L'intervista
Intervista a Debora Musola
Intervista a Debora Musola
Abbiamo intervistato la Dott.ssa Debora Musola, logogenista e co-autrice del test COnVERSA. Comprensione delle opposizioni morfosintattiche verbali attraverso la scrittura, in merito ai fondamenti del metodo Logogenia e agli aspetti applicativi della somministrazione del test.
D. Come nasce il metodo Logogenia e quali sono le sue specificità?
R. La Logogenia nasce all’inizio degli anni ‘90 a Città del Messico. È stata elaborata dalla linguista italiana Bruna Radelli, operativa presso il Dipartimento di Linguistica dell’Istituto di Antropologia e Storia di Città del Messico. Radelli ha accolto la richiesta di attenzione ricevuta dai docenti di alunni sordi degli Istituti Speciali locali, che segnalavano la difficoltà di sviluppare una corretta comprensione e produzione di frasi e testi, anche tramite la lingua scritta. Per alcuni anni, Radelli ha frequentato tali scuole, entrando a diretto contatto con le situazioni riportate dai docenti.
Questa esperienza è confluita nella elaborazione di un approccio alla lingua storico-orale che sceglie il canale visivo, la lingua scritta, come mezzo di veicolazione delle informazioni linguistiche, come garanzia della loro piena accessibilità. Questa scelta ha due importanti conseguenze: differisce il tempo della stimolazione linguistica (a partire dai 6-7 anni), poiché il bambino deve essere in grado di imparare a leggere, e limita la durata dell’esposizione, poiché la lettura non ha la pervasività dell’ascolto spontaneo. Per compensare questi limiti, le sedute di Logogenia utilizzano uno stimolo linguistico compattato e selezionato, costituito da coppie di frasi in coppia minima.[1] L’opposizione minima tra due frasi focalizza l’attenzione dell’utente sulla struttura che si intende mostrare e lo agevola nel riconoscerne le informazioni. Radelli ha individuato cinque tipi di opposizioni linguistiche: l’opposizione di forma (1), di ordine (2), di presenza/assenza (3), di sostituzione (4) e di grammaticalità (5), illustrate nei prossimi esempi:
È andato al mare.
(2) La maestra vuole penne e matite rosse.
La maestra vuole penne rosse e matite.
(3) Il bambino disegna una matita.
Il bambino disegna con una matita.
(4) Il gatto scende dal tetto.
Il gatto scende sul tetto.
(5) I bambini mangia in mensa.
I bambini mangiano in mensa.
Durante la seduta, il logogenista espone l’utente a molteplici coppie minime in funzione delle sue fragilità grammaticali, accompagnandolo a scoprire le informazioni sottese agli elementi che cambiano da una frase all’altra. Quando l’utente ha raggiunto una buona base di comprensione delle frasi, il lavoro si apre alle attività di produzione elicitata, affinché egli possa utilizzare anche nelle sue frasi gli stessi elementi grammaticali di cui ha esplorato in comprensione le informazioni.[2] I prossimi esempi mostrano alcuni contesti di elicitazione del pronome diretto (6), delle preposizioni (7) e delle forme di persona del verbo (8):
(6) Cosa fai con il panino? Lo mangio.
Cosa fai con la pizza? La mangio.
(7) Dove arriva il bambino? A scuola
Da dove arriva il bambino? Da casa
(8) Cosa faccio? Dormi.
Cosa fai? Dormo.
Quando l’utente ha consolidato la gestione della frase, il lavoro si allarga alla comprensione del testo narrativo. Le domande-guida del logogenista orientano l’utente ad una lettura analitica, attenta alle informazioni veicolate dalle strutture grammaticali e alle informazioni implicite. La lettura è anche il principale contesto di lavoro sull’ampliamento lessicale.[3]
L’approccio logogenico privilegia la comprensione intuitiva delle informazioni grammaticali ed esclude l’utilizzo di termini tecnici propri della riflessione grammaticale condotta in ambito scolastico.
Dopo i primi anni di sperimentazione a Città del Messico, nel 1996 Radelli ha introdotto il metodo in Italia, dapprima entro un laboratorio di Logogenia presso l’ISISS Magarotto di Padova, poi, nel 1998, entro l’Università Ca’ Foscari Venezia, dove è stata materia di insegnamento fino al 2011.[4]
Nel 2021 è stata inaugurata Associazione Logogenia Onlus, che raccoglie tutti i logogenisti abilitati all’applicazione del metodo e gestisce la Scuola di Formazione in Logogenia.[5]
D. Perché il Test COnVERSA utilizza giudizi di grammaticalità?
R. La capacità di rilevare violazioni di regole linguistiche connota in modo specifico la competenza del parlante, insieme alla capacità di riconoscere i due significati sottesi ad una frase sintatticamente ambigua.
