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numero 15 - marzo 2014

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Intervento di formazione: il modello Brainbow

Intervento di formazione: il modello Brainbow

Lo scorso 6 Marzo si è tenuta a Firenze una sessione formativa presso la sede di Hogrefe Editore sul modello Brainbow. Si è trattato di un intervento di mezza giornata rivolto a giovani psicologi del lavoro. L’obiettivo era quello di far vedere da vicino, a chi si sta avvicinando o sta pensando di avvicinarsi alla consulenza organizzativa, cosa fa un consulente in aula, come si muove e come lavora. Il processo formativo è stato gestito dallo studio associato AttivAzione di Milano con la dott.ssa Gloria Bevilacqua e il dott. Enrico Lorenzi, entrambi psicologi con una consolidata esperienza di consulenza organizzativa alle spalle. L’incontro formativo è stato preceduto nei giorni antecedenti dalla compilazione di un questionario online, al termine della quale ciascuno ha ottenuto, come feedback finale, un report con colore. Nell’incontro formativo, dopo aver speso alcuni minuti per rompere il ghiaccio, i due consulenti hanno introdotto il modello Brainbow, e successivamente hanno chiarito che i colori ottenuti indicherebbero gli schemi cognitivi maggiormente utilizzati da ognuno di noi partecipanti. Il modello, infatti, è utile sia per il riconoscimento dei differenti stili comunicativi e comportamentali che per l’incremento della qualità delle relazioni (all’interno delle organizzazioni e non solo). Basato su diverse teorie, tra cui l’ipotesi della “triune brain” di MacLean, e su alcune evidenze neurofisiologiche, come quella del premio Nobel Roger Sperry circa la specializzazione emisferica delle funzioni cognitive, esso è risultato altamente intuitivo e pratico.

Per noi psicologi che abbiamo avuto modo di partecipare, è stata un’esperienza davvero coinvolgente.

Il Brainbow è un modello che può essere rappresentato su un sistema cartesiano di ascisse e ordinate. Questa modalità di raffigurazione a quattro quadranti facilita la comprensione del modello per i partecipanti al processo formativo in quanto permette di comprenderne la struttura non solo (e non tanto) attraverso nozioni teoriche ma grazie anche al canale visivo e grafico; i quattro quadranti a cui corrispondono quattro colori, infatti, fanno sì che le persone riescano velocemente a orientarsi nel modello.

L’utilità del modello Brainbow è stata quindi, chiara fin da subito; e le esercitazioni pratiche (tra cui anche esercizi di business idea) hanno ulteriormente permesso di toccare con mano il risvolto operativo del modello nei contesti formativi. Tuttavia la formazione non è l’unico ambito applicativo.

Volendo ipotizzare in quali altri campi si possa trarre profitto dall’utilizzo del Brainbow, si pensi ai processi selettivi, per cui si potrebbe individuare il candidato ideale in base agli schemi cognitivi giudicati più “idonei” per la posizione lavorativa disponibile (oltre, ovviamente, alle altre variabili fondamentali di cui tenere conto in selezione), oppure individuare un manager in base al tipo di leadership auspicata sulla base dei fattori contestuali presenti. Ancora, si considerino i percorsi formativi che potrebbero essere finalizzati al superamento di eventuali criticità riscontrate entro specifici team working o singoli individui.

In conclusione, l’incontro formativo ha dato a noi giovani psicologi la consapevolezza di aver sperimentato un modello flessibile, trasversale, di facile comprensione e visivamente gradevole, e di aver trascorso una bella giornata con i competenti e simpatici dott. Lorenzi e Bevilacqua.