I nostri test
Il Coping Response Inventory (CRI)
Il Coping Response Inventory (CRI)
Lo sviluppo del CRI da parte di Moos e colleghi (sviluppo che parte dagli anni 70 fino ad arrivare all'ultima versione del 2004) risponde all'esigenza del clinico di avere a disposizione uno strumento in grado di valutare le modalità di fronteggiamento (o coping), da parte del paziente, di un evento stressante. Questo tipo di evento infatti spesso riveste un ruolo cruciale nell'insorgenza o mantenimento di diversi disturbi psicologici.
La scarsa disponibilità di strumenti sviluppati o tradotti in italiano per questo scopo, soprattutto rivolti all'età evolutiva, ha guidato la scelta di adattare il lavoro di Moos alla popolazione del nostro Paese.
I punti di forza del CRI sono soprattutto tre:
- la doppia versione per giovani e adulti, che ne permette un'ampia applicazione;
- la struttura multidimensionale, in grado di individuare 8 tipologie di stili di fronteggiamento;
- l'inclusione di una serie di item volti ad indagare le idee del paziente riguardo all'evento stressante che si è trovato a fronteggiare.
Le due versioni
Pur mantenendo una identica struttura, il CRI è disponibile in due versioni: il Coping Responses Inventory – Adult Form è adatto per valutare individui dai 18 anni in su, mentre Il Coping Responses Inventory – Youth Form, concettualmente paragonabile al CRI-Adult, può essere utilizzato con giovani dai 12 ai 18 anni.
Il CRI-Adult form può essere utilizzato con adulti sani, con pazienti con patologie organiche e psichiatrici, e con coloro che fanno abuso di sostanze.
Il CRI-Youth adatta il lessico e le situazioni al vissuto dei ragazzi senza alterare il significato delle domande in relazione alle strategie di coping. Può essere utilizzato con adolescenti sani, con coloro che hanno problemi psicologici, emozionali o comportamentali e con pazienti con patologie organiche.
Entrambe le versioni possono essere somministrate come inventario self report o come un’intervista strutturata.
La struttura multidimensionale
Le risposte di fronteggiamento agli eventi stressanti sono state classificate in due principali domini concettuali: Approccio al problema vs Evitamento dello stesso e delle emozioni negative collegate, e Strategie cognitive vs Strategie comportamentali. In generale, le strategie che prevedono l'approccio al problema sono focalizzate sul problema stesso e sulle sue caratteristiche, e riguardano gli sforzi cognitivi e/o comportamentali per padroneggiare o individuare una soluzione per il problema. Al contrario, le strategie di coping basate sull’evitamento si focalizzano sulle emozioni e riguardano gli sforzi cognitivi e/o comportamentali volti ad evitare di le emozioni negative legate al problema.
Il CRI combina questi quattro tipi di strategie in otto risposte di coping:
- Strategie cognitive di approccio: Ragionamento Logico, che riflette i tentativi cognitivi di comprendere e prepararsi mentalmente al fattore stressante e alle sue conseguenze; Rivalutazione Positiva, cheriflette gli sforzi cognitivi di considerare un problema in modo positivo continuando comunque ad accettare la situazione.
- Strategie comportamentali di approccio: Ricerca di Guida e Sostegno, che riguarda gli sforzi comportamentali per ricercare informazioni, indicazioni e supporto da parte di altre persone significative; Problem Solving, che riguarda i tentativi volti ad intraprendere delle azioni concrete orientate alla risoluzione del problema.
- Strategie cognitive di evitamento: Evitamento Cognitivo che si riferisce agli sforzi cognitivi volti ad evitare di pensare in modo realistico al problema e alle sue conseguenze; Accettazione o Rassegnazione, che si riferisce agli sforzi cognitivi di reagire al problema semplicemente accettando le cose come sono.
- Strategie comportamentali di evitamento: Ricerca di Gratificazioni Alternative che riguarda i comportamentali volti ad impegnarsi in attività sostitutive o ricreative, e di creare nuove fonti di soddisfazione; Sfogo Emozionale che riguarda i comportamenti orientati a ridurre la tensione emozionale esprimendo i sentimenti negativi.