Anche i bambini in fase di acquisizione mostrano una spiccata sensibilità agli errori, sia in ambito fonologico, sia nei contesti morfologici e sintattici. Questa capacità risulta sorprendente se si pensa che i bambini sono esposti solo a evidenze positive, ossia a frasi grammaticalmente corrette, poiché la competenza degli adulti impedisce loro di produrre frasi agrammaticali: pur non avendo fatto esperienza diretta delle sequenze che la grammatica di una lingua inibisce, sanno riconoscerle. La sensibilità all’errore linguistico appare dunque come una capacità propria e precoce del bambino. Poiché il Test COnVERSA può essere applicato a partire dai 6,5 anni, ossia quando gli aspetti centrali del sistema grammaticale sono stabilizzati e l’apprendimento della lettura è avviato, il riconoscimento della frase corretta tra le due proposte può mettere in luce specifici aspetti della competenza, con diversi livelli di complessità, senza che ciò rappresenti uno sforzo dell’utente, cioè senza dover ricorrere alla capacità metalinguistica, poiché la scelta poggia sulla sua grammatica mentale, frutto naturale del processo di acquisizione.
Il metodo Logogenia utilizza frequentemente le coppie minime di giudizi di grammaticalità, sia come strumento di rilevazione della competenza sul fenomeno di volta in volta indagato, sia come esempio di evidenza negativa, espressioni che la grammatica dell’italiano non ammette. Poiché l’attività di Logogenia utilizza la lingua scritta per essere pienamente accessibile all’utente sordo, deve compensare l’indisponibilità dei primi cruciali anni di vita costruendo un input arricchito, in grado di compensare il poco tempo a disposizione e il ritardo. Ciò si ottiene utilizzando coppie minime di frasi distinte per cinque diversi tipi di opposizione, come illustrato nei precedenti esempi (1)-(5).
D. Perché COnVERSA valuta l’errore di accordo soggetto – verbo di I e II persona?
R. La I e la II persona si osservano sulla morfologia del verbo e sul paradigma dei pronomi personali e dei possessivi. Questi tratti morfologici esprimono informazioni contestuali secondo la regola I persona = parlante, II persona = interlocutore. Nel dialogo si realizza lo scambio deittico, poiché i due partecipanti svolgono alternandosi entrambi i ruoli. In caso di sordità preverbale, i limiti nell’accesso alla lingua parlata possono compromettere l’acquisizione del meccanismo deittico. Nei contesti di produzione linguistica degli studenti sordi, sono ben documentati errori come la violazione dell’accordo soggetto – verbo e la tendenza a utilizzare la III persona al posto della I (Chesi 2006).
Il Test COnVERSA propone due contesti per rilevare la competenza su questo fenomeno. Nel primo contesto Melix, l’alieno che vuole imparare l’italiano, interagisce con un bambino, che gli rivolge domande riferite a sé o a Melix. L’utente deve riconoscere la persona del verbo, attivare il corretto abbinamento (I persona: il bambino; II persona: Melix) e quindi scegliere la risposta corretta di Melix, come si vede nell’esempio che segue:
Il secondo contesto è un esempio di discorso riportato, nella veste di discorso indiretto. Per riferire a terzi una frase, Melix passa dal ruolo di interlocutore (II persona) al ruolo di parlante (I persona). L’utente dovrà dunque scegliere la frase che corrisponde al ruolo che svolge Melix nel realizzare il discorso indiretto, come si vede nel prossimo esempio:
Gli utenti del Test COnVERSA sono certamente scolarizzati e allenati al riconoscimento statico, ossia non deittico, tra le forme di persona del pronome soggetto e le forme di persona del verbo. Tuttavia, la conoscenza della concordanza tra soggetto e verbo non basta per saper gestire nei contesti comunicativi reali le forme di persona del verbo sia nel dialogo a due sia nel discorso indiretto. Questa è la ragione che ci ha spinto a indagare questo fenomeno, che è cruciale anche nel lavoro di comprensione del testo per l’individuazione del parlante e dell’interlocutore del dialogo diretto e per il riconoscimento del narratore interno.
D. Perché nel Test COnVERSA è stata indagata la capacità di riconoscere violazioni nei contesti interrogativi?
R. Come illustrato nel manuale del test, i contesti interrogativi sono complessi poiché comportano lo spostamento di costituenti nella periferia sinistra della frase. Il Test COnVERSA misura la capacità dell’utente di gestire molti tipi di frasi interrogative, dirette e indirette, a costituenti e totali.
La fotografia che ne emerge può essere utile anche in ambito didattico poiché nel contesto scolastico le domande sono uno strumento di rilevazione della comprensione e dell’apprendimento dei contenti. Sapere se il proprio utente ha una difficoltà specifica nella comprensione delle domande permette al docente di distinguere tra questa specifica fragilità e le lacune degli apprendimenti e gli consente di operare una necessaria attività di recupero affinché lo studente possa dimostrare di aver appreso, avendo preliminarmente compreso la domanda di verifica.
