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numero 68 - giugno 2019

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Il Cattell's Fluid Intelligence Test, Scale 2 (CFT 20-R)

Il Cattell's Fluid Intelligence Test, Scale 2 (CFT 20-R)

La misura dell’intelligenza

La misura dell’intelligenza risale agli inizi del ‘900, quando Binet costruì la prima scala per valutare il livello intellettivo delle persone, in particolare dei bambini, dato che all’epoca il governo francese aveva imposto l’istruzione obbligatoria (Binet e Simon, 1905). Sebbene i test d’intelligenza agli inizi fossero nati per uno scopo prevalentemente pragmatico, tuttavia fin da subito si cercò di trovare un modo di usarli anche per studiare l’intelligenza. Nello stesso periodo in cui operava Binet, Spearman (1904) propose un modello di analisi matematica dei dati (l’analisi fattoriale) che permettesse di usare i punteggi dei test cognitivi per ottenere informazioni sull’intelligenza. Il modello di Spearman venne definito modello “a due fattori” perchè ipotizzava che la capacità dei soggetti di risolvere un test o una prova di abilità cognitiva dipendesse da due fattori, uno specifico (detto fattore s) , necessario per risolvere il problema specifico, ed uno generale (detto fattore g), necessario per risolvere tutti i test cognitivi. Da allora l’intelligenza viene legata al fattore g, ossia al fattore che è alla base di tutte le abilità cognitive più o meno generali. Nonostante siano stati proposti modelli o teorie dell’intelligenza alternativi, come il modello triarchico di Sternberg (Sternberg, 1988) o il modello delle intelligenze multiple di Gardner (Gardner, 2000), alla fine, soprattutto in ambito psicometrico, si è convenuto di stabilire che l’intelligenza è una caratteristica unica degli esseri umani e degli animali che ha lo scopo primario di consentire loro di affrontare tutte le situazioni problematiche ed imprevedibili che possono capitare nell’ambito della vita quotidiana. Secondo Carroll (1993), l’intelligenza si articolerebbe in tre strati, in cui il primo strato è composto da capacità cognitive specifiche legate al problema o alla prova da risolvere; il secondo strato è costituito da competenze o abilità più ampie che permettono di risolvere problemi in determinati contesti, tipo la capacità visuo-percettiva, la capacità di comprensione verbale, le abilità psicomotorie, ecc.; infine, il terzo strato include il fattore g o generico dell’intelligenza che è collegato a tutte le abilità cognitive generali o specifiche. Dal punto di vista neurologico, l’intelligenza sembra sia legata all’efficienza con cui i segnali nervosi vengono trasmessi attraverso le aree cerebrali, più che alla quantità di materia grigia o alla dimensione delle aree cerebrali (Deary, Penke e Johnson, 2010). Quindi l’intelligenza sarebbe data dal livello di efficienza dei neuroni nell’elaborazione dei segnali nervosi.

Storia ed evoluzione del CFT 20-R

Il Cattell's Fluid Intelligence Test (CFT 20-R) ha una lunga storia alle spalle, trattandosi dell'evoluzione del Culture Fair Test (CFT) messo a punto da Raymond B. Cattell. Cattell, assieme ad Horn, aveva ipotizzato l’esistenza di un’intelligenza “fluida” ed un’intelligenza “cristallizzata” (Cattell, 1963; Horn e Cattell, 1966). La prima serve a risolvere problemi in situazioni nuove, in contesti per cui le esperienze o le conoscenze accumulate in passato non possono risultare di nessun aiuto, mentre la seconda serve per risolvere problemi in cui le conoscenze passate possono fornire qualche aiuto. L’intelligenza fluida e l’intelligenza cristallizzata venivano considerate da Cattell come sottocomponenti del fattore g ed anche nel modello di Carroll vengono considerate come forme allargate di abilità cognitiva (perciò il modello a tre strati di Carroll è detto anche modello di Carroll-Horn-Cattell o CHC). Solitamente, i test cognitivi usati per valutare l’intelligenza cristallizzata erano composti da materiale verbale (es., chiedere il significato di una parola), mentre quelli usati per valutare l’intelligenza fluida erano composti da figure o disegni (es., trovare la parte mancante di un oggetto).
Cattell pensò di elaborare un test d’intelligenza culture-fair, ossia non influenzato dai fattori culturali o dal tipo di educazione specifico ricevuto dal soggetto già negli anni ‘20. Tuttavia, la prima versione stabile del test, inteso come strumento per misurare prevalentemente l’intelligenza fluida, comparve nel 1949. In questa prima versione erano già incluse delle sottodimensioni relative al fattore fluido di intelligenza, quali prove di completamento di serie, prove di classificazione, completamento di matrici e prove di collocazione spaziale (Cattell, 1949). Nel 1961 venne effettuata una prima revisione del test, aggiornando il livello di difficoltà degli item e modificando l’ordine di presentazione di alcuni item. Inoltre, il test venne somministrato ad un campione più ampio e rappresentativo della popolazione nord americana. Il test presentava  una forma A ed una forma B, ognuna composta da 4 sottoscale. Le forme A e B potevano essere somministrate separatamente o in combinazione l’una con l’altra. Era previsto un punteggio di quoziente intellettivo (QI) per ciascuna forma ed un punteggio di QI globale, per entrambe le forme. Il test veniva utilizzato prevalentemente o per misurare l’intelligenza nei bambini tra i 4 e gli 8 anni oppure nei soggetti affetti da ritardo mentale.
In Europa il CFT venne adottato in Gran Bretagna (Cattell e Weiss, 2019) ed in Germania, In Germania, soprattutto, il CFT trovò grande popolarità in quanto poteva essere usato per misurare l’intelligenza in bambini con disturbi specifici di apprendimento. Negli anni ’70 il CFT venne adattato alla popolazione tedesca (Weiss, 1972). L’adattamento prevedeva varie fasi (Weiss, 1987) per cui si giunse alla realizzazione di diverse forme del CFT (CFT-2, CFT-3, CFT-20). Nel 2003 Weiss eseguì una revisione degli item del test giungendo così al CFT-20-R (Weiss, 2007). Nel 2019 venne pubblicata la versione italiana della CFT-20-R (Weiss, 2019).

