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numero 96 - aprile 2022

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Il caso di Massimiliano

Il caso di Massimiliano

Massimiliano è un ragazzo di 18 anni e frequenta l’ultimo anno di liceo scientifico.
I suoi genitori lavorano come liberi professionisti e la sorella di 14 anni frequenta il primo anno di liceo linguistico. Il resto della famiglia, tra cui i fratelli e le sorelle dei genitori, vivono in varie regioni e le festività rappresentano l’unica occasione per incontrarsi. A suo dire, i cugini sono troppo piccoli per instaurare un qualche rapporto. I nonni materni sono in vita, mentre quelli paterni sono deceduti da diversi anni. In famiglia sono tutti in buona salute sia fisica, sia psichica.
Durante la ricostruzione della sua storia, Massimiliano ricorda di aver avuto il morbillo ed esclude altre problematiche o patologie. Gioca a pallanuoto da una decina di anni che descrive come uno sport che lo coinvolge molto.
Ha diversi amici “alcuni più stretti, due sono compagni delle elementari e uno delle medie, comunque sono una decina quelli con cui mi frequento” in un bar famoso della sua zona scelto come punto di ritrovo.
Racconta che a 15 anni ha iniziato a bere “qualche birretta” e a fare occasionalmente uso di cannabis. Nel tempo quest’ ultima abitudine vissuta sempre in compagnia dei suoi amici e “mai da solo” è diventata sempre più assidua, fino a divenire “ una costante” quandoincontra i suoi amici.
È legato sentimentalmente ad una ragazza “è iniziato in terzo liceo, non stavamo nella stessa classe ma nella stessa scuola, la vedevo sempre nei corridoi e fuori scuola: abbiamo cominciato a parlare, poi ci siamo visti più spesso e dopo un paio di mesi è iniziata la storia […] io non vado a casa sua ma lei viene a casa mia e qualche volta rimane anche a dormire (?) si i suoi genitori sanno che esisto, ma la sua è una famiglia un po’ complicata, non c’è una frequentazione […]”. Il ragazzo lamenta un calo del desiderio sessuale nell’ultimo periodo.

Il primo episodio del malessere risale alla fine delle vacanze di Natale dell’anno precedente alla valutazione, quando durante la notte prima del rientro a scuola è rimasto sveglio tutta la notte con un grande senso di angoscia. Racconta che era disturbato dal pensiero ricorrente che non ci potesse essere un vero futuro, che niente avesse senso, e che gli amici che aveva non erano proprio amici e ci si incontrava solo per “farsi le canne”. A partire da questa considerazione e dal fatto che percepiva i pensieri come disturbanti, smette immediatamente di fare uso di cannabis. Nonostante la scarsa motivazione, la mattina seguente va comunque a scuola.
Alcuni giorni dopo decide di raccontare ai genitori la sua inquietudine e il flusso dei pensieri sempre presente, i quali allarmati lo portano al pronto soccorso dove gli somministrano un ansiolitico. Il farmaco non sortisce alcun effetto e Massimiliano si sente sempre più agitato e preoccupato di tutto. Il ragazzo comincia a chiudersi, le attività quotidiane perdono d’interesse, come anche la sua grande passione “andare allo stadio” da sempre fonte di grande entusiasmo e soddisfazione.
I genitori, su suggerimento di amici, lo portano da uno psicoterapeuta che dopo i primi colloqui decide di inviarlo ad uno psichiatra che si occupa di adolescenti, il quale decide di modificare la terapia farmacologica aggiungendo un farmaco più incisivo, nello specifico un antiepilettico-anticonvulsivante ampiamente utilizzato anche contro il disturbo d'ansia generalizzato.
Nel giro di qualche mese il ragazzo si sente meglio e inizia a percepire un aumento del tono dell’umore che descrive “come una fase di eccitamento”. Nel frattempo, continua ad andare in psicoterapia, e all’inizio dell’estate interrompe la terapia farmacologica e trascorre, a suo dire, un’estate tranquilla. I primi di ottobre avverte nuovamente un crollo emotivo associato a un’insonnia persistente. Si rivolge nuovamente allo psichiatra che gli prescrive un antidepressivo e un modulatore del tono dell’umore sulla base della diagnosi di Disturbo Bipolare di tipo I.
Lo psicoterapeuta a questo punto richiede una valutazione psicodiagnostica per comprendere e chiarire la condizione del ragazzo, mostrando alcuni dubbi sulla diagnosi effettuata dallo psichiatra curante. In particolare, vorrebbe approfondire la componente depressiva descritta come “ più un senso di vuoto che un malessere vero”. Lo psicoterapeuta, a sua volta medico, pensa che sarebbe opportuno inserire nella terapia un neurolettico a dosaggio minimo, poiché ha colto delle caratteristiche singolari durante quello che sarebbe stato definito un episodio di eccitamento maniacale. Infatti, il ragazzo aveva cambiato voce, aveva abbandonato i modi educati che lo distinguevano e comunicava con un linguaggio gretto.
La valutazione psicologica di Massimiliano si è svolta secondo un approccio multimetodo, è iniziata con un primo colloquio per la raccolta delle informazioni anamnestiche e della storia personale prima con l’adolescente e successivamente con la famiglia. Considerati i quesiti posti dai curanti e, al fine di fornire un quadro del funzionamento psichico complessivo, si è proceduto alla somministrazione dei seguenti test: Bender Visual Motor Gestalt Test - BGT, il Rorschach secondo il Comprehensive System, TAT, MMPI-A e PAI-A.   

