L'intervista
Intervista a Caterina Primi
Intervista a Caterina Primi
R. È stato osservato che avere a che fare con in numeri può creare un senso di tensione e di frustrazione, non solo in un contesto scolastico ma anche nella vita di tutti i giorni. Pur presentando caratteristiche simili ad altre forme di ansia, quella verso la matematica è una forma di ansia distinta che si manifesta in situazioni specifiche, cioè quando utilizziamo i numeri. Dalla metà del secolo scorso alcuni autori hanno cercato di studiare le caratteristiche di questa forma d’ansia basandosi sull'osservazione concreta e sull'esperienza pratica nell'ambito dell'insegnamento. Le ricerche che ne hanno indagato i sintomi a livello fisiologico hanno descritto un aumento della frequenza cardiaca, la presenza di mani sudate, mal di stomaco e vertigini. Per meglio evidenziare tali sintomi è stata confrontata la reattività fisiologica degli studenti durante il completamento delle attività matematiche rispetto a quelle del completamento degli anagrammi. I risultati hanno mostrato che gli studenti con alti livelli di ansia matematica mostrano un aumento maggiore nella reattività cardiovascolare quando risolvono compiti matematici, mentre questo non si verifica per gli anagrammi, rispetto agli studenti con un basso livello di ansia per la matematica. L’ansia nei confronti della matematica sembra portare a comportamenti di evitamento. Negli studi in ambito neurocognitivo i risultati mostrano che, quando si anticipa un imminente compito matematico, aumenta il disagio e, insieme a essa, l’attività neurale nelle regioni coinvolte all’esperienza del dolore. Questi risultati spiegano i comportamenti di evitamento e di procrastinazione che gli studenti con alti livelli di ansia per la matematica. Tra i fattori cognitivi è stato indagato l’effetto dell’ansia per matematica sulla memoria di lavoro, che rappresenta uno spazio di lavoro temporaneo che ha la funzione di tenere a mente gli oggetti durante l'esecuzione di un'attività secondaria. Il malfunzionamento della memoria di lavoro coinvolge aspetti specifici della competenza matematica, in particolare l'accuratezza (la correttezza delle soluzioni) e la fluidità processuale (la capacità di applicare le procedure in modo efficiente, entro un breve lasso di tempo e con il minimo sforzo). Negli studenti con ansia elevata, pensieri intrusivi e preoccupazioni sembrano interferire in particolare sulla fluidità nella performance in matematica. Inoltre, sembra, sconvolgere l'equilibrio tra i due sistemi attenzionali: quello orientato agli obiettivi e quello basato sugli stimoli. In particolare, l’ansia fa sì che il sistema guidato dallo stimolo diventi dominante, riducendo così la capacità di concentrarsi su attività rilevanti.
D. A che popolazione si fa riferimento quando si parla di ansia per la matematica? Riguarda solo gli studenti o anche i non studenti?
R. Il grande interesse che la ricerca ha dimostrato verso questa forma di ansia è dovuto alla sua diffusione. Si stima che circa il 20% della popolazione adulta manifesti questi sintomi, con una maggiore prevalenza nelle donne. Studi recenti hanno confermato la presenza di ansia verso la matematica anche in bambini dei primi anni di scuola.
D. Il livello di ansia rilevata ha una correlazione con la prestazione scolastica?
R. Tra gli effetti dell’ansia per la matematica il più indagato è quello diretto sulla performance. Dal confronto degli studi che hanno indagato tale relazione, risulta che gli studenti con elevata ansia hanno un rendimento più basso in matematica. Tale relazione, anche se con forza diversa, è stata riscontrata in tutti i livelli scolastici, a partire dai bambini frequentanti la scuola primaria fino agli studenti universitari.
Occorre inoltre considerare che l’ansia per la matematica ha effetti sulle strategie di apprendimento: gli studenti con alti livelli di ansia per la matematica sembrano investire meno tempo e sforzi nell'apprendimento, organizzano il loro ambiente di apprendimento in modo meno efficiente e più spesso mostrano comportamenti di procrastinazione, tendendo a posticipare il loro coinvolgimento sia nel lavoro a casa che nella preparazione per gli esami, riducendo quindi la pratica costante che in matematica è necessaria per acquisire fluidità e senso di autoefficacia. In questo modo al momento della prova si sentiranno inadeguati e proveranno maggiore ansia che potrà interferire nella loro performance. La procrastinazione provoca quindi un circolo vizioso: quando gli studenti ansiosi per la matematica evitano di esercitarsi, si comporteranno al di sotto delle aspettative negli esami e nelle prove, di conseguenza svilupperanno livelli ancora più elevati di ansia verso la matematica.
