I nostri test
Il NEO-PI-3
Il NEO-PI-3
Cenni storici
Il NEO Personality Inventory (Costa e McCrae, 1978, 1985, 2005) è uno dei modelli più importanti del testing in Europa per la valutazione della personalità secondo la teoria dei Cinque Fattori. In termini storici non è del tutto corretto parlare del test NEO Personality Inventory quanto piuttosto di inventari NEO dal momento che sono state pubblicate più versioni del NEO. La prima versione (NEO Inventory dove NEO sta per Neuroticism Extroversion Openness) è stata pubblicata nel 1978 e rilevava tre fattori di personalità (Nevroticismo, Estroversione, Apertura all’esperienza). Questa versione è stata successivamente revisionata nel 1985 ed è uscita con il nome di NEO Personality Inventory dove NEO non risultava più un acronimo ma facente parte del nome del test. In questa versione oltre alle tre dimensioni rilevate dal NEO, furono aggiunte anche le dimensioni della Coscienziosità e dell’Amicalità. Nel 1992 è stata pubblicato il NEO-PI- Revised (NEO-PI-R) caratterizzato da un maggiore dettaglio dei cinque fattori rilevati (si tratta dei facets e cioè delle sottodimensioni che afferiscono a ciascuno dei cinque fattori principali) e nel 2005 il NEO-PI-3, un aggiornamento della versione del 1990.
In Italia non sono mai stati fatti adattamenti ufficiali degli inventari NEO prima di adesso, nonostante gli stessi siano stati tradotti in oltre cinquanta lingue. L’adattamento del NEO-PI-3 segna quindi l’ingresso del modello NEO in Italia. Gli inventari NEO sono stati e sono molto diffusi; in letteratura sono presenti più di 2.500 pubblicazioni relative a studi nei quali si è fatto uso di questi strumenti. Questi propongono un modello concettuale che mette insieme decenni di ricerche analitico-fattoriali sulla struttura della personalità. Le stesse scale sono state sviluppate ed affinate attraverso una combinazione di metodi razionali ed analitico-fattoriali e sono state oggetto di approfondite ricerche condotte nel corso di trenta anni su campioni clinici e non clinici. Si ricorda infatti che la teoria dei Cinque Fattori appartiene a quella branca di studi della personalità che è la teoria dei tratti. Secondo tale approccio la personalità umana è caratterizzata da una serie di tratti (e nel caso specifico degli inventari NEO i tratti sono i Cinque Fattori) che sono presenti in tutti gli uomini e che, come un mosaico, vengono a costituire la personalità di ciascun individuo in base alla presenza maggiore o minore di ciascun tratto (Luccio, 2000).
Il NEO-PI-3
Il NEO-PI-3 è una misura di tratti generali di personalità che si sono rivelati utili in contesti clinici, applicativi e di ricerca. Le ricerche condotte a partire dalla pubblicazione del NEO PI-R hanno confermato l’originale interpretazione delle scale e hanno mostrato che i concetti corrispondenti ai tratti rilevati dagli inventari NEO sono applicabili agli adolescenti così come agli adulti e ad individui appartenenti a differenti culture. L’adattamento italiano è stato condotto su un ampio campione di adulti a partire dai diciotto anni di età, sia in condizioni neutre sia in condizioni competitive al fine di ricavare delle norme utili nel contesto delle risorse umane.
La struttura
Il NEO-PI-3 ha una struttura che prevede i Cinque Fattori ma ciascun Fattore è a sua volta strutturato in sei facets. Lo strumento permette, quindi, di individuare in modo preciso le caratteristiche personologiche che si declinano nella persona su un totale di 30 scale.
Nevroticismo (N). Indica quanto la persona ha la tendenza ad essere ansiosa e a sperimentare con facilità vissuti di inadeguatezza, scoraggiamento e insoddisfazione associati a una difficoltà di controllo e gestione di tali vissuti.
- N1 – Ansia. Indica quanto la persona è apprensiva, incline alla preoccupazione, al nervosismo, alla tensione e all’agitazione.
- N2 – Frustrazione. È la tendenza a esperire stati emotivi riconducibili a rabbia e rancore; valuta la propensione a sentire la rabbia.
- N3 – Abbattimento. È la tendenza a esperire stati emotivi di abbattimento, tristezza, senso di solitudine.
- N4 – Imbarazzo. Si tratta della sensazione di sentirsi inadeguati davanti agli altri sperimentando vissuti di imbarazzo e di disagio.
- N5 – Impulsività. Si riferisce alla difficoltà di controllo dei propri desideri irrefrenabili quando c’è la pressione della brama e quindi senso di urgenza.
- N6 – Vulnerabilità. Si tratta della difficoltà di far fronte a situazioni difficili.
Estroversione (E). Indica quanto la persona è socievole e quanta propensione ha a stare in mezzo agli altri in modo presente e interattivo; di solito sono persone che parlano, estroverse, attive e talvolta assertive.
- E1 – Calore. È la tendenza ad essere amichevoli, calorosi, a mostrare affetto e a legarsi alle persone.