Percorso interpretativo del PAI-A

Il punto di partenza per interpretare un qualsiasi self-report è la verifica della completezza. La persona cui abbiamo somministrato il test ha risposto a tutti gli item. Tutti i questionari di personalità sono organizzati per gestire la mancanza di una o più riposte, e nel caso del PAI-A (Personality Assessment Inventory-Adolescent) nel manuale l’indicazione è di non interpretare profili a cui mancano 14 o più item. Nel caso di Massimiliano nessun item è stato omesso. Il passaggio successivo è quello di esaminare le scale di validità che aiutano a capire qual è stato l’approccio nel rispondere agli item. Nel manuale troviamo che le scale di validità con un punteggio di 2DS sopra la media suggeriscono il tentativo da parte di chi ha fatto il test di distorcere il profilo.
Tutte le scale e le sottoscale del PAI-A hanno un punteggio medio di 50T e una deviazione standard di 10T; quindi, due DS equivalgo a 70 T. Come riportato nel manuale, i punteggi superiori a 50T suggeriscono che la persona ha risposto agli item in misura maggiore di quella attesa per la sua fascia di età.
Nel processo decisionale, è importante segnalare la presenza dei problemi significativi espressi dagli adolescenti. Secondo Morey, e quanto confermato anche dai dati dell’adattamento italiano, in ambito clinico la maggior parte degli adolescenti otterrà un punteggio al di sotto dello "skyline" e di conseguenza qualsiasi punteggio che si avvicina o supera questo profilo rappresenta un innalzamento elevato. Nella pratica clinica, tuttavia, non è necessario che i punteggi siano maggiori di 70T per giustificare l'attenzione del clinico.
Considerata la brevità di questo intervento per un approccio all’interpretazione più approfondito rimandiamo al manuale.

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Il profilo delle scale di validità lascia intendere (ICN, INF) che Massimiliano ha prestato la giusta attenzione nel completare il test, mentre l’accuratezza dell’autodescrizione (PIM, NIM) indica una esagerazione nel mostrare gli aspetti di sé negativi in un modo così estremo, tale da negare la presenza di qualsiasi aspetto di sé positivo (PIM T 34, NIM T70). Questo approccio in cui prevale una tendenza a presentare i problemi e a lamentarsi in modo esageratamente negativo, lascia intendere una altrettanto simile sovrastima nelle scale cliniche e nelle sottoscale che seguono nel profilo.
La scala Depressione (DEP T92) sconfina oltre le 2 DS dello skyline clinico comunicandoci come, pur nell’esagerazione, la condizione depressiva sia l’aspetto dominante nei vissuti del ragazzo. All’estremo opposto la scala Mania (MAN T21) si colloca come la scala più bassa del profilo. La condizione di depressione è meglio definita dalle tre sottoscale che ne descrivono aspetti cognitivi, affettivi e fisiologici (DEP-C T77, DEP-A T 91, DEP-P T89). Pur col ridimensionamento imposto dalla scala NIM, la condizione depressiva appare prevalente. Massimiliano riferisce mancanza di energie, un senso di vuoto, tristezza, pessimismo per ciò che riserva il futuro, uno sconforto generalizzato. L’intensità del disagio è ulteriormente confermata sia dalla presenza di un’ideazione suicidaria netta (SUI T85), sia da un evitamento dei rapporti interpersonali e delle situazioni sociali così come è dimostrato dall’innalzamento della sottoscala Ritiro sociale (SCZ-S T83). L’appiattimento relazionale è ancora mostrato dalla due scale interpersonali (Dominanza e Calore Relazionale) i cui punteggi estremamente bassi mostrano un disinteresse totale per i modi in cui il relazionarsi si potrebbe declinare. Su un piano sintomatologico il quadro si chiude con aspetti d’ansia che costellano una preoccupazione per il proprio stato di salute.
Il profilo complessivo evidenzia una situazione psicologica grave che richiede un intervento, ben confermata dalla scala Rifiuto del Trattamento (RXR T33) che nei punteggi bassi esprime il riconoscimento della problematicità della situazione e della necessità che si proceda con un trattamento psicologico e farmacologico mirato e individualizzato.

Report descrittivo del PAI-A

Massimiliano ha risposto al questionario senza tralasciare alcun item, in modo attento e coerente.
Nel descriversi ha posto maggiore enfasi su aspetti negativi della propria immagine, probabilmente in un tentativo di richiedere aiuto per far fronte a un vissuto di sofferenza molto intenso che non riesce a gestire autonomamente (Item 254: Ho dei problemi psicologici seri che sono iniziati improvvisamente). È possibile che questa modalità nell’esprimere il disagio possa aver influenzato la gravità delle altre problematiche emerse che, pertanto, vanno interpretate con cautela.
Massimiliano descrive il suo stato emotivo come infelice, scoraggiato, incapace di provare piacere per le attività che prima destavano il suo interesse. Pensa di avere uno scarso valore personale, ha paura di sbagliare, è sfiduciato sulla possibilità di stare meglio e le aspettative sul futuro sono negative. Fa fatica a concentrarsi e lamenta scarse energie, difficoltà nell’addormentamento, una diminuzione dell’appetito e del desiderio sessuale. Si sente teso, ansioso e preoccupato per la propria salute e per i problemi attuali. La scarsa speranza per il proprio futuro, la sensazione di non essere in grado di aiutarsi e l’isolamento relazionale nel quale si è rifugiato spingono Massimiliano a pensare a strategie autolesive che richiedono un’attenzione specialistica immediata.
Il ragazzo si descrive come riservato e ritirato nei rapporti, a disagio quando è al centro dell’attenzione e poco motivato a instaurare relazioni intime.
Complessivamente Massimiliano riconosce il suo disagio, percepisce un forte bisogno di aiuto nell’affrontare questa sofferenza, mostrandosi disposto e motivato a collaborare all’intervento psicologico.