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numero 46 - aprile 2017

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Intervista a Chiara Isoppo

Intervista a Chiara Isoppo

Chiara Isoppo è psicologa e da cinque anni lavora in STEF, multinazionale italiana (è presente in sette paesi europei e impiega circa 16.000 dipendenti) specialista nella logistica del freddo per tutti i prodotti agroalimentari e termosensibili, di cui è Responsabile per la Selezione e la Formazione. Parliamo con lei di cosa significa, da psicologa, occuparsi di Risorse Umane in una grande organizzazione.

D. Psicologa del lavoro, psicoterapeuta, referente HR: chi è Chiara Isoppo?

Sono nata a La Spezia nel 1977 ma dal lontano 2000 vivo a Parma, dove mi sono trasferita per intraprendere il corso di laurea in Psicologia, mio primo amore fin dai tempi del liceo. Avrei voluto lavorare nell’ambito della psicologia evolutiva, ma la vita, il mio desiderio di rendermi autonoma nel più breve tempo possibile, e le varie sincronicità mi hanno invece portata ad approcciare il mondo della psicologia del lavoro, che ho scoperto e cavalcato con grande curiosità. Dal 2008 lavoro all’interno di STEF ma, come dico sempre, per me è stato come fare esperienza in più contesti aziendali, vista la grande rivoluzione aziendale che ho vissuto, ed il cambiamento da una visione italiana e tipicamente “proprietaria e familiare”, ad un contesto di Gruppo multinazionale. Nel 2009 ho poi sentito la chiamata all’intraprendere ciò che avevo per un certo periodo di tempo accantonato, ossia la specializzazione quadriennale in psicoterapia psicoanalitica. L’ho portata avanti per 4 anni, lavorando in STEF, con sacrificio ma anche grande, grande soddisfazione. È stata un’esperienza che mi ha nutrita e fatta crescere in maniera importante e significativa. Mi sono specializzata nel 2013 e, di pari passo con questo cammino, è cresciuto, anno dopo anno, il mio ruolo in STEF, fino a diventare attualmente la Responsabile Nazionale in ambito ricerca, selezione, formazione e sviluppo risorse umane.

D. Tenendo presente il suo ruolo, che abbraccia sia la selezione che la formazione, sono individuabili secondo lei dei trend nella selezione?

R. In questi ultimi anni sono stata sempre più chiamata ad utilizzare il mio approccio psicologico nell’area selezione. Questa competenza e distintività è stato il valore aggiunto della mia figura in Azienda. Cogliere sfumature caratteriali, avere intuizioni e percezioni, comprendere se quello spessore caratteriale può sposarsi ed integrarsi al meglio nel nostro contesto ed in quella specifica area. Ci tengo a precisare, così come dico spesso ai colleghi, che non sono un’indovina e non ho una sfera di cristallo, ma ritengo di avere un grande talento che è la sensibilità e la comprensione dell’altro. Riuscire a portare tutto ciò nella mia Azienda è stata una “missione”, a tratti faticosa ma entusiasmante, che mi ha permesso di essere orgogliosa del mio ruolo e della mia area di competenza. Ad oggi sono riconosciuta come punto di riferimento e di ascolto circa le tematiche soft e relazionali e per ciò che concerne il contesto di sviluppo risorse.

D. Lei lavora in un’azienda ad alta competenza tecnica in un settore prettamente maschile (la logistica): quali sono state le sfide che come donna e professionista ha affrontato?

R. La sfida più grande è stata quella di farsi riconoscere ed essere credibile agli occhi del contesto aziendale. Ho creduto fermamente nella mia diversità e sensibilità. Quali sono state le mie armi? Avere il coraggio, la grinta e la pazienza di valorizzare e far apprezzare un approccio alla totalità dell’individuo, alla complessità e specificità di ciascuno. Come ho spesso detto ai miei colleghi, un candidato non porta con sé, e non è, solamente l’esperienza professionale, ma si caratterizza per la sua personalità, il suo approccio, che spesso può non essere in linea con il nostro contesto e con i nostri valori aziendali.

D. Quali sono oggi, secondo lei, le caratteristiche di un eccellente referente HR in azienda?

R. Comprensione degli altri, entusiasmo, passione, curiosità, centratura ed equilibrio, capacità di influire e prossimità al contesto operativo.

D. C’è un motto/slogan che l’accompagna nel suo percorso professionale? se sì quale?

In realtà ne ho due, uno attinto dalla filosofia ed uno creato da me:

“La realtà dell’altra persona non è in ciò che ti rivela, ma in ciò che non può rivelarti. Perciò, se vuoi capirla, non ascoltare ciò che dice ma ciò che non dice” – Kahlil Gibran, Le parole non dette.

“Conosci te stessa e credi in ciò che vuoi raggiungere, anche se gli Altri ancora non lo vedono”.