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Il Collaborative Model for Promoting Competence and Success for Student with ASD
Il Collaborative Model for Promoting Competence and Success for Student with ASD
Il Collaborative Model for Promoting Competence and Success for Student with ASD (COMPASS), dei colleghi Lisa Ruble, Nancy Dalrymple e John McGrew (2012), è un modello di consulenza basato sull’evidenza scientifica e sul monitoraggio rigoroso finalizzato alla promozione delle competenze di studenti con Disturbi dello Spettro Autistico (ASD), che prevede il coinvolgimento attivo di insegnanti e genitori nella definizione delle abilità da insegnare. Il modello, di cui a breve sarà pubblicata la traduzione italiana, consente di poter analizzare tutte le fasi procedurali per lavorare in ambito scolastico con bambini e adolescenti con Disturbo dello spettro autistico.
Chi lavora nei contesti scolastici è consapevole delle innumerevoli difficoltà che spesso si possono incontrare: la difficoltà da parte degli insegnanti di sostegno di possedere strumenti di lavoro per la programmazione individuale degli studenti con ASD; la difficoltà nel definire obiettivi di insegnamento che siano specifici, misurabili relativi alle aree compromesse; la difficoltà di monitorare in modo accurato gli obiettivi di insegnamento.
Il manuale cerca di offrire a tutti gli operatori del settore uno strumento che possa essere utile e prezioso per conoscere tutte le fasi di lavoro che rendono la programmazione educativa di ogni studente con ASD personalizzata e “ragionata”, partendo da un’analisi dei fattori di rischio e di protezione specifici legati ad ogni obiettivo di insegnamento. Prende le mosse da assunti che sono alla base di tutti i modelli basati sull’evidenza scientifica, che possono essere così sintetizzati:
- gli studenti dovrebbero ricevere l’intervento in età precoce; l’intervento dovrebbe essere individualizzato per l’alunno e la famiglia;
- il trattamento dovrebbe essere sistematico e pianificato e includere il monitoraggio periodico dei progressi e degli obiettivi;
- lo studente dovrebbe essere impegnato in attività di insegnamento che favoriscano l’iniziativa e l’adattamento alle transizioni;
- i programmi di intervento dovrebbero incoraggiare il coinvolgimento delle famiglie e la generalizzazione delle competenze apprese ad altri contesti.
Il modello di consulenza COMPASS racchiude in sé tutti questi elementi. Può essere considerato un modello di trattamento globale per il Disturbo dello Spettro Autistico da utilizzare in ambito scolastico ed è personalizzato perché tiene conto dell’ambiente dello studente per promuovere la collaborazione tra personale scolastico e genitori o caregiver, nella programmazione degli obiettivi di insegnamento.
La sperimentazione del modello in Italia ci conduce ad una serie di riflessioni importanti su alcuni temi: la formazione, in termini di conoscenza dei contenuti e dei processi; la necessità di riflessione sui Programmi Educativi Individualizzati (PEI); la necessità che ogni programma di intervento si basi sull’evidenza scientifica dopo un’attenta valutazione dei fattori di rischio e di protezione; il monitoraggio degli obiettivi.
Il modello presentato nel volume cerca di aiutare le persone a diventare bravi counselor nei contesti educativi e nel lavoro con ragazzi con autismo. È un modello che prevede una fase di consulenza iniziale e quattro sessioni di coaching. I termini counselor e coach non possono prescindere da una formazione specifica sull’autismo. Chi lavora in questo ambito sa benissimo che non basta avere un titolo di counselor o coach per lavorare con persone con autismo. Nonostante il manuale preveda una fase di autovalutazione delle proprie conoscenze sui contenuti della disabilità in generale e sui Disturbi dello Spettro Autistico in particolare, è importante che ci sia una formazione specifica conseguita con corsi di perfezionamento e master di I e II livello sui Disturbi dello Spettro Autistico. Si tratta di avere delle conoscenze e di trasferire le abilità ad insegnanti e operatori che seguiranno il programma di insegnamento di ogni singolo studente. Siamo meno fortunati rispetto ad altri Paesi che prevedono la possibilità di poter reperire contenuti on line e unità video sui diversi metodi di insegnamento basati sull’evidenza scientifica (così come riportati anche nel testo). Il manuale cerca di colmare questa lacuna offrendo strumenti utili per poter redigere un Piano Educativo Individualizzato (PEI) per studenti con ASD e descrive in modo accurato, con la presenza anche di schede ed esempi, le fasi intermedie che indicano come verrà misurato il progresso nel raggiungimento di ogni obiettivo, come saranno identificati i comportamenti specifici da eseguire e i criteri per il conseguimento, le procedure di valutazione/misurazione e i tempi di misurazione dei progressi.