Struttura del CFT 20-R, somministrazione, validità ed attendibilità

Il CFT 20-R è un test composto da 4 subtest: il subtest Serie, il subtest Classificazione, il subtest  Matrici ed il subtest Analogie. Il subtest Serie è composto da una serie di figure di cui l’ultima mancante ed il soggetto deve scegliere tra alcune figure alternative quale inserire per completare la serie; nel subtest Classificazione il soggetto deve individuare la figura estranea all’interno di un gruppo di figure; nel subtest Matrici il soggetto deve individuare, tra una serie di figure, quella che completa la matrice in cui una parte è mancante; nel subtest Analogie il soggetto deve individuare la figura in cui poter inserire il punto secondo le stesse modalità della figura di riferimento. I quattro subtest compongono sia la parte 1 che la parte 2 del CFT. La parte 1 consiste di 56 item, la parte 2 di 45 item. La parte 1 è usata per la somministrazione del test nella forma breve, mentre la parte 1 a la parte 2 sono usate per la somministrazione del test nella forma completa. Esistono poi tabelle di conversione dei punteggi grezzi nei punteggi standardizzati specifiche per la parte 1 e per la parte 2 e tabelle per i punteggi grezzi ottenuti in entrambe le due parti del test. La somministrazione del test completo richiede all’incirca 60 minuti. Il test può essere somministrato sia individualmente che collettivamente.
I punteggi grezzi del CFT vengono, poi, trasformati in punteggi di QI con media 100 e deviazione standard 15. Sono previsti punteggi di QI per i punteggi grezzi ottenuti nella parte 1, per i punteggi grezzi ottenuti nella parte 2 e per i punteggi grezzi ottenuti in combinazione con la parte 1 e la parte 2. Per Il CFT è prevista anche il calcolo dei punteggi grezzi ottenuti dai soggetti entro un determinato periodo di tempo. Questi tempi vanno da un periodo minimo ad uno massimo. È possibile estendere ulteriormente la durata temporale del test. In tal caso, si possono consultare le tabelle di conversione per i punteggi ottenuti con la somministrazione senza limiti di tempo. Per la parte 1 il tempo minimo è di 4 minuti ed il tempo massimo è di 5 minuti. Per la parte 2 il tempo minimo e massimo sono entrambi di 3 minuti. Solitamente conviene somministrare il CFT con periodo di tempo limitato, per ridurre i tempi di somministrazione. L’estensione della durata temporale conviene nei casi in cui i soggetti manifestano problemi di ansia, oppure hanno particolari problemi a mantenere la concentrazione.
Per quanto riguarda la taratura italiana (Weiss, 2019), la CFT 20-R è stata somministrata ad un campione italiano composto da 550 soggetti (50% maschi) di età compresa tra gli 8 ed i 19 anni. L’attendibilità del test è buona (r = 0,87) ed è stata evidenziata una buona correlazione positiva tra i punteggi del CFT ed i punteggi di QI della WISC-IV (r = 0,69). Pertanto il test CFT 20-R si dimostra  essere un test valido ed attendibile per la misura dell’intelligenza non verbale.