La valutazione dello stressor
La prima parte del questionario è costituita da 10 domande che riguardano la valutazione soggettiva, da parte del paziente, del fattore di stress. Viene infatti richiesto di individuare un evento problematico o una situazione negativa affrontati recentemente. Vengono quindi indagate le idee relative a questo evento, come il fatto che l'evento sia stato causato dal paziente stesso oppure da altri fattori (persone o circostanze), se il paziente sapeva che l'evento sarebbe accaduto, se era già accaduto in precedenza e se ritiene di avere avuto la possibilità di prepararsi, se l'ha considerato una sfida o una minaccia, e come valuta l'eventuale risoluzione del problema. Le risposte a queste domande non rientrano nel computo dei punteggi relativi alle 8 strategie di coping, ma forniscono importanti informazioni qualitative relativamente a come l’individuo percepisce lo stress. Tali informazioni possono essere cruciali in ambito clinico perché completano e chiariscono l'aderenza a determinate strategie individuate nella seconda parte del questionario, dato che riguardano la relazione tra la valutazione del fattore stressante e le risposte di coping. Per esempio gli individui che interpretano un evento stressante come una sfida sono più propensi ad affrontarla attivamente.
Validazione italiana
CRI- Adult form
Hanno preso parte allo studio di validazione 1073 partecipanti tratti dalla popolazione generale del Nord, Centro e Sud Italia, suddivisi in 444 maschi (41.4%) e 629 femmine (58.6%), di età compresa tra i 18 e i 91 anni (M =37.28; DS = 15.21).
I fattori stressanti a cui i partecipanti hanno fatto riferimento rispondendo alle domande del CRI Adult riguardano problemi di lavoro/economici/studio (N = 367; 34.7%), relazionali/amicali (N =341; 32.2%), salute (N = 193; 18.2%), lutti/traumi (N = 126; 11.9%) e altro (N = 32; 3.0%).
Oltre al CRI i partecipanti hanno compilato il Coping Orientation to Problem Experienced-Nuova Versione Italiana (COPE-NVI) per il calcolo della validità convergente, il Beck Depression Inventory – Second Edition (BDI-II) e il Beck Anxiety Inventory (BAI) per il calcolo della validità divergente.
I valori di coerenza interna emersi collocano le scale ad un livello di affidabilità da accettabile a discreto, risultato prevedibile dato il ridotto numero item (6) in ogni scala.
Le intercorrelazioni fra le scale evidenziano, come atteso, una maggiore correlazione tra le scale di approccio al coping sia comportamentale sia cognitivo, e tra le scale di evitamento al coping.
Non è stata riscontrata alcuna correlazione di rilievo tra le variabili età e anni di scolarità e i punteggi delle scale del CRI-Adult ottenuti dai partecipanti, né differenze di genere rilevanti. Pertanto si è ritenuto opportuno calcolare i dati normativi sul campione totale.
Per quanto riguarda la validità convergente, sono emerse coerenti correlazioni tra le scale che misurano costrutti analoghi nel CRI e nel COPE.
Rispetto alla validità divergente si sono riscontrate correlazioni solo tra le scale Evitamento Cognitivo e Sfogo Emozionale e i punteggi al BAI e al BDI-II, che indicano che a un uso più frequente di strategie di coping di evitamento si associa maggiore presenza di sintomatologia ansiosa e depressiva, come previsto in letteratura.
Dalle correlazioni test-retest è emerso che le scale del CRI-Adult presentano valori da buoni a ottimi di stabilità temporale a distanza di un mese.
CRI-Youth form
Hanno preso parte allo studio di validazione 649 studenti di scuole secondarie di primo e secondo grado provenienti da diverse città italiane del Nord, Centro e Sud Italia. Il campione è risultato composto nel 51% da maschi e nel 49% da femmine, di età compresa tra i 12 ai 18 anni (M =14.30; DS = 1.58).
I fattori stressanti riportati dai partecipanti riguardano problemi di studio (N = 175; 29.1%), relazionali/amicali (N = 162; 27%), familiari (N =145; 24.1%), di salute (N = 53; 8.8%), di perdita di una persona cara (N = 41; 6.8%) e altro (N = 25; 4.2%).
Per il CRI-Youth non è stata calcolata la validità convergente poiché, a conoscenza dei curatori dell’adattamento italiano, non sono disponibili nella nostra lingua strumenti self-report volti ad indagare le strategie di coping nella popolazione adolescente.
I valori relativi alla coerenza interna si collocano ad un livello di affidabilità da accettabile a discreto, risultato atteso a causa del ridotto numero di item che costituisce le diverse scale (6 item per ogni scala).
