donald J. Viglione

Nel desiderio di gettare uno sguardo sulle nuove prospettive nell'utilizzo del Rorschach, abbiamo intervistato il Prof. Luciano Giromini e il Prof. Donald Viglione, membri del team R-PAS, circa un'App per la somministrazione del test in tele-assessment.

D. State lavorando ad una forma di tele-assessment per il Test di Rorschach. Come funziona la valutazione in remoto? Come è possibile registrare tutte le informazioni qualitative relative all'approccio del paziente alla tavole e al test, che vengono generalmente raccolte nella somministrazione faccia a faccia?

R. La pandemia da COVID-19 ha messo a dura prova molti dei settori della psicologia. Per quel che riguarda l’ambito dell’assessment, in particolare, la necessità di mantenere una distanza fisica tra le persone ha reso impossibile la somministrazione in formato "classico" (faccia-a-faccia, carta-e-matita) di molti dei test tipicamente utilizzati dagli psicologici.  Per far fronte a quest’emergenza, sono quindi state sviluppate alcune linee guida e sono state messi a disposizione dei professionisti della salute mentale diversi testi, articoli e risorse di vario tipo relativamente alle pratiche di tele-assessment (si veda, ad esempio, il sito della Society for Personality Assessment). 
Per quel che riguarda il Rorschach, trattandosi di uno strumento unico, a cui molti professionisti della salute mentale non hanno mai voluto rinunciare, all’inizio della pandemia esaminatori diversi avevano adottato strategie diverse. Alcuni, ad esempio, avevano scelto di mostrare le tavole ai loro esaminati avvicinandole quanto più possibile alla propria webcam. Altri, invece, avevano preferito scannerizzare le macchie di inchiostro, per mostrarle poi ai loro esaminati condividendo il proprio schermo. Altri ancora avevano invece adottato strategie ancora diverse, oppure avevano proprio rinunciato all’utilizzo del Rorschach, in attesa di nuovi sviluppi. A nostro avviso, era importante quindi approfondire meglio la questione, affrontandola con un approccio empirico e evidence-based.  
Assieme al resto del team R-PAS, abbiamo quindi iniziato a lavorare alla messa a punto di una App per la somministrazione del Rorschach da remoto. L’obiettivo principale era quello di standardizzare le procedure di somministrazione in modo tale che esaminatori diversi ponessero i loro esaminati nelle medesime condizioni. In altri termini, il nostro intento era quello di garantire che la standardizzazione del test di Rorschach potesse essere preservata anche nel passaggio da somministrazione "classica" a somministrazione in modalità "tele-assessment".  
Questa nuova App consente al clinico di mostrare le tavole sullo schermo dell’esaminato e di gestire il passaggio da una tavola all’altra, consentendo tuttavia all’esaminato di ruotare le tavole ogni qualvolta desiderasse farlo. Le tavole sullo schermo dell’esaminato hanno la stessa dimensione e gli stessi colori di quelle originali. Gli stimoli visivi, in altri termini, sono del tutto sovrapponibili con quelli utilizzati nel formato classico. Quello che cambia, ovviamente, è la modalità tramite cui esaminatore ed esaminato interagiscono l’uno con l’altro: nella somministrazione da remoto, l’interazione avviene unicamente tramite videoconferenza, utilizzando webcam e microfono. 
Alcuni elementi della somministrazione classica probabilmente vengono preservati nella somministrazione da remoto, altri probabilmente no. In linea con quanto accade nella somministrazione classica, nella somministrazione da remoto il compito dell’esaminato è quello di guardare una serie di disegni con delle macchie di inchiostro per rispondere alla domanda “cosa potrebbe essere?”. La modalità tramite cui soggetti diversi trovano le loro personali risposte a questa stessa domanda, guardando gli stessi dieci stimoli, rivela informazioni importanti relativamente ai loro processi attentivi e di attribuzione di significato, alle tematiche per loro maggiormente salienti, alle loro capacità comunicative ecc.  
Ciò che cambia maggiormente, rispetto alla somministrazione classica, è che l’esaminato si trova in un luogo diverso, rispetto a quello dove si trova l’esaminatore. Nella somministrazione da remoto, quindi, l’esaminatore rischia di perdere alcune informazioni importanti relativamente al comportamento non verbale dell’esaminato. Inoltre, la maggiore distanza tra esaminatore ed esaminato può avere un qualche effetto sui livelli di inibizione/disinibizione dell’esaminato. Ad esempio, è possibile che alcuni esaminati si sentano in qualche modo protetti dalla presenza dello schermo e che questa maggiore distanza tra esaminatore ed esaminato possa portare ad una maggiore disinibizione. Per altri esaminati, tuttavia, l’assenza dell’esaminatore potrebbe invece portare ad una maggiore inibizione, preoccupazione o insicurezza. Probabilmente molto dipende dalle caratteristiche di personalità della persona a cui viene somministrato il test. Ad ogni modo, è difficile al momento comprendere appieno le implicazioni di questa alterazione rispetto alla somministrazione faccia-a-faccia. Probabilmente sapremo rispondere meglio a questa domanda tra qualche anno, quando verosimilmente avremo più dati di ricerca su cui ragionare.