D. Che tipo di attività si possono mettere a punto sulla base dei dati ottenuti dalla somministrazione di COnVERSA?
R. Il Test COnVERSA consente di osservare la competenza dell’utente su tutti i costituenti della frase indipendente e sulle relazioni morfosintattiche che ne regolano la corretta costruzione. L’Appendice A del manuale che accompagna il test offre molti suggerimenti per sostenere le fragilità dell’utente. L’elenco che segue mostra le principali aree di lavoro su cui l’intervento può intervenire:
- Struttura argomentale del verbo. L’operatore può consolidare la conoscenza delle proprietà argomentali dei verbi, affinché l’utente utilizzi tutti gli argomenti richiesti da ciascuna voce verbale considerata.
- Accordo soggetto-verbo. L’operatore può esporre l’utente a diversi tipi di soggetti, in base alla:
- posizione (preverbale e post verbale);
- espressione (soggetto realizzato e nullo).
- Pronomi argomentali. L’operatore può mostrare come l’argomento interno del verbo transitivo e l’argomento indiretto del verbo ditransitivo possano esprimersi non solo tramite sintagmi nominali (Vedo il nonno) e preposizionali (Regalo un libro al nonno) ma anche mediante pronomi personali (lo; gli), con le loro diverse forme di genere, numero e persona.
- Relazioni di accordo. L’operatore può consolidare l’accordo di genere e numero tra gli elementi che condividono questi tratti (articolo, nome, pronome, participio passato), anche nei contesti di accordo a distanza (es. Il nonno della bambina è stanco/* è stanca).
- Selezione dell’ausiliare. L’operatore può esporre l’utente ai tempi composti del verbo, affinché egli possa consolidare la sua competenza rispetto alla selezione dell’ausiliare per ciascun verbo considerato.
- Diatesi. L’operatore può intervenire per consolidare la gestione della diatesi attiva e passiva dei verbi transitivi.
- Morfologia di persona. L’operatore può creare contesti di stimolazione per consolidare l’utilizzo delle forme di I e II persona, le forme deittiche, dipendenti dal ruolo conversazionale svolto nel contesto, dei verbi, dei pronomi e dei possessivi.
D. Che tipo di effetto può avere un potenziamento del giudizio di grammaticalità sull’adattamento linguistico di un bambino nella vita quotidiana?
R. Poiché il bambino ha una spiccata sensibilità al riconoscimento della violazione grammaticale, questa attitudine può essere sfruttata in diversi contesti di utilizzo dell’italiano. Se, ad esempio, l’utente fraintende l’informazione di una frase o di un testo, che è veicolata da una specifica forma di un elemento linguistico, tale forma può essere contrastata con un’altra al fine di reindirizzare la sua attenzione e comprensione. Si consideri questo contesto di lavoro, tratto da Musola, Olivero (2023):
Testo: “Le coccinelle abitavano in un buco in fondo alla stanza in cui dormiva il fattore e ogni giorno se ne andavano felici a svolazzare in giardino […]. La sera, quando stanche della lunga giornata ritornavano a casa, si sedevano sul divano di fiori colorati, rassicurate dalla presenza dell’amico”.
Domanda di verifica: Chi era stanco?
Se l’utente risponde in modo errato alla domanda di verifica della comprensione, si possono creare delle coppie minime che mostrano la violazione dell’accordo di genere tra nomi e aggettivi:
L’attenzione ristabilita sulla necessaria concordanza di forma tra nome e predicato consente di recuperare il corretto riferimento dell’aggettivo che compare nel testo.
Analogo lavoro può essere svolto per guidare una produzione morfologicamente corretta. Se l’utente non rispetta la concordanza di forme tra il pronome e il suo antecedente, si può sollecitare il riconoscimento di questo legame chiedendogli di scegliere tra due alternative per completare la frase. Si osservi questo contesto tratto da Musola, Musella, Bortolazzo (2020):
Quando la bambina va dai nonni, LO/LI bacia sempre.
Bibliografia
- Chesi, C. (2006) Il linguaggio verbale non standard dei bambini sordi. Roma: Edizioni Universitarie Romane.
- Musola, D. (2018) “La Logogenia” in Rinaldi et al. (a cura di) La sordità infantile: nuove prospettive di intervento, Trento: Erickson.
- Musola, D., Musella, V., Bortolazzo, E. (2020) Stimolazione grammaticale per coppie minime. Trento: Erickson.
- Musola, D., Olivero, S. (2022) Strumenti della Logogenia per apprendenti italiano L2, Cagliari: Edizioni Spanu.
- Musola, D., Olivero, S. (2023) Sordità e comprensione del testo, Trento: Erickson.
- Radelli, B. (1998) Nicola vuole le virgole, Bologna: Decibel Zanichelli.
[1]Per una presentazione della Logogenia si veda Musola (2018).
[2]Musola, Musella e Bortolazzo (2020) mostra molti contesti di allenamento sulla morfologia di genere, numero e persona. Musola, Olivero (2022) mostra contesti di allenamento grammaticale rivolti ad apprendenti italiano L2.
[3]Musola, Olivero (2023) mostra l’approccio logogenico alla comprensione del testo.
[4]Radelli (1998).
[5]www.logogenia.it.