L'ansia per la matematica ha inoltre un effetto più a lungo termine interferendo nelle decisioni di carriera: gli studenti con elevata ansia evitano l'iscrizione non solo a corsi di matematica, ma anche in settori correlati come la scienza, la tecnologia e l'ingegneria, orientandosi di più verso corsi di studio con meno matematica. Queste scelte influenzano l'ulteriore sviluppo di conoscenze e abilità, nonché atteggiamenti e auto-valutazioni in relazione alla matematica. Di conseguenza, al termine del percorso scolastico gli studenti con alti livelli di ansia in matematica si considerano meno capaci e si aspettano di avere difficoltà nell’utilizzo dei numeri. Questo effetto risulta particolarmente evidente nelle ragazze per le quali nella scelta pesa di più un fattore come l’ansia che le loro conoscenze reali in matematica. Risulta infatti un processo di auto-selezione sulla base del genere, in particolare solo le donne altamente competenti nella disciplina tendono a intraprendere studi di tipo matematico, mentre gli uomini potrebbero essere più propensi a perseguire carriere scientifiche anche quando meno preparati.
R. Gli effetti che l’ansia per la matematica ha sulla performance hanno portato alla necessità di meglio capire i fattori che spiegano tale relazione. Recenti rassegne evidenziano come sia necessario indagare non solo fattori individuali, cognitivi e motivazionali ma anche fattori ambientali, legati al contesto sociale in cui lo studente è inserito. È stato rilevato che persone significative, come genitori o insegnanti, con i loro atteggiamenti verso la matematica, possono influenzare l’atteggiamento dei propri figli o allievi. Gli insegnanti, per esempio, possono diffondere la credenza che l'abilità matematica è innata e solo chi ha questo talento potrà avere successo in questa disciplina. Inoltre, è stato rilevato che gli insegnanti della scuola primaria hanno un'influenza sul livello d’ansia dei propri studenti, trasferendo a questi la propria ansia in matematica. Tale effetto sembra essere in particolar modo rilevante sulle studentesse: il livello di ansia matematica dell'insegnante influenza sia il loro rendimento che la percezione delle loro abilità in matematica. In particolare, le insegnanti sembrano diffondere lo stereotipo della matematica come una disciplina “da maschi”. L’effetto di tale stereotipo è stato indagato da numerosi autori mostrando come possa essere considerato uno dei fattori capaci di rendere le donne più vulnerabili nella loro performance. Le ragazze, infatti, interiorizzando tale stereotipo, si considerano come meno dotate dei ragazzi e mostrano una minore autoefficacia. In particolare, nelle situazioni di valutazione, lo stereotipo interiorizzato influisce sulla percezione della difficoltà del compito ed è correlato a un aumento di tensione e a una diminuzione delle prestazioni. Tra le figure significative hanno certamente un ruolo rilevante quelle dei genitori, in particolare le loro credenze stereotipate riguardo alle capacità in matematica dei figli, che sembrano avere un forte impatto sulla loro autovalutazione. I genitori possono svolgere un ruolo importante per aiutare i figli a sviluppare un concetto di sé positivo e per prevenire lo sviluppo di ansia verso la matematica. Le strategie da attuare possono essere fornire feedback adeguati e mostrare l’utilizzo della matematica in situazioni di vita quotidiana.
In uno studio con studenti della primaria è stato dimostrato che l’apprendimento dei bambini è correlato con il modo di porsi dei genitori nei confronti di questa disciplina. Anche quando i genitori aiutano nei compiti a casa, risulta che, se i genitori hanno ansia verso la matematica, i loro figli apprendono con più difficoltà. Le madri, in particolare, sembrano influenzare l'atteggiamento delle loro figlie nei confronti di questa disciplina.
D. È possibile ridurre l’ansia per la matematica?
R. Dato il contributo del contesto sociale nello sviluppo dell’ansia verso la matematica, sono state proposte alcune indicazioni operative che sia insegnanti che genitori potrebbero seguire per favorirne l’apprendimento e ridurre così nei bambini una reazione di evitamento. Gli insegnanti, proprio per ridurre l’ansia, dovrebbero incoraggiare gli studenti a diventare entusiasti della matematica, a sviluppare un atteggiamento positivo ed a considerarsi dei risolutori di successo di problemi matematici. Ecco, quindi, che diventa importante creare dei contesti di apprendimento che siano stimolanti e facilitino la partecipazione. In particolare, risulta rilevante incoraggiare a provare, a sperimentare in modo da trovare possibili soluzioni. è stato osservato che l’ansia verso la matematica è collegata a tecniche di insegnamento che enfatizzano la competizione tra gli studenti e lo studio individuale. Gli insegnanti dovrebbero quindi prediligere un lavoro di gruppo cooperativo che offra agli studenti la possibilità di scambiarsi idee, discutere i processi e porre domande liberamente. Per imparare la matematica, gli studenti dovrebbero essere impegnati a esplorare e ipotizzare per imparare la matematica e non soltanto a memorizzare meccanicamente procedure e regole. Occorre inoltre fare appello al senso di autoefficacia e a considerare gli errori stessi una parte di un apprendimento di successo. L’utilizzo di dispositivi può rappresentare quindi un utile supporto per gli insegnanti per creare contesti di apprendimento per la classe che stimolano al confronto e alla ricerca insieme di soluzioni. È stato rilevato, infatti, come attraverso l’uso degli educational game si possa contribuire a ridurre l’ansia nei confronti della matematica e a incrementare la performance in questa disciplina.