D. Ci sono dati di ricerca relativi alla validità della somministrazione in remoto?

R. Grazie alla preziosa collaborazione con numerosi ricercatori di varie nazionalità, abbiamo attualmente a disposizione alcune centinaia di protocolli raccolti da remoto negli Stati Uniti d’America, in Italia e in Brasile.  Al momento ci siamo focalizzati prevalentemente sulla popolazione non-clinica, sebbene uno dei nostri campioni comprenda anche una decina di pazienti con schizofrenia. In estrema sintesi, quello che abbiamo potuto constatare finora è che:

  1. la nuova App per la somministrazione da remoto può essere utilizzata in modo agevole da diversi esaminatori e con diversi tipi di esaminati;
  2. il livello generale di coinvolgimento con il compito e il grado di complessità delle risposte fornite dagli esaminati è analogo nei due formati di somministrazione (classica versus da remoto);
  3. i dati di riferimento normativi del metodo R-PAS potrebbero essere sufficientemente rappresentativi per alcune variabili, ma non per altre, quando si utilizza il metodo di somministrazione da remoto.  

Relativamente a quest’ultimo punto, abbiamo infatti notato che le persone a cui abbiamo somministrato il Rorschach utilizzando la nostra nuova App per la somministrazione da remoto hanno prodotto punteggi in linea con i dati di riferimento normativi per la maggior parte delle variabili R-PAS. Abbiamo tuttavia osservato anche alcune discrepanze. Le differenze maggiori registrate finora riguardano la tendenza a mettersi meno sulla difensiva e l’inclinazione a produrre risposte meno convenzionali, quando il test è somministrato da remoto anziché in formato faccia-a-faccia. A nostro avviso, questo risultato è in linea con quanto detto sopra: la presenza di uno schermo e di una distanza aggiuntiva tra esaminato ed esaminatore può forse ridurre nell’esaminato (o meglio, in qualche esaminato) il livello generale di disagio e paura del giudizio, aumentando così la sua tendenza ad essere maggiormente disinibito. Siamo, tuttavia, solo all’inizio; prima di poter arrivare a conclusioni di questo tipo occorre aspettare l’evolversi dei vari progetti in corso. Solo il tempo, e la ricerca, potranno darci risposte più certe, a riguardo.
Un altro dato che vale la pena accennare, relativamente a questi nuovi studi focalizzati sulla somministrazione da remoto, riguarda il numero marcatamente elevato di risposte con contenuti di natura anatomica (ad esempio, stomaci, polmoni, radiografie, virus, batteri, lastre…). Gli esaminati a cui è stato somministrato il Rorschach da remoto, infatti, hanno spesso dato questo tipo di risposte. Ovviamente, è possibile che questa differenza rispetto ai campioni di riferimento normativo R-PAS sia dovuta al diverso formato utilizzato per la somministrazione dei test: faccia-a-faccia per i dati normativi, da remoto per questi nuovi campioni. Tuttavia, a nostro avviso, una spiegazione più plausibile è da ricercare nel momento storico in cui le diverse ricerche sono state condotte. I dati normativi R-PAS sono stati raccolti prima della pandemia, i nuovi dati raccolti da remoto sono stati raccolti durante la pandemia. È pertanto ragionevole ipotizzare che i nuovi dati presentino un maggior numero di risposte a contenuto anatomico semplicemente perché oggi, rispetto a qualche anno fà, le persone sono maggiormente preoccupate relativamente al proprio stato di salute e benessere fisico. In effetti, molti clinici hanno notato che di recente non è raro trovare persone che vedono virus e batteri nelle macchie di inchiostro – molti sembrano proprio vedere il coronavirus, ad esempio in Tavola VI.  