Ci sono due fasi iniziali del Piano d’Azione della consulenza COMPASS: la prima finalizzata alla raccolta delle informazioni attuali sullo studente che vede coinvolti gli insegnanti di sostegno e i genitori; la seconda, che prevede che le informazioni raccolte siano condivise fornendo a tutti i partecipanti una comprensione comune delle sfide personali e ambientali dello studente e i supporti personali e ambientali in relazione agli obiettivi di insegnamento. Nella prima fase di valutazione, il modello prevede l’utilizzo di schede che possono essere utilizzate da insegnanti e genitori per analizzare le capacità di adattamento, i comportamenti problematici, le abilità sociali e ludiche, le abilità comunicative, le sfide sensoriali, i supporti sensoriali, le abilità d’apprendimento, sfide e supporti ambientali e per elencare le preoccupazioni che interferiscono con il successo dello studente. I moduli compilati dalle singole figure consentono di ottenere un successivo profilo di sintesi al fine di poter declinare, in una successiva fase, gli obiettivi di insegnamento che sono ritenuti prioritari sia dagli insegnanti che dai genitori.
Nella sperimentazione condotta nel contesto italiano, che ha visto coinvolte diverse scuole secondarie di II grado, le informazioni raccolte con gli strumenti presenti nel manuale, sono state integrate con quelle ottenute con gli strumenti standardizzati: la WISC-IV o la Leiter-R per la valutazione del funzionamento cognitivo; la Social Responsiveness Scale per la valutazione della responsività sociale; la Vineland Adaptive Behaviour Scale (VABS) per la valutazione del funzionamento adattivo e il Teacch Transition Assessment Profile (TTAP) per la valutazione delle abilità. Nella fase iniziale di valutazione sono state osservate anche le interazioni sociali degli studenti con ASD durante le attività ricreative con l’utilizzo della Behavior Coding Scheme for Children with ASD (adattamento italiano di Laghi et al., 2014). Sebbene questa fase di valutazione con strumenti standardizzati non sia prevista nel modello (anche se consigliata), è stata molto apprezzata da genitori e da insegnanti di sostegno, perché ha consentito al gruppo di lavoro di avere una conoscenza approfondita dei punti di forza e di criticità dello studente nelle diverse aree prima della definizione degli obiettivi di insegnamento relativi alle abilità socio-comunicative, sociali e di apprendimento. Dopo aver discusso la relazione tra ogni obiettivo e le sfide personali i supporti che ostacoleranno o faciliteranno l’apprendimento, la fase successiva, descritta in modo accurato nel manuale, è dedicata alle tecniche che possono essere utilizzate per l’insegnamento, ai materiali che sarà necessario usare o creare, al chi, dove, e quando sarà fornita l’istruzione, e come saranno raccolti i dati.
Gli obiettivi di insegnamento sono declinati secondo criteri standard che permettono di poterne verificare anche l’andamento nel corso del tempo. Il tema del monitoraggio è approfondito nel manuale con la presenza di schede di fedeltà rispetto al trattamento e di scale di valutazione del raggiungimento degli obiettivi che rappresentano strumenti importanti allo scopo di verificare se si sta procedendo in modo corretto oppure no.
Penso che il manuale possa essere uno strumento molto utile per coloro che lavorano in ambito scolastico, per coloro che vogliono trasferire abilità (dopo averle apprese) e per tutti coloro che si occupano di autismo. Permette di adottare un linguaggio comune e condiviso, basato sull’utilizzo di metodologie e tecniche evidence-based.