Le intercorrelazioni tra le scale del CRI-Youth hanno mostrato, come atteso, correlazioni robuste tra le scale che misurano lo stesso costrutto (approccio o evitamento). L’unica scala che ha evidenziato un andamento non previsto è la scala che misura lo Sfogo Emozionale, risultata correlata sia con un’altra scala di evitamento (Evitamento Cognitivo), sia con due scale di approccio (Ragionamento Logico e Ricerca di Guida e Sostegno). Questo risultato può essere spiegato dal fatto che gli adolescenti tendono ad avere maggiore labilità emozionale e ad esprimerla in modo maggiore. Sia nella versione italiana sia in quella originale queste correlazioni inattese tendono ad essere maggiori nei partecipanti di genere maschile.
Non è stata riscontrata alcuna correlazione di rilievo tra le variabili età e anni di scolarità e i punteggi delle scale del CRI-Youth ottenuti dai partecipanti, né differenze di genere rilevanti, pertanto si è ritenuto opportuno calcolare i dati normativi sul campione totale.
Esempio di utilizzo del CRI-Youth Form: un caso clinico
A titolo esemplificativo riportiamo l’esito della somministrazione del CRI-Y ad un ragazzo sottoposto a valutazione in seguito al verificarsi di un grave lutto.
Marco è un ragazzo di 15 anni in cui padre è morto suicida. La madre ha chiesto una consulenza psicologica per il figlio, in quanto il ragazzo è andato incontro a un progressivo ritiro sociale e chiusura in se stesso. Spesso il ragazzo lamenta di sentirsi stanco e di non sentirsela di uscire e vedere gli amici che prima del tragico evento frequentava assiduamente. Anche il rendimento scolastico ha subito un drastico calo e Marco rischia di dover ripetere l’anno.
Il padre era direttore amministrativo di una cooperativa che era andata incontro a grosse difficoltà dopo l’intervento della magistratura per un’indagine giudiziaria. Il suicidio è stato commesso gettandosi dalla finestra del quarto piano, nell’edificio dove aveva sede la cooperativa in cui lavorava. Il ragazzo viene sottoposto a valutazione psicologica a distanza di nove mesi dalla morte del padre.
La madre sospetta che il figlio abbia iniziato a fumare cannabis in quanto ogni tanto sente un odore diverso dal normale fumo di sigarette. Frequentemente passa gran parte del pomeriggio chiuso nella sua camera con la musica ad alto volume. Quando la madre cerca di parlare con il figlio, questi si chiude in un mutismo e se la madre insiste per comunicare con lui, Marco ha scatti di collera, alza la voce e va a chiudersi nella sua camera. Sembra che il ragazzo passi molte ore al giorno al computer facendo videogiochi on line e chattando con altri giocatori.
Nel corso del colloquio clinico il ragazzo risponde alle domande con frasi molto brevi, ha un’espressione del viso che denota un notevole grado di sofferenza e sembra infastidito per essere stato portato dallo psicologo. Accetta comunque di compilare il CRI-Youth.
Dai 10 item della prima parte, riguardanti la valutazione del fattore di stress, risulta che il ragazzo non aveva mai affrontato un evento simile e si è trovato del tutto impreparato. Ha vissuto l’evento come una minaccia piuttosto che come una sfida e il problema per lui non è stato ancora risolto. Per quanto riguarda le strategie di coping, risulta che fa affidamento su modalità di coping basate sull’evitamento. In base al profilo di coping, il ragazzo si affida prevalentemente alla Ricerca di Gratificazioni Alternative e all’ Accettazione o Rassegnazione. È risultato un punteggio sotto la media in tutte le strategie di approccio al problema, in particolare è risultato molto scarso nel Problem Solving. Coerentemente con questo profilo, il ragazzo riporta chiari segni di depressione confermati dal colloquio clinico e dalla somministrazione di un’apposita scala di valutazione dell’umore.
Questi risultati orientano il lavoro terapeutico, oltre al trattamento degli aspetti depressivi, all'acquisizione e utilizzo di abilità di problem solving, e allo sviluppo di abilità di fronteggiamento riguardanti un approccio attivo al problema. Il ragazzo può infatti trarre giovamento dall'affiancare nuove abilità a quelle già presenti, che possono essere comunque accettabili, perlomeno in alcuni frangenti, dato che lo stressor (morte di una persona cara) non è direttamente risolvibile.