Ambiti di applicazione del CFT 20-R

Essendo il CFT-20-R un test di intelligenza non verbale, il suo ambito di applicazione è idoneo in tutti quei casi in cui le competenze verbali possono influire sul rendimento del soggetto nelle prove cognitive. Il test è indicato per misurare l’intelligenza indipendentemente dalla fluenza verbale, dal clima culturale e dal livello educativo del soggetto. Quindi il CFT 20-R è particolarmente adatto a misurare l’intelligenza nei bambini o ragazzi affetti da disturbi specifici di apprendimento ed, in particolare, da dislessia (Heine, Gebhard, Schwab, Neumann, Gorges e  Wild, 2018). Le ricerche degli autori tedeschi hanno trovato un certo effetto della discalculia sul rendimento nella CFT, nel senso che i soggetti affetti da discalculia hanno un basso rendimento alle prove del CFT (Weiss, 2007). Però i soggetti con dislessia non soffrono di alcun svantaggio nell’esecuzione del test. Il CFT risulta utile anche per misurare l’intelligenza in soggetti di madrelingua non italiana od in soggetti con basso livello di scolarità.
Sebbene l’ambito di applicazione di applicazione prevalente del CFT sia in ambito scolastico o in soggetti la cui età va dall’infanzia alla tarda adolescenza, il test può essere usato anche in soggetti di età adulti. Esistono evidenze dell’uso del CFT in soggetti anziani affetti da Alzheimer o da altri tipi di demenze senili (Baltes e  Kühl, 1992). Il CFT 20-R può trovare applicazione anche nell’ambito della selezione del personale, essendo un test pratico e veloce nella somministrazione e consentendo, soprattutto, una somministrazione di gruppo. Esistono anche versioni al computer del CFT (non in italiano). Infine, il CFT 20-R è usato anche nell’ambito della ricerca, soprattutto nelle ricerche sull’intelligenza fluida effettuate in contesti cross-culturali (Nenty e Dinero, 1981).
Pertanto, il CFT-20-R è un test che presenta ampie possibilità d’uso, sia in ambito psicodiagnostico e clinico sia in ambito di selezione e di ricerca. Inoltre, il quadro di riferimento psicometrico del test è il modello CHC dell’intelligenza che, attualmente, è il quadro che ha ottenuto le maggiori conferme dal punto di vista empirico.

Bibliografia

  • Baltes, M. M., & Kühl, K. P. (1992). Testing for limits of cognitive reserve capacity: A promising strategy for early diagnosis of dementia?. Journal of gerontology, 47, 165-167.
  • Binet, A., & Simon, T. (1905). New methods for the diagnosis of the intellectual level of subnormals. L’annee Psychologique, 12, 191-244.
  • Cattell, R. (1949). Culture Free Intelligence Test, Scale 1, Handbook. Champaign, IL: Institute of Personality and Ability Testing.
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  • Carroll, J. B. (1993). Human cognitive abilities: A survey of factor-analytic studies. Cambridge University Press.
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  • Deary, I. J., Penke, L., & Johnson, W. (2010). The neuroscience of human intelligence differences. Nature reviews neuroscience, 11, 201-211.
  • Gardner, H. E. (2000). Intelligence reframed: Multiple intelligences for the 21st century. Hachette UK.
  • Heine, J. H., Gebhard, M., Schwab, S., Neumann, P., Gorges, J., & Wild, E. (2018). Testing psychometric properties of the CFT 1-R for students with special educational needs. Psychological Test and Assessment Modeling, 60, 3-27.
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  • Nenty, H. J., & Dinero, T. E. (1981). A cross-cultural analysis of the fairness of the Cattell Culture Fair Intelligence Test using the Rasch model. Applied Psychological Measurement, 5, 355-368.
  • Spearman, C. (1904). " General Intelligence," objectively determined and measured. The American Journal of Psychology, 15, 201-292.
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  • Weiss, R.H. (1972). Grundintelligenztest, Skala 2, CFT 2. Handanweisung für Durchführung, Auswertung und Interpretation. Braunschweig: Westermann/Göttingen: Hogrefe.
  • Weiss, R.H. (1987). Wortschatz (WS) und Zahlenfolgentest (ZF). Ergänzungstests zum Grundintelligenztest CFT 20. Göttingen: Hogrefe.
  • Weiss, R. H. (2007). Grundintelligenztest Skala 2-Revision (CFT 20-R): mit Wortschatztest und Zahlenfolgentest-Revision (WS/ZF-R). Hogrefe.
  • Weiss, R. H. (2019). Cattell’s Fluid Intelligence Test, Scala 2. Firenze: Hoegrefe.