- E2 – Socievolezza. Indica la preferenza per i contesti che prevedono il contatto con gli altri, lo stare in compagnia. Sono quelle persone per cui “più siamo e meglio è”.
- E3 – Assertività. Indica la tendenza ad essere persone dominanti e con un forte ascendente sugli altri; sono persone persuasive, energiche e sicure di sé.
- E4 – Attività. Indica la vigorosità, l’energia e il bisogno di essere occupati; si tratta di persone che hanno ritmi di vita veloci.
- E5 – Sensazioni. Si tratta della ricerca attiva di piacere e stimoli positivi che generino sensazioni di piacevolezza e di benessere.
- E6 – Emozioni positive. È la tendenza a sperimentare emozioni positive come la felicità, l’allegria e la gioia e ad esprimersi con modalità come il ridere e il mostrarsi contenti.
Apertura all’esperienza (O). Si riferisce all’apertura al mondo e all’esperienza; quanto la persona è fantasiosa, quanto ha immaginazione, attrazione per l’arte, la musica, l’estetica e il bello in generale; curiosità intellettuale, contatto con il proprio mondo emotivo.
- O1 – Fantasia. Si riferisce all’avere una vita immaginativa ricca e tanta fantasia. È il sognare ad occhi aperti, ma non tanto per estraniarsi dalla realtà; è soprattutto un modo di essere creativi e produrre idee.
- O2 – Estetica. Indica l’apprezzamento e il trovare piacere nel bello e nell’assistere alle espressioni artistiche.
- O3 – Emozioni. Si riferisce al considerare le emozioni e la ricettività ad esse come qualcosa di importante per costruire la propria esperienza e leggere il contesto relazionale in cui ci si muove.
- O4 – Azione. Indica quanta propensione c’è a mettere in atto nuove esperienze andando al di là della routine.
- O5 – Idee. Si tratta della curiosità intellettuale e del desiderio di sperimentarsi provando a proporre idee nuove e spesso non convenzionali.
- O6 – Valori. È l’opposto del dogmatismo, nel senso che indica quanto la persona tende ad essere flessibile sui valori politici, religiosi e sociali.
Amicalità (A). Si tratta di una scala che va sul versante interpersonale come l’Estroversione. Indaga quanto la persona è benevola e ben disposta verso gli altri, anche in termini di aiuto e fiducia che il bene fatto e l’altruismo vengano ripagati.
- A1 – Fiducia. Indica quanto la persona è portata a dare fiducia agli altri credendo nella loro onestà e nelle loro buone intenzioni.
- A2 – Franchezza. Si riferisce all’essere sinceri, franchi, onesti e ingenui.
- A3 – Altruismo. Si riferisce alla propensione ad essere generosi con gli altri dando loro considerazione e mostrando disponibilità ad assisterli in caso di necessità.
- A4 – Disciplina. È la tendenza a evitare i conflitti, a relazionarsi con gli altri in modo mite e bonario con inclinazione a perdonare e a lasciare alle spalle attriti e conflitti.
- A5 – Modestia. Indica quanto la persona si sente umile. Non è sinonimo di sicurezza in se stessi o di autostima.
- A6 – Sensibilità. Questa scala misura l’atteggiamento di simpatia e preoccupazione per gli altri; indica quanto la persona usa le emozioni per relazionarsi con gli altri.
Coscienziosità (C). È la dimensione dell’autocontrollo sia sul versante emotivo, inteso come gestione degli impulsi e dei desideri dirompenti, sia sul versante cognitivo della pianificazione, organizzazione mentale delle proprie attività e comportamenti finalizzati agli obiettivi prefissati.
- C1 – Competenza. Si riferisce a quanto la persona si sente efficace, capace, ragionevole e preparata nel proprio lavoro.
- C2 – Ordine. Indica quanta propensione c’è all’ordine, alla cura del dettaglio, all’auto-organizzazione e alla metodicità.
- C3 – Disciplina. Si riferisce a quanto le persone aderiscono strettamente ai loro principi etici e come interpretano i loro valori morali.
- C4 – Impegno. È una scala che indica quanto la persona si dà degli obiettivi, quanto si impegna per raggiungerli e quanto è diligente e determinata.
- C5 – Autodisciplina. Indica quanto la persona abbia la propensione a iniziare i compiti e portarli avanti fino alla fine malgrado distrazioni e noia.
- C6 – Lucidità di pensiero. È la tendenza a riflettere bene prima di agire, in modo da mettere in atto comportamenti cauti e ponderati.