Il gioco incoraggia a un apprendimento attivo stimolando l’esplorazione e il pensare per trovare possibili soluzioni. Inoltre, consente di ricevere feedback immediati, e allo stesso tempo dà la possibilità di tentare più volte senza il timore di una valutazione. In questo modo gli studenti potranno concentrarsi maggiormente sui loro successi più che sui loro fallimenti e potranno credere nelle loro capacità invece di dubitarne. L’esposizione ambientale al fallimento è stata descritta come un meccanismo che sviluppa ansia per la matematica. È quindi rilevante stabilire degli obiettivi progressivi e fattibili per gli studenti, incoraggiando coloro che sono più in difficoltà e favorendo la richiesta d’aiuto ogni qualvolta ne abbiano bisogno. Un’altra strategia utile per gli insegnanti è mettere in relazione la matematica con la vita reale. È importante creare dei collegamenti con la vita di tutti i giorni in modo da aiutare gli studenti a comprendere che la matematica è uno strumento importante e soprattutto utile. Ricerche recenti hanno dimostrato inoltre, che un breve esercizio focalizzato sulla respirazione può aiutare studenti ansiosi di matematica. I risultati hanno mostrano che questo esercizio prima di un compito aritmetico aumenta la performance.
Tra le figure che hanno un ruolo rilevante nella riduzione dell’ansia verso la matematica troviamo anche i genitori. Alcuni studi hanno evidenziato l’importanza di creare occasioni per svolgere insieme ai figli attività che prevedano l’utilizzo dei numeri. Divertirsi insieme con i numeri (giochi da tavolo, videogiochi) contribuisce a sviluppare un positivo concetto di sé e quindi a ridurre l’evitamento e la mancanza di pratica. È stato osservato che aumentare a casa le attività con la matematica porta a un miglioramento della performance tra gli studenti con elevata ansia. In uno studio condotto con bambini della scuola primaria in cui veniva utilizzato l’iPad per svolgere insieme ai genitori problemi matematici, è emerso un incremento significativo del rendimento rispetto a un gruppo di controllo che svolgeva attività di lettura. Tale effetto emergeva in particolare per quei bambini i cui genitori avevano un elevato livello d’ansia. L’effetto anche di brevi interazioni (adulti/bambini) con oggetto la matematica sembra quindi aiutare a ridurre la “trasmissione” dell’ansia verso la matematica tra genitori e figli. Infine, sia gli insegnanti che gli stessi genitori dovranno contribuire a combattere lo stereotipo che vede la matematica come una disciplina per maschi e che contribuisce a rendere le bambine più vulnerabili e insicure nelle loro performance. Portare esempi di testimonianze di donne che hanno contribuito allo sviluppo di tutte quelle discipline nell’area STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) è un modo per offrire dei modelli da stimolo alla riuscita nell’ambito delle discipline scientifiche.
D. È possibile misurare l’ansia per la matematica? In che modo?
R. Al fine di intervenire in maniera mirata occorre disporre di strumenti in grado di misurare l’ansia per la matematica. A questo proposito sono disponibili strumenti adattati per la popolazione italiana per bambini della scuola primaria, secondaria di primo grado, secondaria di secondo grado, e studenti universitari (Primi et al., 2020; Caviola et al., 2017; Primi et al., 2014). In tutte le versioni si tratta di una scala breve a 9 item. Si tratta di un self-report con una scala di risposta likert a 5 passi da “poca ansia” a “molta ansia”. Nella versione per i bambini più piccoli la scala di risposta è di tipo pittorico. La scala consente di misurare due dimensioni: una relativa all’ansia provata nell’ Apprendimento della matematica (ad esempio: “Guardare la risoluzione di un equazione svolta dall’insegnante alla lavagna”) e una relativa all’ansia provata in relazione alla performance e Valutazione in matematica (ad esempio “Fare il compito di matematica”). Le diverse versioni hanno mostrano buone proprietà psicometriche dello strumento, comprovate attraverso numerosi studi.
R. Al momento stiamo mettendo a punto nuovi strumenti per la misura dell’ansia della matematica nei bambini, in particolare strumenti di tipo gamificato. Gli strumenti di misura basati sul gioco, infatti, offrono un’esperienza più coinvolgente rispetto alle misure auto-valutative e risultano meno influenzate da bias come la desiderabilità sociale.
Bibliografia
- Primi, C., Donati, M. A., Izzo, V. A., Guardabassi, V., O’Connor, P., Tomasetto, C., & Morsanyi, K. (2020). The early elementary school abbreviated Math Anxiety Scale (the EES-AMAS): a new adapted version of the AMAS to measure math anxiety in young children. Frontiers in Psychology, 11.
- Caviola, S., Primi, C., Chiesi, F., & Mammarella, I. C. (2017). Psychometric properties of the Abbreviated Math Anxiety Scale (AMAS) in Italian primary school children. Learning and Individual Differences, 55, 174–182.
- Primi, C., Busdraghi, C., Tomasetto, C., Morsanyi, K., & Chiesi, F. (2014). Measuring math anxiety in Italian college and high school students: Validity, reliability and gender invariance of the Abbreviated Math Anxiety Scale (AMAS). Learning and Individual Differences, 34, 51–56.