D. In quale contesti clinici ritenete maggiormente applicabile questa forma di tele-assessment?

R. Premesso che al momento non abbiamo dati oggettivi per rispondere in modo consapevole a questa domanda (la maggior parte degli studi pilota ad oggi disponibili si sono focalizzati su non-pazienti), è probabile che la somministrazione da remoto possa rivelarsi particolarmente utile quando, per un motivo o per un altro, sia necessario o conveniente evitare l’incontro di persona. Ad esempio, se il paziente ha una condizione medica che lo costringe all’isolamento (ad esempio la positività al covid), la somministrazione da remoto potrebbe rivelarsi particolarmente indicata. Analogamente, se uno si trova in una condizione di ridotta mobilità (ad esempio nel caso di disabilità motoria), potrebbe rivelarsi più pratico e conveniente fare un Rorschach da remoto piuttosto che tentare di inviare un Rorschachista a domicilio. La somministrazione da remoto potrebbe anche rivelarsi particolarmente utile con quelle persone che hanno ansia sociale o che evitano il contatto con altri esseri umani per paura di essere contagiati e/o di sviluppare una qualche malattia fisica. In estrema sintesi, in attesa di avere dati di ricerca più sostanziosi sull’argomento, l’opzione del tele-assessment potrebbe essere indicata in tutti quei casi in cui la somministrazione faccia-a-faccia può generare problemi di vario tipo, logistici, medici e/o psicologici.
Rispetto alla somministrazione faccia-a-faccia, tuttavia, è ragionevole ipotizzare che la somministrazione da remoto possa richiedere un maggiore livello di impegno cognitivo, una maggiore collaborazione e una maggiore dimestichezza con il PC da parte dell’esaminato. Potrebbe quindi essere arduo fare un Rorschach da remoto a una persona con gravi deficit cognitivi, gravi disturbi dell’attenzione o totale incapacità nell’uso di dispositivi informatici. Si pensi ad esempio ai pazienti con ADHD: nelle interazioni faccia-a-faccia, quando l’esaminato si distrae e inizia a pensare ad altro si possono tentare diverse soluzioni per provare a riportarlo sul compito; nelle somministrazioni da remoto, le strategie a disposizione del clinico sono decisamente più ridotte e se per esempio l’esaminato spegne il PC o termina la videoconferenza può diventare molto difficile completare la somministrazione. Ciononostante, vale la pena sottolineare che i dati preliminari a nostra disposizione suggeriscono che la somministrazione da remoto possa in realtà essere condotta senza particolari difficoltà anche nel caso di pazienti con psicopatologie molto gravi, come ad esempio nel caso di grave schizofrenia.  

D. Che tipo di formazione e di dotazione tecnica sono necessari per somministrare il Rorschach in remoto?

R. Per poter utilizzare la nuova App per la somministrazione da remoto non occorre molto: bastano un pc, una buona connessione a internet e un minimo di training aggiuntivo.  Inoltre, l’esaminato deve avere uno schermo sufficientemente grande per poter proiettare le macchie di inchiostro nella loro dimensione reale (tipicamente, un computer fisso o un portatile con schermo ampio dovrebbero andare bene). Relativamente al training per l’utilizzo della nuova App R-PAS, contiamo di rendere disponibile a breve un tutorial gratuito.  Inoltre, faremo sicuramente formazione ad hoc, non appena l’App sarà rilasciata ufficialmente. Per rimanere informati, vi consigliamo di leggere le nostre newsletter e consultare frequentemente il nostro sito ufficiale: www.r-pas.org