Applicazioni
Le applicazioni degli inventari NEO sono decisamente numerose; trattandosi di inventari di personalità con una storia internazionale piuttosto lunga alle spalle e fondati su un modello teorico che ha iniziato a diffondersi a partire dagli anni ’30 (la prima ricerca sui tratti di personalità fu sviluppata nel 1936 da Allport e Odbert) sono tanti gli ambiti in cui gli inventari NEO sono stati sperimentali. Oltre al background storico ci sono ovviamente anche le caratteristiche di versatilità di questi strumenti che li rendono applicabili in diversi contesti. Ne riportiamo alcuni nel tentativo di dare un’idea delle possibilità di impiego. In ambito clinico gli inventari NEO hanno trovato ampio utilizzo. Nello specifico del NEO-PI-3 ci sono evidenze empiriche che mettono in evidenza come questo strumento offra informazioni che possono essere utili al clinico su più livelli. Inoltre, i clinici esperti nell’uso degli inventari NEO hanno trovato molti modi di integrare l’informazione ricavata nella pratica psicoterapeutica (Piedmont, 1998; Singer, 2005). Una prima evidenza riguarda il fatto che il NEO-PI-3 aiuti nella comprensione del cliente. La comprensione dello stile emotivo, interpersonale, esperienziale, attitudinale e motivazionale è un requisito molto importante per una terapia efficace. Sebbene il NEO-PI-3 non sia un test finalizzato alla diagnosi, conoscere i tratti di personalità è di grande supporto per tracciare il profilo diagnostico di una persona. Wildiger e Trull (2007) hanno notato che molti disturbi dell’Asse I (come la distimia) rappresentano di fatto disposizioni di tratto a sperimentare particolari umori e che il Nevroticismo può essere collegato a numerosi disturbi dell’Asse I.
I tratti di personalità sono più chiaramente pertinenti alla diagnosi dei disturbi di personalità dell’Asse II e i collegamenti tra il Modello dei Cinque Fattori e i disturbi dell’Asse II sono stati documentati in molti ambiti di ricerca (Costa e Widiger, 2002). Anche in ambito organizzativo ci sono molto evidenze che mettono in relazione i tratti di personalità con il successo lavorativo. Ovviamente in questi casi occorre tenere presente che la personalità è una delle componenti che vengono valutate per predire il successo. In altre parole sarebbe scorretto associare il successo lavorativo alle sole variabili di personalità; ci sono anche altre variabili psicologiche che si devono tenere presenti per una previsione accurata (attitudini, motivazione al successo, orientamento positivo verso di sé e il proprio futuro) oltre, naturalmente, all’esperienza e alle conoscenze. Premesso ciò, gli studi metanalitici (Barrick e Mount, 1991; Hough, Eaton, Dunnette, Kamp e McCloy, 1990; Salgado, 1997; Tett, Jackson e Rothstein, 1991; Vinchur,Schippmann, Sweizer e Roth, 1998) indicano come i Cinque Fattori siano associati alla performance lavorativa e in particolare Barrick e Mount (1991) e Salgado (1997) individuano la Coscienziosità come il miglior predittore del successo professionale negli Stati Uniti mentre De Fruyt e Mervielde (1999), Tokar and Subich (1997), Schneider (1999) and Vinchur et al. (1998) individuano l’Estroversione e la Coscienziosità come variabili capaci di predire il successo in modo particolarmente significativo.
Bibliografia
- Barrick, M. R., Mount, M. K., & Judge, T. A. (2001). Personality and performance at the beginning of the new millennium: What do we know and where do we go next? International Journal of Selection and Assessment, 9, 9-30.
- Costa, P.T. Jr, & Widiger, T.A. (Eds.). (2002). Personality disorders and the Five Factor Model of Personality (2nd Edition). Washington, DC: American Psychological Association.
- De Fruyt, F., & Mervielde, I. (1999). RIASEC types and Big Five traits as predictors of employment status and nature of employment. Personnel Psychology,52, 701-727.
- Hough, L.M., Eaton, N.K., Dunnette, M.D., Kamp, J.D., & McCloy, R.A. (1990). Criterion-related validities of personality constructs and the effect of response distortion on those validities. Journal of Applied Psychology,75, 581-595.
- McCrae, R., & Costa Jr, P.T. (2010). NEOTM Inventories for the NEOTM Personality Inventory-3 (NEOTM-PI-3) NEOTM Five-Factor Inventory-3 (NEOTM-FFI-3) NEOTM Personality Inventory-Revised (NEO PI-RTM). Professional manual. Florida: PAR.
- Piedmont, R.L. (1998). The Revised NEO Personality Inventory: Clinical and research applications. New York, NY: Plenum.
- Salgado, J.F. (1997). The five-factor model of personality and job performance in the European Community. Journal of Applied Psychology, 82, 30-43.
- Tett, R.P., Jackson, D.N. & Rothstein, M. (1991). Personality measures as predictors of job performance: A meta-analytic review. Personnel Psychology, 44, 703-742.
- Singer, J.A. (2005). Personality and psychotherapy: Treating the whole person. New York, NY: Guilford Press.
- Tokar, D.M. & Subich, L.M. (1997). Relative contributions of congruence and personality dimensions to job satisfaction. Journal of Vocational Behaviour, 50, 482-491.
- Vinchur, A.J., Schippmann, J.S., Switzer, F.S. & Roth, P.L. (1998). A meta-analytic review of predictors of job performance for salespeople. Journal of Applied Psychology, 83, 586-597.
- Wildiger, T.A., & Trull, T.J. (2007). Plate tectonic in the classification of personality disorder: Shifting to a dimensional model. American Psychologogist, 62, 71-83.